Tommaso Campanella, Dichiarazione di Castelvetere, p. 104

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le quale mostravano mutazione in Sicilia e Toscana e Calabria, e
me le mandò a vedere: e io disse che ponno essere vere, perché
l'altri astrologi e savi predicono il medesimo.
Or, ritrovandosi in Stilo nemicizia tra li Carnelevali e Contestabili,
io fui adoperato del auditor David per instrumento della pace,
e con questa occasione praticai strettamente con li Contestabili, e
un giorno Girolamo de Francisco, cognato de Giulio Contestabile,
me venne a dire s'è vero che ci serà mutazione, sí come io predicai
il dí della purificazione della Madonna, e io disse che cosí
pensano; esso mi rispose che non avea speranza in altro ch'in questo,
perché avea speso tre mila docati de denari e la robba sua, e
stava carcerato per Stilo, e tutto il tempo della vita sua fu travagliato;
e dopo mi venne a parlare piú volte di questo, e io respondevo
che serà quel che Dio vuole; e me disse esso Geronimo,
ch'io non dicesse queste cose a Giulio Contestabile suo cognato,
perch'era infidele amico, ma che al tempo del negozio averia fatto
assai, perché era testa sagace e astuta; io resposi che queste cose
non tengo conto di dirle o no. Finalmente, essendo venuto Marco
Antonio Contestabile, contumace di Stilo, frate d'esso Giulio, per
ratificar la pleggeria della pace con li Carnelevali, Giulio veniva
al convento, dove era per sicurtà Marc'Antonio con Giovan Tomase
Cascia bandito de Squillace, e piú volte parlando me venne a
dire male delli officiali regi e in particulare del capitano e de tutti
Spagnoli; e mostrando desiderio di vederli stirpati, perch'aveano
posto il patre in pregione e tenuto della parte de' Carnelevali, io lo
conortava a pacienza, dicendo che Dio ci provederà, si ha patito
ingiustamente; finalmente me disse un giorno, vedendo l'imagine

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