VOLUME I VOLUME II VOLUME III

INDICE DEL VOL. I.

Prefazione p. V-LII

Cap. I. - Primi anni del Campanella e sue peregrinazioni
(1568-1598) p. 1 I. Nascita del Campanella in Stilo; la sua famiglia; i suoi primi studii (1). Veste l'abito di clerico; emigra con la famiglia a Stignano; suoi studii ulteriori (5). Entra nell'ordine Domenicano in Placanica; va novizio a San Giorgio; passa studente a Nicastro ove fa conoscenza co' Ponzii e con fra Giovanni Battista di Pizzoni (8). È mandato a Cosenza ove non giunge a conoscere il Telesio, poco dopo ad Altomonte; sua intimità con un astrologo ebreo e persecuzione avutane dai superiori; sua partenza per Napoli in compagnia dell'ebreo con molto scandalo (12).
II. Arrivo del Campanella in Napoli nella casa del Marchese di Lavello presso il figliuolo di lui Mario del Tufo (22). La sua disputa in Santa Maria la nuova; i Domenicani di Napoli (23). I Signori Del Tufo amici e protettori del Campanella (28). Altre conoscenze fatte in Napoli; il Sangro, l'Orsini, i fratelli Della Porta (32). Malattie sofferte e curate dal Campanella in Napoli; il Padre Aquario e il Padre Serafino di Nocera (37). Opere da lui composte fin allora e suo privato insegnamento (39). La Biblioteca di San Domenico e lo Studio pubblico di Napoli; parole dette dal Campanella in dispregio della scomunica; sua cattura per ordine del Nunzio e suo primo processo (42).
III. Trasferimento del Campanella prigione a Roma; condanna all'abiura come veementemente sospetto di eresia (50). Uscita dal carcere; opere composte in Roma in tale periodo (52). Don Lelio Orsini e l'Abate Persio in Roma (53). Andata del Campanella a Firenze; sua visita al Gran Duca, ed informazioni date dal Battaglino Agente di Toscana in Napoli, ad occasione di una cattedra che gli si voleva concedere in Pisa (57). Visita della Biblioteca Palatina; parere di Baccio Valori sul filosofo; disputa di lui con Ferrante De Rossi e il Padre Medici; informazioni date sul suo conto dal Padre Generale Beccaria (59). Partenza per Padova; fermata in Bologna, ove gli sono tolte tutte le opere e sono inviate al Santo Officio di Roma (62). Arrivo a Padova; dimora nel convento di Sant'Agostino e nuovo processo per gravissima violenza patita dal Padre Generale (63). Liberazione; altre opere composte in Padova e suo privato insegnamento in questa città (64). Due nuovi processi per varii capi di accusa; il processo per non rivelazione di un giudaizzante va a terminare in Roma; importanza di questo 3° processo; sua influenza sulle opere allora composte (67).
IV. Nuovo trasferimento del Campanella prigione a Roma e termine del suo processo; sua difesa dalle diverse imputazioni (72). È liberato non senza commendatizie anche dell'Imperatore e dell'Arciduca Massimiliano procurate da Giovanni Battista Clario; va nel convento di Santa Sabina (75). Opere da lui composte in Roma dentro del carcere; suoi compagni di prigionia, Giovanni Battista Clario, due Ascolani e probabilmente anche Colantonio Stigliola; poesie da lui scritte in tale periodo (76). Opere composte in Santa Sabina; impegno di acquistarsi la protezione di alcuni Cardinali; ultima poesia scritta in Roma (85). Ritorno in Napoli; ciò che quivi compose; suo insegnamento e suoi scolari (90). Discorsi sulle future mutazioni col Cortese, Vernalione e Stigliola; notizie circa costoro (92). Consola con l'annunzio delle mutazioni il Principe di Bisignano prigione nel Castel nuovo; notizie circa costui (96). Parte per la Calabria; stato di Napoli in quel tempo; dissenso de' Nobili col Viceré e tra di loro; carcerazione del Sangro Duca di Vietri e forgiudica del Carafa Marchese di San Lucido; notizie circa costoro (101).

