Tommaso Campanella, Narratione della istoria, p. 305

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18. Ma, sendo stato fatto fiscale in luoco di Xarava don Giovanni
Sances, la cui sorella avea per marito il baron di Gagliato, fratel
di Giovan Geronimo Morano, il cui figlio, per dispensa venuta dal
papa, stava per pigliar la figlia unica del barone, nepote del Sances,
e perché detto Morano avea scorso il Regno, e preso Maurizio
e fra Dionisio carcerati con molto viaggio, e sperava dal Re un
marchesato, come si vantava publicamente, e, di piú, desiderava la
morte di Maurizio, perché, morendo senza erede mascolo esso
Maurizio, il Morano ereditava di quello un feudo, come poi l’ereditò:
per questo il Sances, oltre le sue pretendenze e amicizia delli
processanti, non cercò s’era vera la ribellione, ma si sforzò verificarla
e far morir Maurizio.
Pertanto, sendo ritrattati quelli frati in confronta del Campanella,
li pose nelle fosse oscure e li persuadette e fece d’altri persuadere
che dicessero contra Campanella e Maurizio, altrimenti
avian a morire; e cosí quelli tornaro ad vomitum,seben poi si ritrattaro
nel Sant’Officio; e maltrattava assai quelli chi non volean dir
male del Campanella; e mise in una fossa e alla corda Geronimo
Politi, procurator di fra Dionisio; e non lasciò che si difendessero.
E nelli tormenti li raccomandava al boia; e ogni giomo andava alli
carceri e dicea a tutti che, seben non morissero per legge, avean da
morir per ragion di Stato. E cosí affliggeva il misero Campanella, e
tutti tirava al suo disegno …crudelissimamente, e disse al Campanella
che parli.

19. Però, vedendo esso Sances che non si potea verificar la ribellione,
perché Maurizio con torture terribilissime in Calabria non
avea confessato, con tutto che Xarava lo torturò un’altra volta dopo

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