Tommaso Campanella, Narratione della istoria, p. 310

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succeduta questa ruina, non si può condennar il Campanella, perché
il pronostico era comminatorio, non predestinatorio: cosí fu
difeso Michea e, a suo esempio, Ieremia profeta da Safan, e poté
aggiungere quel di Iona; e veramente il Campanella fece questa
confessione per non morir in tormento, e non perché fosse vera,
se non che si parlava senza proposito e che portavano li prodigi di
tal mutazione e repubblica, e non per determinazione propria di
farla e con altri.

22. Queste e altre ragioni odendo il Sances con altri di sua fazione,
levaro al Campanella la commodità di scrivere e d’esaminare e
difensarsi, e li libri, e il commerzio con avvocati, e lo posero dentro
il torrione inferrato, dicendoli che dovea morir per ragion di
Stato e che s’apparecchiasse i sacramenti, non a difensarsi; e li
mandaro Gesuini e frati a conortarlo a morire; e volendo presentar
il Campanella li libri da lui fatti sopra la mutazion del mondo e
la Monarchia di Cristo,d’una greggia sotto un pastore, presto apparitura
in tutto il mondo, data da lui al cardinal Sangiorgi dui anni
avanti, perché si vedesse che non era invenzion contra la Chiesa
né contra il Re fatta novamente: e, di piú, volea presentar un volume
scritto Della monarchia di Spagna,molto utile alla Corona, e la
tragedia della Regina di Scozia fatta da lui per Spagna contro Inghilterra,
e li Discorsi alli príncipi d’Italia,che per ben commune non devono
contradir a detta monarchia: e questi libri fece venir dalla padria
subito. Ma il Sances non volse che si presentassero né si sapessero,
e però lo ristrinse nel torrione con le fenestre serrate, e mise
timore a chiunque parlava d’aiutarlo, e li fe’ tanti strazi al povero

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