Tommaso Campanella, Monarchia del Messia, p. 67

Precedente Successiva

CAPITOLO IV
CHE CHRISTO DIO NOSTRO VENNE A RESTITUIRE
IL SECOLO BEATO, E PERÒ HAVER DATO LEGGE
UNIVERSALE E CAPO UNIVERSALE AL MONDO
SOPRA TUTTE LE LEGGI E PRENCIPATI, E LA VIRTÙ DI
FAR LE PARTICOLARI LEGGI, ET LE APPLICATIONI LORO
Raggionevolissima e credibilissima fede è che Dio ami le cose,
che ha create più che il padre i figli, e che tenghi cura de tutti e più
de più nobili; dunque più degli huomeni; dunque ha comparso loro,
et dato avvisi, dove non arriva il nostro valore; dunque errando nel
culto divino, et introducendosi heresie, scisme et divisioni de prencipato,
et idolatrie, et guerre, carestie, e pestilenze, et maledittioni per
ogni verso, il medesimo Dio si sia fatto huomo, vedendo, che alla
sua incessibilità giunger non potevamo, n’habbia dato leggi, e fatti
rationali, insegnato il vero culto, tolto la maledittione, e la diversità
de fedi, sette e prencipati, et restituito la natura alla sua innocenza
primiera, e dato il modo di schivar tutti i mali presenti e futuri, conveniente
a tutte le nationi, et che secondo li suoi precetti questo
secolo felice si trovaria in tutti, ma non cessano le maleditioni dove
non ci è intelletto, amore, e fede di osservare li suoi remedij, dunque
una legge a tutti commune, et un prencipato haverà restituito, come
fu nella natura incorrotta, et nel secolo d’oro prencipe, sacerdote et
padre dell’universo.
Nella legge di Moise questa non poteva essere, si perché David
molto più aspettava questo redentore del suo seme; si ancora perché
la legge di Moisè non fu universale a tutti li popoli, e ad ogni tempo
conveniente, ma solo a quei popoli, et tempi particolari.
Non mangiar carne di porco, far scelta de’ cibi, circoncidersi per
dividersi dall’altre nationi, permettere usura con le strane, et altre
loro cerimonie, lavande et contaminationi, non giovano ad ogni
tempo, e loco, perché dove non è lepra, e la carne porcina è utile, e

Precedente Successiva