Relatore:
Germana Ernst

Testo:
I tre impostori. Mosè, Gesù, Maometto (file pdf 116 KB), in ANONIMO, I tre impostori. Mosè, Gesù, Maometto, testo latino a fronte, Introduzione e note a cura di G. Ernst, trad. it. di L. Alfinito, Calabritto (Avellino), Mattia&Fortunato, 2006, pp. 32-70.

Traduzione italiana (file pdf 119 KB): ANONIMO, I tre impostori. Mosè, Gesù, Maometto, testo latino a fronte, Introduzione e note a cura di G. Ernst, trad. it. di L. Alfinito, Calabritto (Avellino), Mattia&Fortunato, 2006, pp. 33-71.

Tema:
L’enigma del De tribus impostoribus

Concetti chiave:
religione e politica – scetticismo – eresia

Abstract:
L’opuscolo latino De tribus impostoribus (che non va confuso con il più noto e diverso Traité des trois imposteurs, del quale sono state messe in luce le derivazioni dalla nuova filosofia, in particolare da Hobbes e Spinoza) è un testo enigmatico, che ha sollevato fra gli studiosi una serie di dubbi e di interrogativi in parte tuttora irrisolti. Un opuscolo il cui solo titolo, con la trasparente allusione all’impostura delle tre religioni monoteistiche e dei loro fondatori, Mosè, Cristo e Maometto, suonava come la più empia delle bestemmie, che non poteva non suscitare, al solo sentirlo nominare, un grido di orrore. L’opuscolo ‘diabolico’, generato dalle fiamme infernali e degno di ritornarvi, oggetto al tempo stesso della più scandalizzata esecrazione e delle più spasmodiche ricerche da parte di studiosi e sovrani, sul quale dal Medioevo all’età moderna circolarono sospetti, dicerie, indizi, nel corso degli anni era stato attribuito «à tous les incrédules, assez noirs pour mériter cet injurieux soupçon de l’avoir écrit» (Busson), mentre la critica razionalistica a cavallo del XVIII secolo era giunta alla conclusione che il libro-chimera, di cui tutti parlavano senza che nessuno l’avesse mai visto, non era mai esistito, e si configurava come una proiezione di ossessioni e immaginazioni collettive. Ma un opuscolo latino intitolato De tribus impostoribus viene stampato a Vienna nel 1754, con la falsa data del 1598. Nell’analizzarne i contenuti, gli studiosi hanno cercato di metterne a fuoco le caratteristiche e la cronologia, avanzando proposte differenziate: se alcuni individuano un nucleo più antico del testo, a cui si venne ad aggiungere una seconda parte senz’altro più recente, altri lo mettono in relazione con la disputa pubblica che ebbe luogo nell’università tedesca di Kiel nel 1688 e lo attribuiscono integralmente al giurista Johann Joachim Müller.
Nel seminario si farà riferimento alla recente edizione del De tribus impostoribus, che offre il testo latino del misterioso opuscolo (riprendendo quello edito nel 1861 da G. Brunet e riproposto in Italia dall’editore Daelli nel 1864), accompagnato da una nuova traduzione italiana; le due traduzioni precedenti, che risalgono al secolo XIX, sono rarissime e inaccessibili. Si ripercorreranno le tappe più rilevanti della querelle erudita legata all’opera, soffermandosi a considerare alcuni degli aspetti più significativi di queste brevi ma dense pagine, che proprongono una difficile riflessione sulla divinità e le false immagini che di essa gli uomini proprongono.

Letture consigliate:
G. Ernst, Campanella e il «De tribus impostoribus», «Nouvelles de la République des lettres», II, 1986, pp. 144-170 8 (e poi in Ead., Religione, ragione e natura. Ricerche su Tommaso Campanella e il tardo Rinascimento, Milano 1991, pp. 105-133).

La voce di P. Marchand, Impostoribus (Liber de tribus), sive tractatus de vanitate Religionum (Dictionnaire historique, La Haye, 1758, t. 1, pp. 312-329), ristampata, a cura di J. Dean, in Appendice a Heterodoxy, Spinozism, and free Thought in early-eighteenth-century Europe. Studies on the Traité des trois imposteurs, ed. by S. Berti, F. Charles-Daubert and R. H. Popkin, Dordrecht-Boston-London 1996, pp. 477-524.

Anonymus [Johann Joachim MÜller], De imposturis religionum (De tribus impostoribus). Von den Betrügereyen der Religionen, kritisch hrs. u. kommentiert von W. Schröder, Stuttgart-Bad Cannstatt 1999.

S. Landucci, Il punto sul «De tribus impostoribus», «Rivista storica italiana», CXII, 2000, pp. 1036-1071.

 

 

Chiudi

 

Home