Cap. II. - Ritorno del Campanella in Calabria e sua congiura (1598-1599) p. 110 I. Fermata per un mese nel convento di Nicastro, ove dimorano gli antichi amici; Fra Dionisio e fra Pietro Ponzio, fra Giovanni Battista di Pizzoni; loro progressi (110). Dissensi giurisdizionali del Governo col Vescovo di Nicastro e turbamento della città; fra Dionisio ed Innico di Franza sono inviati per questo a Reggio e poi a Ferrara presso il Papa (114). Andata del Campanella a Stilo nel convento di Santa Maria di Gesù; visita de' paesi della marina col Vescovo di Mileto (116). Marcantonio del Tufo Vescovo di Mileto e i suoi conflitti giurisdizionali; conflitti analoghi di altri Vescovi nella Calabria (117). Controversie ed inimicizie cittadine molto gravi (123). Lotte tra' componenti la Regia Audienza di Catanzaro; Don Alonso de Roxas Governatore; Don Luise Xarava Avvocato Fiscale (126). Banditi e forgiudicati nella provincia; loro rifugio ne' conventi e nelle Chiese (131). Discesa de' turchi al Capo di Stilo col Bassa Cicala, e notizie intorno a costui; sua dimanda di rivedere la madre alla fossa di San Giovanni, soddisfatta dal Viceré di Sicilia (134). Vita del Campanella nel convento di Stilo; suoi compagni ed amici, specialmente fra Domenico Petrolo di Stignano e fra Pietro Prestera di Stilo superiore del convento (142). Costumi, insegnamento ed opere del Campanella in tal tempo; in particolare del suo libro della Monarchia di Spagna e di quello de' Segnali della morte del mondo (144).
II. Convinto della vicina fine del mondo e de' grandi fatti che doveano precederla, massime della santa repubblica e secolo d'oro da doversi prima godere, il Campanella fomenta una viva agitazione di aspettativa nella provincia (149). Argomenti da lui trovati ne' libri di profezia e di astronomia per ritenere prossime grandi mutazioni; fenomeni meteorologici che insieme col grave perturbamento della provincia glie le fanno giudicare imminenti; suoi concetti circa tali mutazioni (150). Conversazioni particolari e poi prediche nella Chiesa del convento sul detto tema; moltissimi gli dimandano chiarimenti, perfino il Governatore della provincia; gran credito acquistatosi dal Campanella e motivi di esso (155). Capitolo de' Domenicani, nel quale il Campanella non è chiamato e fra Dionisio risulta in decadenza; trattativa di pace tra' Contestabili e i Carnevali di Stilo, affidata al Campanella dall'Auditore David (159). Componenti delle dette famiglie; Marcantonio Contestabile e Maurizio de Rinaldis, fuorusciti, ne rappresentano il braccio forte (161). Proposizioni del Campanella un po' più spinte anche in materie religiose, oltreché in politica, aspettandosi, per predizioni astrologiche, di essere Monarca del mondo; amici co' quali conversava, atteggiandosi a riformatore e legislatore (164). Colloquii con Giulio Contestabile e Geronimo di Francesco, con Marcantonio Contestabile e Giovanni Tommaso Caccia egualmente fuoruscito (168). Colloquii con Maurizio de Rinaldis, e notizie circa costui; il Campanella, presenti fra Dionisio e il Petrolo, lo decide a voler concorrere con amici a fondare la repubblica, e gli fa copertamente intendere che sarebbe utile profittare dell'aiuto del Turco (169). Commenti su questi fatti; al Campanella devesi non solo l'idea ma anche l'indicazione de' mezzi per attuarla, rimanendo a lui riservato l'ufficio di futuro capo della repubblica (173). Tutti si pongono all'opera; Maurizio va sulle galere di Amurat venuto alle coste di Calabria; il Campanella è chiamato dal Marchese di Arena a Monasterace (175). Fra Dionisio va con un fra Giuseppe Bitonto e un Cesare Pisano fino a Messina; durante il viaggio sviluppa eresie per eccitare il Pisano; di poi con la stessa compagnia, e con l'aggiunta di un fra Giuseppe di Jatrinoli e un Giuseppe Grillo, dopo altri discorsi di eresie in Stignano, torna presso il Campanella riconducendolo da Monasterace a Stilo (176). Anche Marcantonio Contestabile e il Caccia, con un altro fuoruscito, tornano a Stilo (180). Altra escursione del Campanella con fra Dionisio e il Bitonto a Castelvetere, per pregare il Principe della Roccella in favore di Cesare Pisano ivi carcerato; nel carcere veggono un Felice Gagliardo, al quale, come ad altri carcerati, il Pisano parla de' progetti del Campanella e ripete i discorsi di eresia (181). Tornato a Stilo il Campanella eccita il Pizzoni a parlare con Giulio Soldaniero fuoruscito; intanto è chiamato di nuovo dal Marchese di Arena in Arena (184). Il Pizzoni, fra Dionisio e Giovanni Pietro fratello del Campanella, come pure Marcantonio Contestabile col Caccia e un altro fuoruscito, accompagnano fra Tommaso ad Arena; fra Dionisio col Pizzoni ne partono per parlare al Soldaniero in Soriano; colloquii di fra Dionisio col Soldaniero, manifestando i disegni del Campanella e molte eresie (186). II Pizzoni con un altro fuoruscito a nome Claudio Crispo ritorna ad Arena; giunge quivi una lettera che annunzia avere Maurizio preso gli accordi col Turco; fra Pietro di Stilo con Fabrizio Campanella armato viene egli pure in Arena, forse latore della lettera; altre lettere di Maurizio, di Claudio Crispo e del Pizzoni (188). Comparisce una cometa che raddoppia il fervore del Campanella; tutta la compagnia va in Pizzoni; convegno e banchetto di Pizzoni; fra Pietro di Stilo va, a Soriano recando una lettera del Campanella al Soldaniero; parte presa da fra Pietro nella congiura (191).
