Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 3

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A Gasparo Schioppio, philosopho e cavaliero dell’eterna
sapienza, aurora de la notte Germanica, liberator de la virtù,
<Tommaso Campanella>, spia dell’opre divine, salute e
vittoria.
Sequita, campion di Christo, allegramente le tue magnanime
imprese, che teco è l’omnipotente. Non ponno capire i pensier
tuoi si non in spirito divinissimo. Tutto ti fai a tutti per
guadagnar tutti, come l’Architetto della christiana sapienza
professava; o come il tuo stoico Catone: «Non sibi, sed toti
natum se credere Mundo». La Ragion di stato di questo secolo
antichristiano consiste in stimar più la parte che il tutto,
più se stesso che la specie humana, e più che il Mondo, e più
che Dio. Questi pensier vilissimi sono figli de l’Amor
proprio
, che dal diavolo cominciò, per diabolici figli camina,
e nell’inferno ha da finire.
Combatti dunque fortemente, che
questa rocca hai d’espugnare, la quale ha rinchiuso gl’huomini
come vermi intra il formaggio, che non pensano, che ci è
fuor di questo formaggio huomini, animali, cieli, e Dio.
E
tanto ha avvilito il genere humano, che pare stolto chi non è
vilissimo con loro. Ma che maraviglia? La serpe al serpe pare
bella, all’Asino l’Asina, perché con occhio serpentino et asinino
mirano. Non così l’huomo, che tiene occhio divino, il volto
volto al cielo. Ma oscurato è il secolo, non sa dove è il
cielo; le stelle si son coperte di nebbie, le lucerne estinte, il

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