Tommaso Campanella, Monarchia di Francia, p. 574

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XI
Manere d’agevolar con la lingua e con la penna e con l’autorità di scienziati
la vittoria sopra Spagnoli, e preparar la rinovazion dell’Imperio a
Francesi.

Non saranno inutili questi argomenti contrari a quelli d’Austriaci,
perché li Spagnoli trattano l’imprese col negozio e con le parole, più
che con fatti: li Francesi più coi fatti. E perché le parole infinitamente
avanzano, intensive et extensive, i fatti e promoveno a quelli, però vincon
i Spagnoli, quando prestezza et efficacia non serra loro la bocca.
E per meglio moverli guerra spiritale che vince gli animi, bisogna
trattare ch’in Roma, dove si fanno i gran colpi, li Francesi
abbiano molti prelati, e in particolare li capi di religione e li vicarii e
procurator degli ordini che intrano nelle congregazioni, e le persone
dotte, alle quali fidano i cardinali le loro opinioni per consultarsi,
etc. E in particolare la religion di S. Dominico, che entra in
tutte congregazioni e ha gli officii maggiori, cioè il magistero del
S. Palazzo, il commissariato del S. Officio, la secretaria dell’Indice, e
molti consultori in ogni congregazione. E in tutte entra il general di
S. Dominico e il suo Vicario: il che non han gli altri generali. E
certo se Francia avea di questa gente qualche parte, non averia il
Papa dato a gli Austriaci 15.000 scudi al mese per peculio di Spagnoli.
Però bisogna far instanze al Papa, che si compartiscano gli
officii, e ci sia un assistente di Francia in ogni ordine di religiosi,
perché non è bene, che il general presente di S. Dominico tutti

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