Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 298

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7. Mandar i presidii delli soldati spagnoli alle fortezze. Ma per
governare, mettere giudici vescovi e religiosi, per le provincie cardinali
savii e vecchi. E dopo dimandar gentiluomini veneziani per giudici
e potestati, che questo modo l’Italia e Fiandra concilia, sendo
questi più tra sé amici che con Spagnoli.
8. Dalli Fiandresi ribelli procurare d’aver gente per le guerre sue
con buoni stipendi, e pigliar gli animi delle donne subornandole e
dandole per mogli a Spagnoli, o trattando matrimonii tra baroni catolici
e baronesse eretiche, perché quelle donne a mariti subito cedono,
ut supra.
9. Disunire i capi delle fazioni con non far più guerra a loro, e
procurar che si dividano in più sette che non sono, e lasciarli agitare
dalle discordie interne e dall’invidia di veder la gente del re pacifica e
beata.
10. Perché essi stanno uniti per la paura di Spagna e perché, benché
discordino in ogni opinione, accordano però in questa una, di dire
che il Papa sia l’Anticristo, il che li fa uniti, pertanto tolta la paura con
non far guerra, si deve procurare solo disputar questa controversia e
non altre, perché tutte da questa pendono. Né argomentar con loro
<sopra li ponti principali e minutezze, ma solo sopra la vocazione alla
novità loro>, ut alias dixi.
Undecimo, disputar con una legge che siano sospesi tutti i commenti
della Bibbia che furo da santo Agostino in qua, tanto cattolici
quanto eretici, e chiamarli con S. Clemente Romano, S. Cipriano,
Clemente Alessandrino, S. Crisostomo, S. Basilio, perché

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