Luigi Firpo, La Congiura di Calabria, doc. n. 12, p. 266

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XI. Deposizione di un aguzzino (Napoli, 20 luglio 1601)

Die xx. mensis Julij 1601 Neapoli coram admodum Illustrissimo et
Reverendissimo Domino Don Benedicto Mandini Episcopo Casertarum
Judice in presenti causa delegato meque etc.
Examinatus fuit Jacobus Ferraro civitatis Trani etatis annorum
quatraginta in circa ut dixit minister Magnae Curiae Vicariae, cui
delato juramento de veritate dicenda, et cum jurasset tactis etc. et
tanquam vocatus fuit examinatus super infrascriptis, et primo,
Interrogatus che parole si lasciò dire frà Thomaso Campanella dopò
che fú sceso dal tormento della veglia, che li fú dato allo Castello
novo di questa città li giorni passati, et proprio del mese di giugno
prossime passato, che le voglia dire dove le disse, et chi ci fú presente
che l'intese, et possio intendere.
Respondit la verità è che essendo io intervenuto come ministro della
gran Corte dela vicaria à dare tormento dela veglia à frà Thomaso
Campanella predetto dove io intervenni continuamente, havendomelo
posto in collo per consegnarlo allo carceriero delle
carceri di detto Castello novo, et cacciatolo cossi in collo dala camera
dove hebbe lo tormento fino ala Sala reale, detto frà Thomaso
Campanella mi disse da se le formate ò simili parole che si
pensavano che io era coglione che voleva parlare, et à queste parole
non ci fú nessuna persona presente che l'havesse intese, Et dopò
consegnai lo detto frà Thomaso Campanella al carceriero et non
intesi altro. In causa scientiae, loco, et tempore ut supra.
Et cum aliud ab eo haberi non potuerit fuit dimissum examen
iniuncto sibi silentio sub pena excommunicationis, et quia dixit
nescire scribere ideo signavit signum Crucis.


† Signum Crucis propriae manus predicti Jacobi scribere nescientis
ut dixit.

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