Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 150

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a predare senza licenza del duce. Onde spesso si perde la vittoria, o i
vili s’arricchiscono, e i forti combattono a morte.
Di più, chi tenerà il luoco del compagno morto, che li sta a lato,
overo libererà da morte il compagno, abbia la corona di quercia, detta
civica. Chi primo saglie le mura, la corona ossidionale di gramigna,
ecc., e chi ecc., e si dia dal duce con applauso militare, cantandosi versi
ecc., perché così meglio ecc., divino modo de Romani.
Nell’acquisto delle grandi monarchie, sempre a guerra andaro i re,
e sempre più acquistaro i re bellicosi che gli oziosi. Se il Re vuol
acquistare, osservi questo; se solamente mantenere, stiasi in casa, ma
guardi d’aver buoni soldati e capitani fedeli; ma sempre, per non
diventar contennendo, deve dare saggio d’essere guerriero, o di amar
la guerra, e andando egli in persona, deve andare con genti assai, in
modo che vinca sicuramente, che se no perde il credito, ed ognuno de
nemici lo stimerà poco. Ma quando perdono i suoi, è manco male se
ei non vi è presente.

La milizia del mare, a cui son buoni i Genovesi e Portughesi e
Olandesi, è la più necessaria, perché chi fu <bon guerriero del mare,
fu anco della terra preditore, e chi è> signore del mare, fu anche
della terra.

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