Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 170

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XVII
Dell’amore e odio de popoli,
e delle congiure

Pare ad alcuni che i popoli nella repubblica si debbano amare per
utile comune, come usavano tra loro i Veneziani ogni amor procurare,
ma che nel regno monarchico il Re deve procurare odio tra loro
e disunione, acciò nessuno vendichi l’altro del male che riceve dal
Prencipe, né si possano unire a congiurare contra lui, e tutto l’amor
loro voltassero ad amare il Re.
Questa regola è falsissima in più modi
: primo, perché fa il Re
tirannissimo, e che solo governi per proprio bene e non de’ popoli, onde
non amore dall’odio tra i popoli, ma timore ed invidia si procura.
Secondo, perché il dominio naturale cerca unione tra i popoli, per stare
più saldi contro i nemici e aiutarsi l’un l’altro in pace e in guerra con li
mutui offici. E però hanno i buoni legislatori procurato con l’opinione
comune unirli in amore e con la religione comune, facendoli convenire
in un tempio, acciò si riconoscano onde si amino, perché le non
conosciute cose non si amano. Onde Platone proibisce i sacelli privati, e
Moisè in tutto il regno solo un tempio ordinò, acciò tutti in una
opinione e un amore di Dio concorrendo da ogni banda si conciliassero
tra loro l’amore.
Dopo i matrimonii a questo fine furono instituiti,

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