Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 182

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poi al ventricolo e viscere con confortativi, come la cannella
e macis e ogni aromatica cosa, per vincere l’odore pravo che
dentro va serpendo, e di fuori ventose che tirino il vapore e il sangue,
e lavande de vini generosi. E questo remedio anco è buono
anche per quelli che di morbo venereo temono, perché quello si
fa di fetida esalazione che infetta lo spirito, e poi il sangue, e al fine
tutto il temperamento, laonde la fatiga e il sudore assottiglia il
pravo succo e manda fuori, e le lavande confortano come simili li
spiriti delle cose, e li confortativi quelli di dentro, e così vince.
Questi stessi remedii son contra la peste, che prima dà contro lo
spirito e, quello vinto, s’infetta poi il sangue, e poi la temperie.
Dunque prima si provegga allo spirito con odori, al corpo con sapori
e di fuori con ventose e lavande, e all’aria con fuochi.
Or puoi vedere che tutte quelle cose allungano la vita che son
nemiche alli veneni e simili a noi, e massime al primo temperamento
del seme e sangue puro (non menstruo), delli quali siamo
nati.
Dunque, primo, è necessaria l’aria sottile, mobile, lucida, aperta,
agitata leggermente, mai non aggravata da vapori, lontana da
paludi e da cadaveri e da venenose erbe e da belve. Secondo, bisogna
acqua leggiera che esca di tufo, purgata, sottile, saporosa,
mobile, agitata. Poi di vino bianco o rubicondo, leggiero, trasparente,
odoroso, soave, dolcetto fendente e asciutto qual’è il vino
d’Ischia, il quale dissecca gli umori con la caldezza e sorvigni
atomi suoi, umetta le parti secche del corpo con la sua sottile umidità
e scalda li nervi e parti fredde, incide e fa sputar la flemma, e
le parti aride l’umetta e rinfresca, per la penetrazione sua, e le rende
spongiose, atte a nutrirsi.
Poi ci bisognano cibi di facile digestione, non grossi, né troppo
molli, né acri, più bianchi che negri, saporosi e odorosi, di erbe
e animali che vivono lunga vita, non nati di putredine, né morti
naturalmente e che non generano fuligini né troppo escrementi,
e sian nati in terra forte e sana. Muore l’uomo perché s’indurano
le parti del corpo, e non ponno nutrirsi, e li spiriti si fanno pochi,

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