Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 523

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poi vitio che non magna si dice inedia, che
consuma li spiriti a poco a poco, poi l’humidità nudrimentale,
onde diventa il corpo ethico et lo spirito vano, che
vede delli fantasmi per la sottilità atta a patire ogni cosa;
et spesso si disseccano i nervi et si ritirano, et si fa lo
spasimo. Ma quelli che per l’amor di Dio digiunano non vitio,
ma santità posseggono, la quale nasce da Religione, onde
ogni virtù nell’alma superiore deriva. Et che ella commanda
virtù si face, sendo la virtù ragione et consiglio,
et ragion sovrana sendo Dio, onde tutte le ragioni
pendono.
[DISCORSO DECIMOSETTIMO]
Della castità et vitij opposti.
Per la conservatione seconda che habbiamo ne' figlioli si
trova un'altra virtù, che si dice la castità: la quale insegna

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