Tommaso Campanella, Monarchia di Francia, p. 470

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non fur mandati, hanno lasciato il Mondo novo, a cui eran mandati. E
tradiro questa novella Cristianità a gl’Inglesi e Olandesi, e sparsero
più sangue in Lombardia per levar a Cristiani quel poco che possedeno,
che non ha il Po acqua, e più oro che pietre l’Appennino. E in
ciò son ostinatissimi: dunque è certo che hanno a mancare, e Dio darà
successori a loro. E perché lo sito di Spagna è utile a questo, darà la
Spagna a chi si servirà di questo commodo in meglio per il ben
publico. E sperienza han dato gli Olandesi, che altra nazione che Spagna
potrà far quel che fa Spagna, e più per unir le nazioni quando sarà
rotta affatto la lagena austriaca in suoi pezzi. Però non è maraviglia,
ch’il duca di Savoia può far guerra a gli Austriaci, e Olanda sola alla
potenza di tanti regni: perché, lasciando di fare quel ch’è a lei fatale,
opera contra il proprio fato, e il peccato è grande, che combatta
contra Cristiani colui che è mandato a tutto il mondo ad acquistar per
Cristo.
E come gli Americani per il peccato della antropofagia, sodomia
e idolatria andaro in preda a Spagnoli, così li Spagnoli saran preda
d’altri, per la crudeltà, superbia e repugnanza al proprio fato e alla
mission divina. Se li Spagnoli seguiano l’imprese del Mondo novo, le
saria stato poi soggetto per giunta anche il vecchio. Ma essi vonno un
palmo del vecchio pria che un regno del novo: cadeno dall’un e d’altro.

Dunque fa opera divina in sé, e di misericordia alli Spagnoli, chi
togliesse a loro ciò che possedeno in Italia e in Belgio, perché distrigati
da questo impedimento attendessero solo alla propria legazione sopra
il Mondo novo.

La guerra, che han fatto li Francesi con li Spagnoli per il regno di
Napoli, ha fatto in varii tempi che li Turchi

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