Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 540

Precedente Successiva

quali non potea purgare il calor debole, et serrano la
cute et poi riaccendono. Si accende nelle parti solide
l’humidità ruggiadosa, che sta nelli meati della nutritione
et in particolare nelle vene et nella carne; secondariamente,
si liquefà la sodezza della carne e del grasso;
terzo, si liquefanno le membrane et fibre et altre sodezze
nervose. Il che fatto si muore, come nella lucerna prima
si consuma <l’olio> imbibito nel lucigno, poi finalmente
l’humidità nativa del lucigno. Rimedio è l’humettar le
parti et aprir la cute. con bagni dolci, tepidi, et nutrire il
corpo con latte, principio dell’humidità radicale, e con
lento essercitio avvivare li spiriti.
[AVERTIMENTI.]
[a. Ogni febbre si fa in tutto il corpo, ma quando commincia
dalli spiriti per causa loro si dice diaria, quando dagli humori
putrida, quando da le solide parti ettica.]
a1. Facendosi nelli spiriti queste febri, è necessario che
la dilatatione, la quale si fa per spirito augumentare, sia più spessa
della constrittione, che si fa per scacciar le fuligini et

Precedente Successiva

Schede storico-bibliografiche