III. Venuta di fra Marco da Marcianise per una visita nella provincia di Calabria; fra Dionisio va al convento di Taverna già assegnatogli; vi fa quistione con fra Cornelio di Nizza e bastona un altro frate; fra Cornelio è scelto per suo Compagno da fra Marco (196). Il Campanella torna a Stilo, e chiamato da Maurizio va presso di lui col Petrolo e Fabrizio Campanella a Davoli; Maurizio espone i patti conchiusi col Turco; son chiamati Giovanni Tommaso di Franza e Giovanni Paolo di Cordova che vengono con Orazio Rania da Catanzaro; concerto con costoro per fare un'insurrezione in Catanzaro (197). Incontro di Giovanni Battista di Polistina, nemico di fra Dionisio, col Campanella in Davoli; parole scortesi dettegli dal Campanella; fra Giovanni Battista va a Soriano, e il Soldaniero gli comunica la faccenda della congiura e dell'eresia (201). Maurizio va in giro a raccogliere fuorusciti; il Campanella scrive al Crispo e poi va a Santa Caterina; fra Dionisio, condannato dal Visitatore, si rimette in giro con un Cesare Mileri e finisce per andare a Catanzaro, dove mostra gran premura di essere assoluto, e cerca affiliati per la congiura, dicendo che vi partecipavano il Papa, il Cardinal San Giorgio, diversi Vescovi, diversi Nobili (202). Parla col Franza, col Cardova, con due fratelli Striveri ed altri, parimente con Fabio di Lauro e Giovanni Battista Biblia; tratta per fare entrare in Catanzaro 4 a 5 cento uomini incogniti e di notte; enumera gli aiuti che si avranno, mettendo innanzi per la prima volta la frottola dell'intervento di alti personaggi, che evidentemente non poteano intervenire (207). Intanto il Campanella in Stilo mantiene corrispondenze anche in cifra, continua nei colloquii con maggiore espansione, fa una scampagnata con gli amici sul monte di Stilo eccitando le più vive speranze (215). Cenni delle istituzioni politiche e religiose in progetto, come si può desumerli principalmente dalle deposizioni che si ebbero in séguito da fra Pietro di Stilo e dal Petrolo, e poi da moltissimi altri (217). Trattavasi di fondare ciò che fu scritto di poi nella Città del Sole; si ha un notevole riscontro tra le cose allora dette e quelle in séguito scritte, e rimangono così chiarite la congiura e le sue cause, non che la parte presavi dal Campanella, e perfino la verità o la falsità di molte cose deposte nel processo (220). L'idea non era punto democratica ma altamente patriottica, e per essa il Campanella compromise tutto, facendola abbracciare egualmente non da soli malfattori, ma anche da uomini stimabilissimi come Maurizio e fra Dionisio tra gli altri; nè i preparativi .erano di poca importanza quando la congiura fu scoperta (222).

