Tommaso Campanella, Lettere, n. 82

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A GALILEO GALILEI IN FIRENZE

Roma, 26 aprile 1631

Mille bone pasche a Vostra Signoria e salute.

Credo sappia ch’il Padre Scheiner, detto Apelle, stampò la Rosa ursina,
idest Sol, e tratta assai di Vostra Signoria. Io risposi a qualche cosa, ma tocca
a lei ecc.

Volentieri starei con Vostra Signoria appresso questa Altezza, se si degnasse
aiutarmi, come fece il granduca Ferdinando. Io sto bene. Ho stampato
l’Ateismo trionfato e avuto il publicetur. Desidero vedere così fuori il
suo libro; e mi ha fatto torto Vostra Signoria farlo vedere a tanti e a me no,
il quale son più suo divoto degli altri, né so usurparmi quel che non è mio: e
i miei libri, che vanno già fuori, lo mostreranno. Resto al suo comando.

Roma, 26 aprile 1631.

Vostro servitore e amico
Fra Tomaso Campanella ecc.
[A tergo:] Al molto illustre ed eccellentissimo signor Galileo di Galilei,
filosofo e matematico dell’Altezza di Toscana. Firenze.

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