Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 310

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Massinissa. Però savio era il re Sebastiano di Portugallo a servirsi delli
figli del re di Fez ad entrare in Africa a gran signoria. Ma lo spender
la propria persona fu poca accortezza. E in vero, perché de i figli del
re l’uno uccide li altri, assai commodo è servirsi inanti al tempo con
arte d’un di loro: ma per tante divisioni che hanno non si deve
temere.
Deve però il re, avendo commodità <assai>, spingersi sempre più
in dentro dell’Africa, or che ha posto fortezze in tutti i suoi lidi occidentali
e meridionali sino al golfo Arabico, e con belle maniere servirsi
del Pretejanni ad opporlo contro il Turco. Ed è agevole conciliar amicizie
per mezzo de Gesuiti, che son andati a lui, e far che rinovi l’obedienza
al Papa con ambasciatori, come han fatto ad Eugenio IV e a
Clemente VII, per mezzo de Portughesi, e collegarli con noi, e mandar
maestri cattolici di quell’arte e religione che non sanno, perché son
facili a venire al nostro, e più facile è questo, perché li Etiopi hanno
per profezia d’una loro santa, detta Sinoda, che essi insieme con li
Latini han da espugnare il Turco e liberar il santo Sepolcro. E certo
sendo signore il re di tutti i lidi d’Africa, si deve sforzare che nissun
navighi quel mare degli Africani, ma far che si serva delle navi portughesi
il Pretejanni, quando volesse per il golfo Arabico entrar in Palestina
a danni del Turco suo nemico.

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