Cap. III. - Scoperta della congiura e processi di Calabria (dalla fine di agosto a tutto dicembre 1599) p. 226 I. Fabio di Lauro e Giovanni Battista Biblia denunziano la congiura al Fiscale di Calabria; poi mandano una 2a relazione al Viceré, il quale ne scrive subito a Roma e a Madrid, e fa partire Carlo Spinelli per investigare e punire (226). Il Viceré Conte di Lemos; suoi dubbi sulla congiura, la quale venne in fondo rivelata secondo le esagerazioni affermate da fra Dionisio (230). Clemente VIII e il Nunzio Aldobrandini; tenerezze di Roma col Viceré a quel tempo; la richiesta da parte del Viceré, di poter carcerare i frati, è accordata dal Papa (232). Carlo Spinelli e i suoi antecedenti; istruzioni solite a darsi in analoghe circostanze; capitani e soldati partiti con lo Spinelli (235). Nuova denunzia tardiva ed incompleta da parte di 5 Catanzaresi, tra' quali il Franza già stato a Davoli, per salvarsi; la denunzia, passata per 1a via dell'Audienza, svela il segreto della congiura e fa intendere che lo Spinelli veniva per essa; il Vescovo di Catanzaro ne dà avviso a fra Dionisio il quale se ne parte immediatamente (239). Fra Dianisio va a Stilo per sollecitare il Campanella ad uscire col Petrolo in campagna; il Campanella si nega e ripara a Stignano presso Don Marco Petrolo, il quale lo denunzia; Giulio Contestabile lo denunzia egualmente, e procura una commissione al cognato Di Francesco contro di lui (242). Lo Spinelli giunge in Catanzaro, fa prendere il Rania e lo affida al Governatore, ma il Rania fugge e poco dopo è rinvenuto soffocato in una vigna presso la città; lo Spinelli si duole del Governatore ed inizia il processo (243). Il Viceré in Napoli affetta preoccupazione per un voluto sbarco di turchi in Abruzzo e una voluta peste nella Marca d'Ancona; emana bandi per la peste in realtà diretti a premunirsi dalla parte di Roma: ma poi, viste bene avviate le cose di Calabria, revoca i bandi e spedisce ordini di rigore contro i congiurati (246). La denunzia di Don Marco Petrolo mandata allo Xarava e il denunziante finisce per essere carcerato come ricettatore; la commissione al Di Francesco giunge un po' tardi, e costui può soltanto carcerare i parenti del Campanella (248). Crescendo il numero de' carcerati lo Spinelli ordina di tradurli nel castello di Squillace, dove il processo continua, venendo carcerato anche Geronimo del Tufo; prevenzioni verso i Nobili e i Vescovi (250). Guidati e Commissionati contro i presunti colpevoli; il Soldaniero ed il Bruno, Giovanni Geronimo Morano e Don Carlo Ruffo Barone di Bagnara; Nobili titolati venuti in aiuto del Governo, il Principe della Roccella, il Principe di Scilla, il Principe di Scalèa; notizie intorno a costoro (253). Altro aiuto potente dato da fra Marco e fra Cornelio, accordatisi col Governo nell'istituire un processo a' frati, co' più iniqui maneggi suggeriti dagli odii frateschi (257).
II. Antecedenti segreti del processo ecclesiastico di Calabria; fra Domenico da Polistina e fra Cornelio; colloquii di costui con lo Spinelli, Xarava e Lauro; sue comunicazioni esagerate al Cardinal Santa Severina e al Padre Generale; costringe il Soldaniero a far da denunziante e persecutore de' congiurati, procurandogli anche un guidatico e una promessa d'indulto dallo Spinelli (258). Titolo e data del processo; 36 capi di accusa; assertiva di richiesta a procedere anche da parte dello Spinelli, del Governatore e perfino del Vescovo di Catanzaro; lettere del Vescovo e del Governatore; commenti (262). Commissione data dal Visitatore fra Marco di catturare il Pizzoni e il Lauriana; particolari della cattura; fra Dionisio col Caccia stava con loro, ma travestito se ne fugge (263). I due frati prigioni dati in consegna a Don Carlo Ruffo nelle carceri di Monteleone; esame del Pizzoni che svela ogni cosa anche con esagerazione e malignità; artifizii e terrori per avere simili deposizioni (264). Esame del Soldaniero commesso dal Visitatore a fra Cornelio, tutto ben concertato; esame del Lauriana, e giudizio su tale esame; commento sul processo, che in fondo non creava fatti essenzialmente falsi, ma li traeva a luce, li esagerava anche e li ribadiva con male arti (267). Intanto il Campanella è catturato insieme co1 Petrolo; particolari della cattura; ricovero in Santa Maria di Titi; arrivo di Maurizio, fuga per sottrarsi a Maurizio, ricovero e travestimento presso Giovanni Antonio Mesuraca a' dintorni della Roccella, tradimento del Mesuraca; commento in particolare sulla condotta di Maurizio (272). Il Campanella è tradotto alle carceri di Castelvetere; apprende per via che