[1] L’Anonimo qui si confonde poiché Coton predicò in S. Sernin in una delle domeniche d’avvento (2, 9, 16 23 dicembre) del 1618 e non in una delle domeniche di quaresima (17 e 24 febbraio; 3, 10 e 17 marzo) del 1619. Cfr. in proposito J.-M. Prat, Recherches historiques et critiques sur la Compagnie de Jésus en France du Temps du P(ère) Coton (1564-1626), Lyon, Chez Briday, Libraire-Éditeur, 1876, p. 26.

[2] Si riferisce ovviamente a Théophile de Viau che fu appunto imprigionato nel maggio 1619. Infatti, la lettera che Luigi XIII spedì da Orléans per sollecitare il procuratore generale Mathieu Molé a procedere contro il poeta è datata 13 maggio 1619. vedi F. Lachèvre, Le procès du poète Théophile de Viau (11 Juillet 1623 – 1er septembre 1625, tt. 2, Paris, Champion, 1909; A. Adam, Théophile de Viau et la libre pensée française en 1620, Paris, Droz, 1935.

[3] Allude ad un caso di esorcismo verificatosi a Marsiglia. L’ossessa si chiamava Madeleine de Demandouls o de la Pallud e la sua vicenda è narrata da Sébastien Michaelis e François Dooms nella Histoire admirable de la possession et conversion d’une Penitente séduite par un magicien... conduite à la Scte Baume pour y estre exorcizèe l’an 1610. Paris, G. Chastellan, 1613.

[4] Si riferisce ai libertini «filii huius saeculi, filii tenebrarum, qui omnia in suam laudem, & gloriam referunt, quantumcvmque contrarim berbis exprimant, atqe fingant».

[5] Ippone (di Samo o di Reggio?) medico e filosofo del v secolo a. C.

[6] Teodoro di Cirene, detto l’Ateo, precursore dell’evemerismo.

[7] Teagene di Reggio, filosofo del vi secolo a C., diede una interpretazione allegorica delle divinità greche, riconducendole agli elementi naturali.

[8] Mezenzio è il nome dato ad un oscuro ateo, di cui parla il poeta Nicolas Rapin e a cui dedica l’ode In Mezentium Saincte-Marthe (v. Epigramat. Lib. i, Scoevolae Sammarthani opera tum poetica tum ea quae soluta oratione scripsit, Lutetiae, Durand, 1616, pp. 257-58). F. Garasse, La doctrine curieuse, pp. 124-26 ci fa sapere che egli fu candannato al rogo sotto Enrico III. In una lettera indirizzata a Charles Spon il primo aprile 1659, Patin identifica l’oscuro Mezenzio con Geoffroy Vallée.

[9] Nella tradizione apocrifa dell’Antico Testamento, secondo il Libro di Enoc, Parte II: Libro dei Vigilanti, vi-1 – ix-11 e seguenti, i Ciclopi o Giganti, alti tremila cubiti, furono generati dall’accoppiamento degli angeli, figli del cielo, con le donne, e furono dediti ad ogni scelleratezza ed empietà.

[10] Non nel quarto, ma nel primo libro degli epigrammi (Marziale, i, 11, 14, 27, 69), ove però Selio è presentato non come ateo, ma come un tipico scroccone.

[11] Si riferisce a Santorio Santorio (1561-1634), autore di diverse opere mediche come i Commentaria in primam fen primi libri Canonis Avicennae, Venetiis, Giacomo Sarzina, 1626, e De statica medicina, Hagae Comitis, Adriaen Vlacq, 1657.

[12] Antoine Fusil o Fuzy, autore de Le Mastigophore, ou, Precurseur du Zodiaque, s. l., s. e., 1609.

[13] I due autori, cui Garasse fa riferimento nelle pagine precedenti, sono Berengario e Pietro Abelardo.

[14] Étienne Pasquier (1529-1615), storico e giureconsulto francese, autore de Les Recherches de France, Paris, L. Sonnius et J. Petit-Pas, 1621, fu attaccato da Garasse, tanto nella Doctrine curieuse, nell’Apologie e ne La Somme Theologique, quanto ne Les Recherches des Recherches et autres oeuvres de Me Estienne Pasquier, pour la defense de nos Roys, Paris, S. Chappelet, 1622. Intervennero in sua difesa i figli e Antoine Remy che diedero alle stampe La deffence ovvero L’Anti-Garasse.

[15] In Amph., p. n. n. 17, Vanini deride le gregorianae apparitiones con chiaro riferimento ai Dialoghi di Gregorio Magno.

