Tommaso Campanella, Narratione della istoria, p. 304

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appellaro al tribunal di Dio, come appar per fedi di confessori; e li
stessi giudici poi e Maurizio, quando fu ingannato a confessare, testificò
che quelli non sapean cosa alcuna, e in particolare suo cognato
Giovan Battista Vitali; e quattro banditi né confessi né nominati
in cosa di ribellione appiccaro nel molo Xarava e Spinelli,
perché si dicesse in Ispagna ch’era verificata la ribellione.

17. Dunque, essendo venuti in Napoli per la cosa dell’eresia e
fuga del governator della provincia, dopo che fu preso il Ponzio
e ’l Maurizio e tutti: e ’l santo papa Clemente VIII donò licenzia
che si facesse questa causa nelli carceri reggi, per confrontar li frati
con li laici carcerati e mostrar che lui non era consapevole, e donò
giudici il nunzio Aldobrandino e don Pietro de Vera, consigliere
clerico, per un Breve sorrettizio ch’esponea ribellione. E in presenza
di detti giudici si ritrattaro tutti li testimoni, cioe il Pizzoni e
fra Domenico di Stignano, a confronta del Campanella e poi nel
Santo Officio; ma fra Silvestro Lauriana, per consulta d’una persona
mandatali dal Fiscale, non volle ritrattarsi in confronta, ma fu
convinto da tutti li altri e dal Pizzoni stesso e dalle proprie sue lettere,
che non sapea cosa alcuna delle cose del processo, né si era
trovato a parlar col fra Dionisio mai e col Campanella; e tutti affermaro
che la ribellione era falsità e rumor vano e ch’avevano
detto eresia fintamente per venir in man della Chiesa, il che fecero
tutti gli altri che morirono. E ’l Pizzoni e Lauriana mandaro l’esamini
lor al Campanella dentro il breviario, e che si avean a ritrattare,
e molte cartelle date a’ giudici e al viceré.

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