Luigi Amabile (Avellino 1828 - Napoli 1892) è l’autore dei tre volumi della biografia di Tommaso Campanella, redatta e pubblicata a Napoli nel 1882, Fra Tommaso Campanella: la sua congiura, i suoi processi e la sua pazzia, lavoro che insieme con l’opera in due volumi pubblicata sempre a Napoli cinque anni più tardi – Fra Tommaso Campanella ne’ castelli di Napoli, in Roma ed in Parigi: narrazione con molti documenti e 10 opuscoli del Campanella inediti – rappresenta la più importante testimonianza sulla vita del filosofo calabrese.

Medico chirurgo di fama internazionale, dal carattere inflessibile ed ostinato, Luigi Amabile fondò nel 1862 la cattedra di anatomia patologica dell’università di Napoli, ma l’abbandonò dopo solo due anni per questioni caratteriali legate alla sua indole di uomo intransigente.

Si dedicò all’attività politica e fu eletto deputato dai suoi concittadini nell'VIII (1861-1865), nella X (1867-1870) e nella XIV (1880-1882) legislatura. Non trascurò mai la professione medica al punto che nel 1876 pubblicò a Napoli la sua opera medica più importante che gli diede celebrità internazionale: Le fistole vescico-vaginali e la loro cura.

La notorietà di Amabile, tuttavia, non si limita al solo ambito della medicina perché negli ultimi anni della vita si dedicò agli studi storici con una passione e una energia – come scrisse Croce – propria degli ingegni veramente e naturalmente forti. Fu durante alcune ricerche su medici napoletani che si imbatté casualmente in alcuni documenti relativi a Tommaso Campanella e alla sua congiura e in tale occasione manifestò a pieno le sue doti di ricercatore instancabile e grande conoscitore di archivi storici. Con una incredibile sistematicità ispezionò archivi e biblioteche europee; recuperò ed ordinò documenti sul filosofo con una così minuziosa e scrupolosa puntualità che – secondo Raffaele Mariano – l’opera di Amabile può sostenere il confronto con i monumentali lavori tedeschi.[1] Deciso a spiegare l’intera vicenda di Campanella, non risparmia, né si risparmia e così a proprie spese percorre, da un capo all’altro, quasi l’Europa intera e, a parere di Ruggero Bonghi, va riconosciuto a Luigi Amabile il merito di aver portato nella sua colossale opera, «tutta la precisione di ricerca ch’è propria della scienza che più particolarmente professa».

Primo frutto di questo intenso lavoro furono i tre volumi pubblicati a Napoli nel 1882: Fra Tommaso Campanella, la sua congiura, i suoi processi e la sua pazzia, seguiti – come già detto – a cinque anni di distanza dall’opera in due volumi Fra Tommaso Campanella ne’ castelli di Napoli, in Roma ed in Parigi: narrazione con molti documenti e 10 opuscoli del Campanella inediti.

In Tommaso Campanella c’è l’uomo con le sue vicende sciagurate e il filosofo con le sue intuizioni circa il mondo e la vita, tuttavia l’unico interesse di Amabile è stata la biografia. Per citare Mariano: «Perché non ci si aspetti dall’opera dell’Amabile quello che non c’è, e ch’egli non ha inteso fare, e che non s’ha il diritto di pretendere, diciamo subito, innanzi ogni cosa, che del filosofo, del pensatore e delle sue dotttrine, non è in essa punto proposito».[2] Amabile ha veramente concentrato tutta la sua attenzione sull’uomo e sulla vita, e ha fatto sforzi poderosissimi per ricostruirne la biografia. Per Amabile, affascinato dalla vita avventurosa del suo eroe, sembra quasi che il filosofare sia un perdersi – come sostiene Mariano – in fantasticherie vane; per questo non tralascia in più luoghi di lamentare come al Campanella sia mancato l’agio di svolgere la sua filosofia senza impedimenti e facendo uso dei sensi, nel qualcosa, ritiene, sarebbe riuscito un empirista, un sensista, della più pura acqua.[3]

