Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 83

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ma son più divine e di miglior uso, poiché tutte sono
piene di spiriti e d’intelletti, et ognuna di loro è una republica
santa, gloriosa e gioconda impiegata alle laudi di Dio, e non
invano.
Vero è che nella Luna vi stanno li spiriti di manco
merito, sendo ombrosa, e che l’eclisse spesso li ricorda il terrore
di quelli che qua basso cascaro.
Quindi argomentai e dissi: Hor per questo li morti non
resuscitano e le anime non tornano alli corpi, il che fa suspettare
che siamo mortali, «quia non est agnitus qui sit reversus
ab inferis»; ma la ragione è perché quelli che vanno al centro
per esser puniti non ponno tornare, che stan come legate e
morte, e quelli che vanno al cielo portano odio al suolo dove
stettero carcerati, e non vorrian mai tornarci, come né anche
torna lo spirito aereo delli bruti, che meglio si sente stare in
aria che in sepultura, si ben si fa uno con quella di più, e forsi
della stanza onde uscio si scorda. Non per questo la fede della
resurrettione è vana, perché è pur ragionevole che l’anima brami
che il corpo pur si faccia beato, nello cui essercitio meritò
andar in cielo, e che Dio amoroso lo riunirà a lei, non
più grosso, corpolento e caduco, ma spirituale, celestiale, sottile
e lucido come le stelle, che non impediscono la legierezza
e movimento e conoscimento dell’anima, ma più secondano
a quella.
Vidi poi come li demoni han dominio per tutto, e come
l’angeli vengono qua sotto l’aria caliginosa di mala voglia; ma
Dio li dona un certo lume per conforto, che volentieri obediscono
e tengon cura degli huomini e de le bestie, e di tutte
specie di cose, e come pugnano con li demoni, quelli gittando
raggi e questi caligine; e come ci passano inanti gl’occhi a
schera a schera gl’uni e gl’altri come mosche in numero, ma

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