Tommaso Campanella, Monarchia del Messia, p. 142

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Pasce oves meas. In universale tutte le pecore intende; e così: Quodcumque
ligaveris, et solveris
etc. in universale parla.
E sendo maggiordomo,
o locotenente di Christo, non può egli far essente alcuno di
quella potestà universale, tanto temporale, quanto spirituale ad
aedificationem
. E Bonifatio VIII così par che l’intenda nell’extravagante.
E quel che dichiarò il successore, che il regno di Francia s’intenda
come prima soggetto, e non più per l’extravagante di Bonifatio, fu
una dichiaratione vera, ma nihil dat Iuris, nec potest dare, come ben
dice il Bellarmino. Vero è che li politici dicono che il re sia padrone
assoluto, che può torre la vita, e la robba, e fare, e disfare come il
turco; e provano questo per la legge che disse Samuel nel primo de
Regi, c. 8, ma non vedono che quella fu legge di tiranno detta così a
spavento loro, che non cercassero re che non sia sacerdote, perché
diventava tale;
e Dio si dolse che lasciaro il dominio sacerdotale per
il secolare, dicendo a Samuel: Non te abiecerunt sed me, ne regnem
super eos
, perché a Dio il regno sacerdotale più piace; e donò quel
regno quasi a forza, sapendo che dovea finirsi, e farlo sacerdotale tra
li christiani, come disse Osea: Dedi eis regem in furore meo, auferam
in indignatione mea
. E con miracoli del cielo mostrò Dio che li
dispiace il regno secolaresco.
Condescese poi, e promise a David di
farlo sacerdotale secundum ordinem Melchisedech. Dunque il ius regio
non è quello, ma quel ch’è dichiarato nel 17 del Deuteronomio
dentro il corpo della legge, e nel 6 della Sap<ienza> e più volte nelli
Proverbij. Dunque hoggi non ci è re, se non uno: Erit rex unus omnibus
imperans
, dice Daniele, cioè quello che non riconosce superiore;
e questo è solo il papa, che è capo, e tutti regi son membri suoi
principali.
E così dichiarò Christo a santa Brigida, che la Chiesa ha
li giudici, che son i sacerdoti, li difensori, che son li prencipi, gli
agricoltori, che è la plebe, e tutti questi fanno un corpo di cui anima
è la religione evangelica, e non il re, come dice stoltamente Soto.

È vera quell’openione che il Soto nega, cioè ogni dominio essere
introdotto per tirannide usurpata, e permissive, ma solo essere naturale
il regno, et il governo, et a questo ne rivocò Christo.
Non ci è
dunque propriamente signore nel mondo christiano, ma re e pastore,
se non in quanto ci confondon gli nomi, e si piglia l’un per l’altra.

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