Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 344

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osservaremo integramente la sua fede, com’egli fece e noi giuriamo
fare, lavati da un’acqua in verbo di Dio, e mondati dal peccato per la
grazia invisibile. E ci ha dato poi queste armi per vendicarci contra
quelli che hanno violato la legge naturale e contra quelli che impediscono
la semenza che noi spargiamo della verità.

Questo proemio si doveva fare a quella gente, e pigliar molti di
loro che per fisonomia pareano più atti ad imparare, e insegnarci
queste parole, e poi mandarli a convocare, come la Samaritana, l’altre
genti, e accarezzarle assai, e non mostrar crudeltà né avarizia, e dire
che quell’oro che essi sprezzavano, noi ancora lo sprezzamo, ma ce ne
servimo per commutare i beni dalli uni alli altri, e cercarlo senza voracità,
e che invece a quel paese portiamo il ferro, che è più utile per il
culto della terra e per la defensione umana. E poi mettere assai di
quella gente su le navi, dicendo che è precetto di Dio, per bocca del
Papa, e del Re, che essi venghino alle nostri parti, e servirsi di loro a
far colonie intorno all’Africa, e per populare la Spagna di lavoratori,
agricoltori, servi, artisti, e far tutti i Spagnoli soldati, e così di mano in
mano entrar all’acquisto di tutti i paesi loro.
Ma li Spagnoli che prima passaro, sendo soldati e gente grossa,
entraro nel paese {nel Mondo nuovo} senza conoscere quanto importava l’opinione della
divinità a soggiogarli, ma come se entrassero in un luoco de nostri
cominciaro a predare l’oro, e mostrare poca cura della salute di quelli,
e senza regola persuadevano il Cristianesimo dicendo: Battezzatevi,
che anderete in Paradiso, e che Dio fu crucifisso per li nostri peccati,
le quali cose pareano

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