Tommaso Campanella, Aforismi politici, p. 129

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- ma rimediaro altri con scisma et eresia, e ruinaro, ut
alibi;
altri apostatando in tutto come Macone, cosa pericolosissima
al corpo et all’anima, come dimostrai nel DIALOGO
CONTRA LUTERANI E CALVINIANI - e chi gli ha combattuto
con guerra, se vince o se perde, sempre perde, perché
tutti aiutano al commune Pastore, come Ruggiero Guiscardo,
ut supra. Ma se non han dignità suprema e son
da bene è meglio cedere, come fece Teodosio a Santo Ambrosio,
che travagliarli, come Eudossa a San Crisostomo,
ché quello guadagnò e questa perdé.
Se son tristi meglio è dissimulare, e per mezzo di altri buoni
monstrare la lor malvagità, come fe’ Constantino facendo
concilio contra Arrio; e se son religiosi buoni, meglio è
ubidirli, ché altrimente rovinano, come Elia et Eliseo posero
e deposero i reggi di Giuda, d’Israel e di Damasco. Se son
tristi come Lutero, si devono con publica autorità di tutti
i baroni e vescovi spengere e disperder li fautori, perché
questi non ponno senza aiuto d’arme e di baroni allignare,
come fra’ Dolcino e Giovanni Leidense furo spenti perché
non ebbero tali fautori, come Lutero ebbe i Prencipi Protestanti.
Si deve più di religiosi che di laici predicanti temere.
112. Di più la divisione della religione, benché non predichi
contra lo stato, roina l’imperio, come il Francese, il Germano,
il Polono, che, se ben non si perde, si debilita. Rimedio
è una sola religione mantenere, come fa il duca di
Baviera, e far vivere l’altre strettamente senza dominio, come
il Turco fa stare i Giudei e Cristiani sotto i suoi, ma disarmati

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