il Pizzoni ha rivelato anche eresie e consiglia al Petrolo di far lo stesso: lo Xarava viene a Castelvetere e riceve dal Campanella una Dichiarazione scritta; sunto della Dichiarazione e giudizio sopra di essa (277). Lo Xarava portasi a Monteleone e riceve una Dichiarazione scritta anche dal Pizzoni; inoltre una cifra di cui si sarebbero serviti il Pizzoni e il Campanella, e una copia delle deposizioni fin allora raccolte da' due frati col processo ecclesiastico (281). Passaggio del Campanella col Petrolo dalle carceri di Castelvetere a quelle di Squillace; intanto nelle carceri di Castelvetere il Gagliardo e compagni, saputa la carcerazione di lui, denunziano al Principe della Roccella il Pisano amico del Campanella che li aveva eccitati alla congiura, e lo denunziano anche al Vescovo di Gerace per le eresie loro manifestate; il Principe comunica queste cose allo Spinelli, ma i denunzianti son ritenuti partecipi della congiura; d'altro lato il Vescovo di Gerace fa prendere un'Informazione, che rende la condizione del Campanella sempre peggiore (283). E preso dal Morano Claudio Crispo, e gli si trovano due lettere, l'una di Maurizio, l'altra del Campanella; fra Marco e fra Cornelio continuano a far carcerare frati; son presi e poi rilasciati fra Vincenzo Rodino e fra Alessandro di San Giorgio; son presi fra Pietro di Stilo, fra Paolo della Grotteria, fra Pietro Ponzio, fra Giuseppe Bitonto; fra Paolo è trovato in possesso di una lettera del Campanella al Crispo e di libercolo di segreti e cose superstiziose; il Bitonto è trovato in abito di secolare ed armato (284). Deposizioni che i due Inquisitori raccolgono da taluni di costoro; esame di fra Pietro di Stilo interrotto; esame del Petrolo, che avvilito depone tutto anche con esagerazione (287). Lettera del Cardinale di Santa Severina a fra Cornelio, che prescrive doversi mandare il Campanella a Napoli, e prendere le informazioni unitamente co' Vescovi de' luoghi; così il Campanella non è sottoposto ad alcuno esame in Calabria (290).
III. Catturato il Campanella, lo Spinelli ne dà partecipazione al Viceré, affrettandosi a riconoscere che il Papa non dovea aver che fare nella congiura; dà notizia anche di varii incidenti e de' provvedimenti presi; manda una lista di 34 carcerati; di poi informa che erano state anche seminate eresie, ed erano apparsi i primi legni turchi ben presto seguìti da tutta l'armata (291). Altre catture di que' giorni e continuazione del processo contro i laici; sono esaminati Lauro e Biblia e poi gli Striveri col Franza; particolari di questi esami e commenti (294). Esame di Giovanni Paolo di Cordova e di suo fratello Muzio; prime torture molto gravi; debbono rispondere anche della morte del Rania; esaminato il Soldaniero, di poi Claudio Crispo, che finisce per confessare ampiamente in tortura; giudizii su tali esami (298). Inoltre sono esaminati Cesare Mileri e Tommaso Tirotta, ma lo Spinelli è costretto a partire per l'arrivo dei legni turchi; mosse de' primi legni comparsi nella marina di Santa Caterina e Guardavalle; fanno segnali ma non hanno risposta; poi sopraggiunge l'armata che si mantiene lontana dalla costa e manda 4 galere verso Stilo che fanno pure segnali inutilmente, quindi si dirige verso il capo di Bianco; lo Spinelli va con truppa a Castelvetere per sorvegliarne le mosse, mentre continuano le catture degl'incolpati (303). L'armata con 26 galere va, come al solito, alla fossa di San Giovanni avendo preso due navi Ragusèe; due galere vanno verso Reggio donde si tirano cannonate, e prendono un'altra nave; due schiavi cristiani fuggiaschi dànno notizie dell'armata e de' voluti disegni del Cicala; succede una scaramuccia tra gli spagnuoli e 500 turchi discesi a terra per fare acqua; dopo ciò l'armata torna verso Castelvetere, ma tenendo vento favorevole si dirige verso Cefalonia; lo Spinelli se ne torna a Squillace (306). Viene notizia da Corfù che l'armata si ritira a Costantinopoli; notizie inesatte date poi dal Campanella e da qualche storico circa le cose dell'armata; non vi furono rimproveri al Cicala in Costantinopoli per non avere soccorso i congiurati (308). Lettere e giudizii del Viceré su tutti questi fatti; scrive a Roma immediatamente, partecipando che i frati erano anche eretici, e dimandando che se ne rimetta a lui il gastigo; scrive a Madrid per la ricompensa. a Lauro e Biblia, ed annunzia l'accertato ritiro del Cicala verso Costantinopoli (309). Roma fa sapere che la causa del Campanella deve farsi in Napoli, e che venendo i prigioni debbono essere tenuti come prigioni del Nunzio; aderisce poi ad un'altra