[16] Testo anonimo di tradizione ebraica, recentemente ristampato in versione italiana: La clavicola del re Salomone: la vera magia nera, Viareggio, Rebis, s. d., ma 1976.

[17] Si riferisce a sette eretiche della prima metà del xiv secolo, contro cui si schierarono pontefici come Giovanni XXII e Gregorio XI.

[18] Eunomiani sono gli ariani più radicali seguaci di Eunomio, discepolo di Aezio, morto nel 395 d. C.

[19] probabilmente Garasse confonde Giacomo l’ebreo (ovvero Jacob Barnet) che Vanini dice di aver incontrato a Londra e poi a Parigi (vedi Amph., p. 65 ) con Giovanni Maria Ginocchio che invece lo accompagnò per tutto il soggiorno inglese.

[20] I Toüoupinamboults, secondo il racconto di Jean de Léry, sono selvaggi brasiliani privi di qulasivoglia nozione di divinità. Vedi Histoire d’un voyage fait en la terre du Bresil, autrement dite Amerique. Contenant la navigation, & choses remarquables, veuës sur mer par l’autheur... Les meurs & façons de vivre estranges des Sauvages Ameriquains: avec un colloque de leur langage... Non encore mis en lumiere, pour les causes contenues en la preface. Le tout recueilli sur les lieux par Iean de Lery natif de la Margelle... A La Rochelle, Pour Antoine Chuppin, mdlxxviii, p. 265: «Ce que i’ay bien voulu narrer expressément en cest endroit afin que chascun entende que si les plus qu’endiablez Atheistes dont la terre est maintenant toute couverte par deça ont cela de commun avec les Tououpinamboults de se vouloir faire acroire, voire encores d’une façon plus estrange & plus bestiale qu’eux, qu’il n’y a point de Dieu, que pour le moins en premier lieu, il leur aprennent qu’il y a des diables pour tourmenter, mesme en ce monde ceux qui nient Dieu & sa puissance».

[21] Gli autori citati nelle pagine precedenti sono Lutero, Calvino e i calvinisti, Cardano e Pomponazzi.

[22] Vedi Oeuvres complètes de Théophile (par M. Alleaume), tt. 2, Paris, Chez P. Jannet, 1856, t. i, Satyre première, pp. 236-241.

[23] Teofilo di Costantinopoli, giureconsulto bizantino del vi secolo d. C., che partecipò ai lavori di sistemazione del Codice giustinianeo.

[24] Pierre de Blois (lat. Petrus Blesensis), arcidiacono di Bath, le cui lettere sono edite in un incunabolo: Incipiunt Epistole... Petri Blesensis bathoniensis archidyaconi, Brussels, Fratres vitae communis, 1480.

[25] Fozio, patriarca di Costantinopoli (secolo ix d. C.), autore della celebre Bibliotheca.

[26] Carpocrate, gnostico del ii sec. d. C., si allontanò dall’ortodossia sui temi del male e della immortalità dell’anima.

[27] Cosimo Ruggieri, accusato di magia, fu condannato al rogo nella Place de Grève a Parigi nel 1615. La sua vicenda è narrata da F. Garasse, La doctrine curieue, pp. 154-157.

[28] Dovrebbe trattarsi del De vera sapientia, un’opera che Vanini si attribuisce (vedi Da, p. 369), ma che non ci è pervenuta. È dubbio che Garasse abbia potuto leggerla e tutto sommato il riferimento ad essa resta a tutt’oggi oscuro. G. Papuli, Introduzione, a G. C. Vanini, Opere, a cura di G. Papuli e F. P. Raimondi, Galatina, Congedo, 1990, p. 131, suppone che il gesuita abbia confuso il De sapientia di Vanini con la Sagesse di Charron, ma l’ipotesi è contraddetta dal fatto che a p. 1015 della Doctrine curieuse il testo vaniniano è citato proprio dopo un breve accenno alla Sagesse di Charron; tale circostanza dimostra che Garasse teneva ben distinti i due testi.

[29] La prima edizione della Sagesse è del 1601 e non del 1610: P. Charron, De la Sagesse livres trois, Bourdeaus, S. Millanges, 1601.

[30] Théophile de Viau, Les oeuvres de Theophile, Paris, J. Quesnel, aux deux colombes, 1621.

