di Eva Del Soldato

1534

Francesco Martelli nasce a Firenze nel 1534, dal senatore Domenico, e da Lisabetta di Iacopo Corsi. Mancano notizie sulla sua formazione, ma sappiamo che fu uomo di fiducia dei Medici, per i quali andò in missione a Sambuca Pistoiese e a Messina.

1555-1556

Tra 1555 e 1556 risiede in Sicilia, ma nel frattempo coltiva interessi letterari culminati in un volgarizzamento della Vita di Scipione l’Africano di Antonio Bandinelli.

1567

Nel 1567 è ammesso alla Accademia Fiorentina in veste di pubblico lettore, e fu proprio a questa istituzione culturale che il Martelli dedicherà sostanzialmente il resto della sua vita.

1573

È nel contesto dell’Accademia Fiorentina che nel 1573 Martelli traduce in toscano il De rerum natura, il De mari e il De his qui in aere fiunt et de terraemotibus di Bernardino Telesio, già stampate a Napoli nel 1570. Tale volgarizzamento rappresenta un autentico testimone intermedio della revisione del testo del De rerum natura, poiché Martelli poté evidentemente disporre di alcune correzioni che Telesio aveva apportato alla precedente edizione. Nonostante le versioni dei testi siano letterali e a tratti faticose, Martelli avrebbe voluto tradurre altre opere di Telesio e forse introdurlo alla corte medicea – con la quale del resto il filosofo calabrese stesso aveva già cercato di entrare in contatto, sperando di poter stampare i suoi scritti in Toscana – ma i progetti accennati nella dedica all’allora cardinale Ferdinando non ebbero seguito.

1574-1581

Sposatosi nel 1574 con Alessandra Del Conte Signore, dalla quale avrà una figlia, nell’aprile 1581 Martelli diviene console dell’Accademia Fiorentina e sotto la sua reggenza l’istituzione conosce numerose innovazioni strutturali e organizzative. Scrive anche poesie, e nel 1583 compene una raccolta di sonetti dedicati al Ratto delle Sabine del Giambologna.

1587

Francesco Martelli muore a Firenze.

Appendice

Ms. Pal. 844, Lettera di Francesco Martelli a Ferdinando de’Medici, ff. 11r-v.

All’Illustrissimo et Reverendissimo Monsignore Cardinale Medici, patron mio osservantissimo.
Non potendo io con alcun segno più proporzionato alla grandezza e al merito di Vostra Signoria Illustrissima dimostrarle la divotione dell’animo mio, li presento il primo e secondo libro Delle cose naturali et il Trattato del Mare, et Delle cose che nell’aria si fanno, composti dal Signor Bernardino Tilesio, e da me nella nostra lingua tradotti, imaginandomi che a Vostra Signoria Illustrissima, come amatore della verità, la quale nelle presenti opere chiaramente si scorge, non debba dispiacere che fra li chiarissimi raggi del suo splendore riluca la dottrina di quell’huomo a tempi nostri degno di ammiratione, e suo servitore affetionatissimo, e se io sentirò che queste mie fatiche sieno in alcun che da Signoria Vostra Illustrissima benignamente ricevute, mi sforzerò quanto prima tradurre li altri suoi scritti, i quali egli non ha per anchora dati alle stampe, e trattando della costitutione delle piante e degli animali, li apporteranno non meno diletto, che maraviglia. Intanto prego Iddio per la salute e grandezza di Vostra Signoria Illustrissima, alla quale bacio humilmente le mano. Di Firenze il dì [manca] di [manca] 1573.
Di Vostra Signoria Illustrissima Humilissimo e Devotissimo Servitore, Francesco Martelli.

Se per avventura alcuno rincontrando questi miei scritti con l’originale latino, gli troverrà in alcuni luoghi diversi da quello, sappia che ciò avviene per che lo autore  ha egli stesso ultimamente ricorretti, e in questo modo acconci. Et havendo io voluto, per quanto mi è stato possibile, esprimere i concetti e li termini della sua dottrina con voci proprie e significanti, sono stato in un certo modo forzato, non solamente usarne alcune sue proprie, ma delle nuove anchora, del che prego che mi scusin coloro che della candidezza della lingua fanno professione.

 

Bibliografia

Fonti

Firenze

Archivio di Stato

Fondo Mediceo del principato, 442, c. 360; 447, cc. 507, 780; 521A, c. 895.

Biblioteca Marucelliana, Mss., B.III.53, c. 86r.

Biblioteca Nazionale Centrale, II.II.151 (altro esemplare dei volgarizzamenti); Magliabechiano, VI.168, cc. 162r ss.; VII.1389, cc. 83v-88r; IX.43, c. 23r; IX.66, c. 558; IX.73, cc. 585-586; Palatino, 844 (copia di dedica dei volgarizzamenti); 893.

Addizioni copiose di Lionardo Nicodemo alla Biblioteca Napoletana del dottor Niccolò Toppi, Napoli, Per Salvator Castaldo, 1722.

G. Negri, Istoria degli scrittori fiorentini, Ferrara, per Bernardino Pomatelli, 1722.

S. Salvini, Fasti consolari dell’Accademia Fiorentina, Firenze, Nella Stamperia di S.[ua] A.[ltezza] R.[eale], per Gio. Gaetano Tartini, 1717.

B. Telesio, Delle cose naturali, in F. Palermo, I manoscritti palatini di Firenze ordinati ed esposti, Firenze, Le Monnier, 1868, vol. III, pp. 1-232.

Studi

L. De Franco, Introduzione a Bernardino Telesio, Soveria Mannelli, Rubbettino, 1995.

E. Del Soldato, Martelli, Francesco, in Dizionario Biografico degli Italiani, 71, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2009, pp. 47-48.

L. Pierozzi, E. Scapparone, Il volgarizzamento del «De rerum natura» di Bernardino Telesio a opera di Francesco Martelli, «Giornale critico della filosofia italiana», LXIX (1990), pp. 160-181 (una versione abbreviata in Bernardino Telesio e la cultura napoletana, a cura di R. Sirri e M. Torrini, Napoli, Guida, 1992, pp. 315-329).

A.L. Puliafito Bleuel, Introduzione, in B. Telesio, Delle cose naturali libri due Opuscoli Polemiche telesiane, Roma, Carocci, 2013, pp. iii-xlvi.

E. Scapparone, Telesio in volgare. Fisionomia di una traduzione coeva del De rerum natura, in Bernardino Telesio tra filosofia naturale e scienza moderna, a cura di G. Mocchi, S. Plastina, E. Sergio, Pisa-Roma, Fabrizio Serra Editore, 2012, pp. 99-113.