Tommaso Campanella, Monarchia di Francia, p. 596

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che nissun passi uno scudo: il resto eccedendo vada al fisco e il perda
il tavernaro, che se lor donasse stelle bollite e angeli arrostiti, non
potrebbe dimandar, come s’usa, le 30 e 40 pistole. Resto stupito
quando questo intendo, e per tutta Europa corre vituperosa fama.
Esercitar la gente al maneggio delle armi e a lodar l’imprese d’eroi,
romani, greci, francesi, e con poemi e canzoni e ragionamenti mantenerli
coraggiosi.
Item, insegnar loro i difetti de’ nemici, la fiacchezza, la malvagità, le
bugie, il vantamento che si fanno sopra loro. E come per la discordia
di Galli son cresciuti a questo, e che la concordia li disfacerà, etc. La
disciplina militare esser più necessaria che la milizia e la forza mostraro
li Romani, che sempre han vinto nazioni più potenti, perché
s’esercitavan nell’armi e nelle virtù morali e scienze utili all’animosità
e alla fortezza, alle quali il gioco, le puttane e la taverna sono
pestilenza e morte.

Ma di ciò si potrà far un libretto particolare: basta il suddetto per
trattar la depressione dello spagnolismo.

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