Tommaso Campanella, Dichiarazione di Castelvetere, p. 112

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patenza della Corte, o per debiti, o per altre persecuzioni, le cose
sono andate tanto inanti, e l'inondazione e terremoti prossimi furon
buona causa.
Che abbino d'esser mutazione nel mondo io mi ricordo aver
parlato col cardinal de Monte mentre se preparava la guerra de
Ferrara, e che la Chiesa dovesse gir avante, e con un filosofo
spagnolo zoppo, che sta in Roma, né me ricorda il nome, che fa
professione d'arte devinatorie, e con il teologo del cardinal Farnese,
ma non propiamente di questo Regno, né per modo prattico,
ma speculativo. E 'l prencipe di Bisignano, vedendolo io che desiderava
questo, quelli giorni avante aveane parlato con Giulio
Cortese, e però le disse: - Sta' allegro, ché li astrologi aspettano
mutazione e la mutazione fa per li uomini malcontenti. - Ma non
però l'ho detto queste cose particulare, ch'il tempo e l'occasione
m'ha fatto dire qui; e quel ch'è di resoluzione per il bene e per il
male, per il vero e per il falso, per il principio e fine delle cose
umane se dirà con li debiti modi a Sua Maestà Catolica, quando
non disprezzarà udire quello che Dio manda al mondo per il bene
commune; e io tutta questa causa, con altre maggiori secondo
le cause principali, la serbo a Sua Maestà, la quale può fare e sfare,
conciare e guastare, perch'alli officiali bassi non lece se non quanto

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