Tommaso Campanella, Monarchia di Francia, p. 544

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vitando: onde pensaro che il Papa si servio di quello a schifar l’influsso
celeste, a sé contrario in quel tempo che prefissero gli astrologi a i Spagnoli
imprudentemente astuti. Dunque, per assicurarsi col clero e assicurar
il clero, deve il re di Francia far le sequenti cose.
Art. 6
Rimedio di tener il Papa e i cardinali che non sian oppressi con paura, né
con promesse di Spagnoli, e sian uniti con Francia.

1. E’ necessario al Re far un battaglione di soldati perpetuo, e lo
chiami «Guardia della Libertà Ecclesiastica», perché quante volte succedesse
questo caso, qual aspettano ogni dì, potesse questo esercito
subito avviarsi in Italia. Item, etiamsi non avvenisse mai, bastaria con
questo nome il Re mantener il clero romano in devozione di Francia
e in sicurtà delle minacce spagnole, e guasteria il disegno di Spagnoli.
2. Persuader con fatti e parole al Papa e cardinali che il Re,
dovunque entrasse contra Spagnoli, non sarebbe anche contra il
papato, levandoli la collazion di beneficii come fece in Lotaringia, per
lo che i papi temono che non faccia il medesmo in ogni luoco,
ampliando a suo gusto il privilegio datoli da Leone X solo per la Francia.
Anzi deve dire che quanto s’è fatto in Lotaringia subito, <s’è
fatto> per confirmarsi nel possesso di questo novo stato, dando li
beneficii a gente dipendente da sé. Ma che non vuole s’eseguisca senza
il consenso del Papa, e giurar che fuor di Francia farà con la Chiesa
quel che fece Carlo Magno e altri suoi antecessori, mantenendo e non
scemando li diritti ecclesiastici.

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