Luigi Firpo, La Congiura di Calabria, doc. n. 6, p. 220

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Fra Thomase nequaquam, minime.
Fra Thomase eamus ad dormiendum quia vidi lumen.
Fra Pietro eamus ad dormiendum.

Die decimo Aprelis 1600. Neapoli.
Essendomi conferito io Marcello de Andreanis scrivano fiscale
ordinario de Vicaria in Banca di Barrese, per ordine del Regio
Consigliero Don Giovanni Sanchez de luna Avvocato Fiscale delegato
in questa causa, nel Regio Castello nuovo, et propriamente
in un correturo vicino le carcere di Fra Tomase Campanella, et
Fra Pietro Ponsio da dove si posseva intendere lo parlare che facevano
li predetti fra l'una carcere e l'altra, Et particolarmente la sera
delli diece d'Aprile 1600. a circa hore tre di notte in detto loco
insieme con Francesco Tartaglia scrivano extra ordinario in detta
banca, Martines et Onofrio spagnoli, e, carcerieri di dette carcere
essendomoci accostati pian piano in detto correturo per intendere
il raggionamento che facevano li predetti fra Thomase Campanella,
e, fra Pietro, intesemo le precedenti parole che si proponevano
l'uno è l'altro del modo che si è detto sopra del che n'hò fatto il
presente atto di mia propria mano, datum ut supra etc.

Ita est Marcellus de Andreanis qui supra manu propria.
Ita est Franciscus Tartaglia qui supra manu propria.

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