Il risultato è la pubblicazione di un’opera che raccoglie una quantità ingente di documenti nuovi, oltre a quelli già noti che rimette in circolazione corretti. I cinque volumi che compongono la biografia, raccolgono i documenti che accompagnano la vita del Campanella dalla nascita (5 settembre 1568), sino alla morte (21 maggio 1639), in tutti gli eventi suoi, via via, prima nel tempo anteriore alla congiura e dei processi; quindi nel periodo posteriore, durante la prigionia nei Castelli di Napoli e in seguito durante i soggiorni a Roma e Parigi. Ci sono inoltre lettere, discorsi manoscritti del Campanella, le sue apologie, gran numero di poesie fino ad allora ignote, numerosi opuscoli inediti, e, infine, il catalogo cronologico delle opere, mai redatto, neppure dal Campanella medesimo. A questi documenti si aggiungono notizie di ogni tipo relative alle persone, che in un qualsiasi modo ebbero a che fare con lui: per esempio si dilunga sia sul chirurgo di castel Nuovo che si chiama Scipione Camardella e anche su Don Gaspare d’Accetto che era curato della Chiesa di Castel Nuovo. Ci sono personaggi però che lui trascura, dei quali, stranamente, non ha interesse di farci avere notizie: ad esempio non gli importa di farci apprendere il nome del Castellano di castel Nuovo nell’anno 1599, quando Campanella vi giunse, che era Don Alonso de Mendoza nè di darci alcuna indicazione sui suoi parenti e discendenti.

Significativo è il giudizio di E. Fiorentino secondo il quale sembra quasi che Amabile sia vissuto nell’età stessa del Campanella: «che abbia seguito assai da presso non solo il Campanella, ma i compagni di lui, gli amici, gli aderenti; sa di ogni convento gl’intrighi, le invidie, le vendette; di ogni bandito la vita e le colpe; di ogni casa ragguardevole, i titoli, le fortune, gl’interessi, le parentele, le ambizioni, le amicizie».[4]

È proprio in questa ricerca esatta, precisa, minuta e puntuale che si trovano le qualità maggiori dell’opera ma nello stesso tempo sembra che vi si possa rintracciare la radice stessa dei suoi difetti. La narrazione diligente e meticolosa se da una parte può indurre a stanchezza il lettore, dall’altra non contribuisce ad aumentare il carattere letterario ed estetico dell’opera che in più parti prende lineamenti e andamento di cronaca.[5]  Le frequenti e innegabili ripetizioni di cui a volte lo stesso Amabile è consapevole lo hanno spinto a scusarsene con i lettori in più pagine. [6]

Quest’opera non si limita a descrivere e illustrare la vita di Campanella ma apre uno squarcio su tutto un secolo, sui tempi e le istituzione del periodo vicereale di Napoli e della Calabria e Raffaele Mariano nella sua recensione arriva a dire che data la vastità dell’opera quasi stupisce che si sia trovato chi la pubblicasse.


[1] Raffaele Mariano, Fra Tommaso Campanella del professore Amabile. Saggio critico-storico, Napoli, 1888, pp. 151-229 :153.

[2] Raffaele Mariano,ibid, p. 155.

[3] Raffaele Mariano,ibid, p. 156.

[4] F. Fiorentino, recens. in Arch. stor. Per le prov. napol.,VIII (1883), pp. 559-572;

[5] Cfr. Raffaele Mariano, cit., p. 202

[6] Luigi Amabile, Fra Tommaso Campanella: la sua congiura..., 1882 vol. I, pp. 167, 257, 363, vol. II, pp. 58, 239, 283 e ancora in Id, Fra Tommaso Campanella ne’ castelli di Napoli, in Roma ed in Parigi..., 1887, vol. II, p. 103