Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 320

Precedente Successiva

XXX
Del Gran Turco e suo imperio
Assai abbiamo detto sopra dell’imperio del Turco, come egli aspiri
alla signoria del mondo, e già si fa chiamare signore universale, come
il re di Spagna cattolico, cioè universale, onde insieme si giocano il
dominio dell’universo. C’è però da considerare l’uno e l’altro in che
più o manco puote.
Il Turco è signore assoluto, erede di tutti i beni della terra ch’ei
possiede e dei corpi degli uomini dominatore, e può vivere da tiranno,
ogni cosa a sé assolutamente arrogando, e da padre che abbia tutti i
populi per figlioli, i quali non abbiano partito tra loro la eredità, ma
esso padre ogn’anno doni a loro i campi e li offici che hanno a fare.
Di più, la religione a lui è propizia, non avendo sopra sé un
sommo sacerdote, e ha la milizia fortissima, tenendo i seminarii delli
più gagliardi fanciulli per farli soldati e giudici e baroni. Né ha baroni
che si possano sollevare, né figlioli che possano dividere l’Imperio,
perché il primo uccide gli altri. Né penuria di gente, perché pigliano
tutti più che una moglie, né sterilità né virginità impedisce generazione
appo lui.
Di più, fa le sue guerre in persona, e fa le guerre in giro, non lasciando
paese dietro a sé de nemici, e non allontanandosi più da una
contrada del mondo che dall’altra, come sopra abbiamo scritto, e usa
mirabil arte a differire le guerre sempre con suo vantaggio. E viene da
Jafet per Magog, e ha legge da Jacob per Ismael, onde è Macomet, e
di lui fu scritto ad Agar per bocca di Dio: Manus eius contra omnes et
manus omnium contra eum, et e regione figet tabernacula fratrum

Precedente Successiva

Schede storico-bibliografiche