richiesta del Viceré, che il Vescovo di Mileto venga a Napoli, e che siano assoluti il Principe di Scilla, il Poerio Governatore del Pizzo e lo Xarava, quando veramente fosse stato riposto nella Chiesa, donde era stato estratto, un clerico che avea data occasione alla scomunica (311). I1 Viceré partecipa la scoperta della congiura agli Agenti di altri Stati accreditati presso di lui; relazioni del Battaglino e dello Scaramelli; costui trasmette a Venezia anche le notizie di piazza, oltre quelle di Corte, e non pone mai in dubbio l'esistenza della congiura (313). Carcerazione di Giulio Contestabile e Geronimo di Francesco, dietro formale denunzia del Campanella, forse esasperato per la carcerazione di suo padre e suo fratello seguita per opera di costoro; il Petrolo, sollecitato dal Campanella, fa una denunzia nello stesso senso (315). Continuazione degli esami in Squillace, presedendovi il solo Xarava; particolari della deposizione di Cesare Mileri, che confessa ampiamente, convalidando in tortura le cose confessate; esami del Gagliardo, Conia, Marrapodi, Santacroce e Adimari (317). Esame di Cesare Pisano, che dapprima nega, poi in tortura confessa ogni cosa; quindi sottoposto a nuovo esame, circa la nuova legge del Campanella, rivela una quantità di eresie; esami secondarii di Domenico Messina e di Giuseppe Grillo; la causa è sospesa per morte del Mastrodatti (322). Prime esecuzioni in persona di Claudio Crispo e Cesare Mileri in Catanzaro; sono arrotati, tanagliati, strozzati, quindi appiccati per un piede e poi squartati; le loro teste son poste in gabbia sulla porta della città, le loro case diroccate, i beni confiscati (326).
IV. Trasferimento del tribunale e di tutti i prigioni a Gerace; notizia della cattura di fra Dionisio, Giovanni Ludovico Todesco, Maurizio e Giovanni Battista Vitale, per opera del Morano alle marine di Puglia; invio a Madrid dell'esame del Pisano infarcito di eresie e della copia dell'Informazione presa da fra Marco e fra Cornelio (327). Risposta da Madrid con ordine che si usi rigore, e che si facciano proposte per premiare i denunzianti (329). Notizie che allora correvano in Napoli sulle cose di Calabria; relazioni ulteriori dell'Agente di Toscana e del Residente Veneto (330). Si ripigliano le sedute del tribunale in Gerace con le confronte del Pisano, e con nuovi esami ed anche torture del Gagliardo, Santacroce, Marrapodi, Conia etc., seguite dalla confessione in tortura del Caccia (332). Esami di Maurizio e del Vitale, verosimilmente anche di Giovanni Ludovico Todesco e di varii altri già carcerati; notizie di coloro che furono presi successivamente, di coloro che riuscirono a nascondersi o a fuggire (334). Intanto fra Marco e fra Cornelio ripigliano il loro processo coll'intervento del Vescovo di Gerace, talvolta alla presenza di Spinelli, Xarava, ed altri laici; molti e gravi abusi verificatisi non ostante l'intervento del Vescovo (339). Sono esaminati fra Pietro Ponzio, fra Paolo, e poi fra Pietro di Stilo, il Bitonto, il Pizzoni, il Lauriana, il Petrolo; inoltre il Soldaniero, il Pisano e il Caccia (341). Giudizio sul processo di Gerace, sull'opera di fra Cornelio e sulle deposizioni raccolte (347). Anche di questo processo è rilasciata copia agli ufficiali Regii; triste giudizio del pubblico; malvagità di fra Cornelio (350). Ultime gesta dello Spinelli; altri esami ed altri catturati anche negli ultimi tempi; catturati dal Soldaniero e dal Bruno, oltre il Caccia, un Bonazza, un Furci, un Loiacono etc. (351). Catturati anche altri ecclesiastici per ordine dello Spinelli; informazione particolare sulle relazioni di Giulio Contestabile col Campanella (354). Prigioni 156, ma molti imputati sono nascosti o vanno fuggiaschi; altri sono stati rilasciati dietro pagamenti (356). Don Garzia di Toledo con 4 galere a Tropea; i prigioni in lunga catena son diretti a quella volta; bestiale atteggiamento delle moltitudini verso di loro (359). Manca il tempo di giustiziare Maurizio, condannato ad essere segato vivo, insieme con 4 altri più colpevoli in Monteleone; imbarco di tutti i prigioni e de' loro persecutori a Bivona; fatti notevoli al momento dell'imbarco (360). Un'altra Informazione è commessa da Roma al Vescovo di Squillace; molti esaminati, molte cose raccolte: giudizio su questo nuovo processo (361). Condizioni nelle quali rimane la Calabria dopo la partenza dello Spinelli co' prigioni per Napoli; il fratello del Biblia è pugnalato in Catanzaro; col processo di Squillace si chiude la serie de' processi di Calabria, risultando sempre più gravi le condizioni del Campanella (367).

