Tommaso Campanella, La Città del Sole, p. 48

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sia fatto, anzi certo. Son nemici d’Aristotile, l’appellano pedante.
Onorano il sole e le stelle come cose viventi e statue di
Dio e tempii celesti; ma non l’adorano, e più onorano il sole.

Nulla creatura adorano di latria, altro che Dio, e però
a lui serveno solo sotto l’insegna del sole, ch’è insegna e volto
di Dio, da cui viene la luce e ’l calore e ogni altra cosa. Però
l’altare è come un sole fatto, e li sacerdoti pregano Dio nel
sole e nelle stelle, com’in altari, e nel cielo, come tempio; e
chiamano gli angeli buoni per intercessori, che stanno nelle
stelle, vive case loro, e che le bellezze sue Dio più le mostrò
in cielo e nel sole, come suo trofeo e statua.

Negano gli eccentrici ed epicicli di Tolomeo e di Copernico;
affermano che sia un solo cielo, e che li pianeti da sé
si movano e alzino, quando al sole si congiungeno per la luce
maggiore che riceveno; e abbassino nelle quadrature e nell’opposizioni
per avvicinarsi a lui. E la luna in congiunzione

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