Tommaso Campanella, Monarchia del Messia, p. 110

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Che il Sommo Sacerdote dei christiani non dipenda dall’imperatore,
né da prencipe alcuno né in cose spirituali, né in temporali, ma
egli sia giudice di tutti loro e sopraintendente in spirituale et in temporale,
universale signore del mondo, redento e più che comprato da
Christo, può essere manifesto dalle cose predette suffìcientemente e
più altamente di quel che fu scritto da san Thomaso nel libro De
Regimine Principum
.Primo, perché spiritualis omnia iudicat et a
nemine iudicatur
, disse San Paolo, molto più lo spiritualissimo, dunque
etc. E benché il papa de facto non fusse sapientissimo, come si
ricerca a tanta spiritualità, de iure s’intende almeno per l’assistenza
esservi dello spirito santo. Molti re de facto sono indegni della dignità
loro, non per questo de iure son privati. Di più dice il medesimo
apostolo: An nescitis quia angelos iudicabimus, quanto magis saecularia.
Terzo. Isaia nel 54 dice alla Chiesa: Omne vas quod fractum
est, contra te non dirigetur, et omnem linguam resistentem tibi in iudicio
iudicabis. Haec est hereditas servorum domini, et iustitia apud me,
dicit Dominus
. Ecco la heredità di far leggi e giustitia sopra tutti li
prencipi della terra che resistano alla Chiesa: Quare fremuerunt gentes
etc. Dunque particolarmente questo s’intende sopra l’imperio romano,
che fe tanta guerra al christianesmo. Et nel capitolo 60, Aedificabunt
filij peregrinorum muros tuos, et reges eorum ministrabunt tibi
:
questo l’ha fatto Costantino e tutti prencipi bene informati della fede.
Hor sarian false tali authorità se in minima parte pendesse il sacerdotio
dalla potestà laica e se alcun fusse essente in spirituale, o in
temporale, dalla giurisdittione della Chiesa. Di più, David adorabunt
omnes reges terrae, omnes gentes servient ei
. Et questo non si verificando
in Christo, mentre fu in terra, se non di tre regi, una sol volta,
hora si verifica nel suo vicario, a cui si serve come a Christo, se
non vogliamo aspettar novo Messia, come li perfidi hebrei. Et Isaia:
Gens, et regnum quod non servierit tibi, peribit. Dunque son bestie
questi theologi che antepongono l’imperatore, o altra dignità, in
modo alcuno al papato. Di più Isaia: Venient ad te cum filijs eorum
qui humiliaverunt te, et adorabunt vestigia pedum tuorum; et omnes
qui detrahebunt tibi, vocabunt te civitatem domini Sion sancti Israel
.
Nullo dubbita che per Sion non s’intenda la Chiesa, et nel cap. 61
dice il Messia, secondo Luca, Spiritus Domini super me, eo quod unxerit

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