[31] Mersenne associa a Bruno, Campanella e Vanini un gruppo di novatores antiaristotelici, quali D. Gorlaei (David van Goorl), Exercitationes philosophicae, quibus universa fere discutitur philosophia theoretica et plurima ac praecipua Peripateticorum dogmata evertuntur, Lugduni Batavorum, Impensis Iohannis Ganne et Harmanni a Westerhuyten, 1620; N. Charpentier, Philosophia libera, triplici exercitationum decade proposita, Francofurti, sumptibus Hulsianis, 1621; S. Basso, Philosophia naturalis adversus Aristotelem libri xii, Aurelianae [Genevae], De la Rovière, 1621; N. Hill, De philosophia epicurea, democritica, theophrastica, Paris, s. e., 1601.

[32] Giovanni Tzetze (1110-1180), erudito bizantino, che nelle Allegorie sull’Idiade e l’Odissea spiegò in chiave evemeristica la religione greca.

[33] Pomponio Leto (1428-1497), fratellastro del principe di Salerno Roberto Sanseverino, fu accusato di aver complottato contro il pontefice Paolo II. Cesare Calderino Mirani (fl. 1587), fu prevalentemente un grammatico, autore di dizionari latini.

[34] I. Gentillet, Discours sur les moyens de bien gouverner et maintenir en bonne paix un Royaume ou autre Principauté... contre Nicolas Machiavel, [Genève], s. e., 1576.

[35] Ludovico iusto XIII regi christianissimo ad Christianae rei patrocinium dedicat Fr. Thomas Campanella, Ordinis Praedicatorum tres hosce libellos, videlicet, Atheismus triumphatus, seu contra Antichristianismum; De gentilismo non retinendo; De Praedestinatione et reprobatione et auxiliis divinae gratiae cento thomisticus, Parisiis, Apud Tussanum Dubray, 1636, p. 236.

[36] R. Fludd, De microcosmi historia in duos tractatus divisa, Oppenhemii, aere Johan-Theodori de Bry & Hieronymi Galler, 1617.

[37] Del lungo brano del De admirandis (vedi Da., pp. 381-382) citato da Franzosi, si sono riportate solo le battute iniziali e finali.

[38] Il marchese di Mirabel, che fu ambasciatore francese in Spagna, era ben visto dalla regina Anna d’Austria.

[39] Le pagine che seguono si riferiscono alla seconda disputa tra Voet e De Bruyn, datata 29 giugno 1639.

[40] Si riferisce al gesuita Henry Fitzsimon (1566-1644), autore della Britannomachia ministrorum, in plerisque et fidei fundamentis, et fidei articulis dissidentium, Authore P. Henrico Fitz Simon, Dubliensi Iberno, S. J., Duaci, Baltazar Bellerus, 1614.

[41] In realtà Geoffroy Vallée, nato intorno al 1535-1540, arrestato su denduncia del poeta Rapin nell’ottobre o novembre 1673, fu condannato al rogo l’8 febbraio 1574 (e non 1572 come crede Voet). Anche il titolo dell’opera di Vallée, De arte nihil credendi o Art de ne rien croire, è errato e dipende dalla traduzione approssimativa che ne fece J. Maldonat, il quale la cita nel Commentarium in Matthaeum, in Commentarii in iv Evangelistas, Paris, 1668, pp. 1596-1597. Il testo pubblicato da Vallée nel 1573 reca invece il titolo: La béatitude des chrestiens ou le fleo de la foy (se ne conservano due copie manoscritte, l’una presso la biblioteca dell’Arsenal, ms. 5792, e l’altra nella Nazionale di Francia, Fr. 24883). Sul Vallée, v. H. Busson, Le rationalisme dans la littérature française de la Renaissance (1533-1601), Paris, Vrin, 1971, pp. 523-534.

[42] Furono cosí detti gli arminiani, seguaci di Jan Wtenbogaert, sottoscrittori di una Remonstrantia datata 14 gennaio 1610.

[43] Probabilmente si riferisce alla questione De vitae termino proposta da Beverlinck e pubblicata da Colvius nel volume: Johannis Beveronicii Epistolica quaestio de vitae termino, fatali, an mobili? Cum doctorum responsis. Lugduni Batavorum, I. Maire, 1636.

[44] T. Campanella, Atheismus triumphatus, cit., p. 215, ove però la responsabilità della diffusione della tesi dei tre impostori è attribuita a Boccaccio, sulla base della novella dei tre anelli, e non al fiorentino Poggio Bracciolini.

[45] U. Grandier (1594-1634), curato di Loudun, accusato di magia in relazione al caso della possessione delle Ursoline di Loudun, fu condannato al rogo il 18 agosto 1634. Su tutta la vicenda vedi Factum pour Maistre Urbain Grandier. Jugement rendu par les commissaires députés contre Urbain Grandier. Lettre du sieur Grandier, accusé de magie, au Roy. Relation veritable de ce qui s’est pasé en la mort du Curé de Loudun bruslé tout vif le 18 aoust 1634, s. l., s. d.