INDICE DEL VOL. II.

Cap. IV. -Processi di Napoli e pazzia del Campanella p. 1
A. - Processo della congiura (primi mesi del 1600) p. 1
I. Arrivo delle quattro galere co' prigioni in Napoli; per ordine del Viceré, all'entrare in porto ne sono impiccati quattro alle antenne, ed anche squartati due in mezzo alle galere, il Caccia e il Vitale, ma dopo di averli fatti soffocare; ultimi atti di costoro (1). Notizie esagerate che ne dava il medesimo Viceré; sua istanza che il Vescovo di Mileto si rechi a Napoli, e che nella causa dei frati e clerici intervenga un suo ufficiale; fra Cornelio consegna al Nunzio il processo di Calabria (4). Scelta de' componenti il tribunale pe' laici ed istruzioni relative; Marcantonio de Ponte Giudice commissario, Don Giovanni Sances Avvocato fiscale assistito dallo Xarava, Giuliano Canale Mastrodatti; notizie sul De Ponte e sul Sances (5). Difficoltà incontrate dal Nunzio per riconoscere i carcerati ecclesiastici; fra Cornelio, dopo di averne visitato qualcuno, parte per Roma, dove non riesce a soddisfare il Santo Officio che interroga; non per tanto Roma accetta che oltre il Nunzio intervenga nella causa degli ecclesiastici un ufficiale Regio (7). Ricognizione de' carcerati ecelesiastici nel Castel nuovo eseguita dall'Auditore del Nunzio; il Castellano Don Alonso de Mendozza; ricognizione del Campanella e socii; si trovano al numero di 23 i carcerati ecclesiastici detenuti a nome del Nunzio di Sua Santità (11). Trattative per la costituzione del tribunale per gli ecclesiastici; Roma accorda che uno de' Delegati Apostolici venga nominato dal Viceré, purché non sia coniugato, ed abbia o pigli la prima tonsura; il Viceré nomina Don Diego De Vera, mantenendo il Sances come fiscale anche per gli ecclesiastici; giudizio su tale determinazione di Roma (15). Vita del Campanella nel carcere; il Castel nuovo, i suoi torrioni, le sue carceri, le sue fosse; il Campanella posto nel 2° piano del torrione detto del Castellano; nel 1°, sotto di lui, trovasi Maurizio; parole tra' carcerati dalle finestre e cartoline scambiate tra loro (20). Il Campanella sollecita il Petrolo e più ancora il Pizzoni perché si ritrattino; scambia col Pizzoni cartoline in un breviario; inoltre si occupa a scrivere poesie (23).
II. Comincia il processo della congiura o "tentata ribellione" pe' laici, venendo sostituito al Canale per Mastrodatti Marcello Barrese; nuovi e terribili tormenti a Maurizio de Rinaldis che non confessa nulla; se ne conferma la condanna a morte, condanna che fu poi attribuita dal Campanella ad altre cause (26). Si conferma la condanna anche del Pisano già confesso, e si fanno i preparativi per le due esecuzioni; ma il Nunzio interviene e fa sospendere l'esecuzione del Pisano che era clerico; invece Maurizio è condotto al patibolo dirimpetto al torrione in cui stava il Campanella, ma sotto la forca, dietro l'ingiunzione avutane dal confessore, dichiara di voler rivelare ogni cosa a scarico della sua coscienza e ne rimane quindi sospesa l'esecuzione (30). Motivi inaccettabili addotti poi dal Campanella per la spiegazione di tale fatto; sunto delle rivelazioni di Maurizio; dopo di averle fatte ratificare con una nuova tortura si decide di ritardare ancora la morte di Maurizio per farne la confronta col Campanella e co' complici (32). Tormenti a molte altre persone; provvedimenti contro i contumaci; forgiudicazione di parecchi secondo i documenti raccolti (39). Giunge da Roma l'assoluzione della scomunica pel Principe di Scilla, pel Poerio e per lo Xarava, richiesta dal Viceré e dagl'interessati; giunge da Calabria il Vescovo di Mileto ed ha un colloquio col Viceré; giunge infine anche il Breve del Papa circa la costituzione del tribunale per gli ecclesiastici, ed allora il Viceré, di sorpresa, fa procedere all'esecuzione di Cesare Pisano (42). Ultimi atti del Pisano; sue dichiarazioni innanzi a' Delegati del Santo Officio e discolpe innanzi ai Bianchi di giustizia; particolari del supplizio e delusione del Nunzio (43).
