Tommaso Campanella, Monarchia di Francia, p. 480

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VIII
Non ci esser principe alcuno infedele né cristiano, che possa metter in
effetto la imminente ruina della Monarchia austriaca spagnolizata, se non il
Papa e il re di Francia
de possibili, ma de facto il re di Francia.
Sendo per le tante dette ragioni la Monarchia di Spagna in mancamento
e da rompersi in più parti, resta da considerar d’onde ha da
calarli sopra il flagello. È cosa certa ch’il Turco non può romper
affatto la Monarchia d’Austria spagnolizata.
Primo, perch’è lontano da loro, e solo per l’Ungaria potrebbe
disfar l’Imperio; ma essendo gli altri principi cristiani timorosi della
tirannide turchesca, l’aiutarebbeno e catolici et eretici, e il Papa
sarebbe obligato contribuire con danari e con indulgenze e cruciate, e
con animar e sforzar con censure gli altri principi in suo aiuto.
2. Perché il Turco sendo a Cristiani contrario di costumi, d’abiti
e religione talmente ch’i popoli credeno esser dannati a pena eterna
da Dio, ricevendolo e non pugnando usque ad mortem, non potrà far
questo effetto. Né lui par sia quello interrumpimento, che cada
sopra la langella austriaca, né da Ungaria, né da terra d’Otranto, né
da Sicilia e Calabria divise da Albania posseduta dal Turco per il
tratto breve del Mar Jonico per le medesme due cause, e perché non
ci è dove formar un’armata maritima, sendo i porti munitissimi
contra tal disegno. E la Monarchia sua sta in decremento secondo le
stelle e la sperienza. Gli altri principi gentili ed eretici o non hanno
convicinanza seco, se non dove poco importa,

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