[46] Jacques-Auguste de Thou, Histoire de Marthe Brossier, pretendue possedee... Tiree du latin de Messire Jacques Auguste de Thou, Rouen, J. Herault, 1652.

[47] Lettres de l’illustrissime et reverendissime cardinal d’Ossat, evesque de Baieux. Au Roy Henri Le Grand, Paris, J. Bouillerot, 1624.

[48] Trattasi di Pons de Lauzière de Cardaillac, marchese di Thémines, nominato maresciallo di Francia il primo settembre 1616.

[49] Marcione è il noto eresiarca del secondo secolo contro il quale polemizzò Tertulliano nel celebre Adversus Marcionem.

[50] Mani, del secondo secolo d. C., è il fondatore del manicheismo.

[51] David Jorisz (1501-1556) eretico olandese.

[52] Martin Seidel, sociniano.

[53] François David da calvinista passò a forme di radicalismo eterodosso.

[54] Giorgio Anselmi di Parma è autore di un De Musica. Dieta prima de coelesti harmonia. Dieta secunda de instrumentali harmonia. Dieta tertia de cantabili harmonia, recentemente ristampato a cura di G. Massera, per i tipi della Osckhi di Firenze nel 1961.

[55] Rabbi Lipamn von Muhlhausen, giudeo critico del cristianesimo, autore di un Carmen memoriale libri Nizzachon, in Johann C. Wagenseil, Tela ignea Satanae, Altdorfi Noricum, s. e., 1681.

[56] Ioannes Torrentius (1589-1644), pittore olandese il cui vero nome è Johannes Symonsz van der Beeck, noto per la sua scoperta irreligiosità e torturato nel 1627; vedi A. Bredius, Johannes Torrentius, schilder (1589-1644), s’Gravenhage, s. e., 1909.

[57] Gisbert Voet pubblicò con la collaborazione di Martin Schoock un pamphlet contro i rimostranti, intitolato Thersites heautontimoroumenos hoc est, Remonstrantium hyperaspistes: catechesi, et liturgiae Germanicae, Gallicae, & Belgicae denuo insultans, retusus; idemque provocatus ad probationem mendaciorum, & calumniarum quae in ilustr. D. ord. & amplis. Magistratus Belgij, religionem reformatam, ecclesias, synodos, pastores %c. sine ratione, fine modo effudit, a Gisberto Voetio, Ultrajecti, Ex officina Abrahami ab Herwlick & Hermanni Ribbii, 1635, 354 p.

[58] Paul Voet (1619- 1667), figlio di Gisbert Voet (su di lui vedi T. Verbeek, René Descartes et Martin Schoock. La querelle d’Utrecht, Paris, Les impressions nouvelles, 1988, p. 490). Il libro cui fa riferimento Desmarets è verosimilmente il seguente: Pauli Voet I(uris)C(onsulti) ac Philosophiae in Acad(emia) Ultrajectina Profess(oris) Ordinarii Pietas in Parentem contra Ultimam Impotentiam Samuelis Maresiii Professoris Groningiani, Tltrajecti, Strick, 1646, [80] p.

[59] Giulio Castellani (1528-1570), filosofo faentino, aderí all’alessandrismo sotto l’influenza di Pomponazzi, di Porzio e di Maggi.

[60] Allude al De subtilitate scaligeriano, scritto per confutare Cardano: Iulii Caesaris Scaligeri Exotericarum Exercitationum liber quintus decimus de subtilitate ad Hieronymum Cardanum, Lutetiae, M. Vascosan, 1557.

[61] Benché il testo sottintenda ‘dialogo’, di fatto si tratta di ‘libro’, poiché è appunto nel quarto libro del De admirandis che Vanini affronta le questioni religiose.

[62] Publio Papinio Stazio, Theb. x, vv. 827-939.

[63] Rachel de Cochefilet, seconda moglie di Sully.

[64] Jeanne de Montluc, figlia di Adrien, contessa di Cramail, sposò il marchese Charles d’Escoubleau-Sourdis.

[65] Adrien de Montluc ereditò il titolo di conte di Cramail dalla moglie, Jeanne de Foix, figlia di Odet de Foix, erede dei Cramail.

[66] Alexandre de Castelnau, marchese di Sessac, conte di Clermont-Lodève.

[67] Mme Quelin o Mme La Clin fu amante di Enrico IV nel 1600.