III. Si costituisce il tribunale della congiura per gli ecclesiastici; analisi del Breve Papale, risulta che con esso creavasi un tribunale Apostolico (48). Si esamina il Campanella, che nega anche il contenuto della sua Dichiarazione scritta in Calabria; si procede alla confronta di lui con Maurizio e poi col Franza, Cordova, Tirotta, Gagliardo, Conia, fra Silvestro di Lauriana; il fisco chiede che si venga alla tortura, ma il Nunzio esige che se ne chiegga licenza al Papa (50). Si esamina fra Dionisio, che nega: si esamina quindi il Pizzoni, che forse dapprima si ritratta ed è posto in una fossa, ma finisce col confermare quanto ha deposto in Calabria con poche varianti; si esamina quindi il Petrolo, che certamente comincia col ritrattarsi ed è posto nella fossa, e poi non solo conferma ma anche sviluppa i disegni del Campanella; si procede quindi alla confronta tra loro due (53). Il Campanella e posto nella fossa del miglio per una settimana; intanto si fa la confronta di fra Dionisio con Maurizio, si esaminano il Bitonto ed altri, tra' quali fra Scipione Politi (56). Si conduce Maurizio ad esortare fra Pietro di Stilo che confessi e poi si procede all'esecuzione di esso; sue ultime rivelazioni innanzi a' Delegati del Santo Officio; particolari dell'esecuzione; ottima riputazione che lascia di sé; i suoi beni sono.distribuiti in tre parti, a' monasteri, alla vedova e alla figliuola (57). Sono esaminati il Flaccavento e il Sanseverino, e inoltre Lauro e Biblia che sono pure confrontati con fra Dionisio; venuta la licenza da Roma si da al Campanella il tormento del polledro; particolari di questo tormento (61). Nello svestire il Campanella gli sono trovate cartoline scrittegli dal Pizzoni, e una carta scrittagli dal Lauriana; sono consegnate al Sances; non reggendo alla tortura egli confessa aver voluto fare la repubblica, ma sotto certe condizioni (62). Confessione del Campanella in tormento secondo i brani che ne rimangono; complici da lui nominati; commenti; non senza ragione dichiarato "confesso" (66). Gli si dà la copia degli atti esistenti contro di lui con un termine per le difese, e gli si assegna difensore Giovanni Battista de Leonardis avvocato de' poveri; notizie intorno a costui; il Sances fa anche dettare dal Campanella molti articoli profetali sui quali egli si fondava per sostenere l'avvenimento delle mutazioni (71). Si dà lo stesso tormento del polledro a fra Dionisio, che non confessa nulla; si dà la corda aggravata dalle funicelle per due ore al Pizzoni con lo stesso risultamento, ma rimane leso in una spalla (73). Si esamina il Cortese e il Milano; si dà la corda per due ore al Petrolo che nemmeno confessa; si esamina Giulio Contestabile; si dà la corda al Bitonto e poi anche al Contestabile, i quali risultano parimente negativi (73). Sono rilasciati dapprima 8 e poi altri 4 tra frati e clerici imputati di minor conto; GiulioContestabile presenta subito documenti, testimoni e la Difesa scritta da un avvocato proprio; particolari di questa Difesa (74). Difesa del Campanella scritta dal Leonardis; commenti; Allegazione scritta dal Sances in replica; non è nota la Difesa di fra Dionisio (77). L'attività del tribunale si rallenta per andata del Viceré a Roma e poi per le feste di Pasqua; il Sances dimanda che si spediscano le cause del Campanella e di fra Dionisio, ma il Nunzio prevedendo che la fine delle cause sarebbe stata la loro condanna a morte, mentre non ancora si era fatto nulla circa l'eresia, si oppone per attendere gli ordini del Papa; intanto continuano le difese per gli altri frati (80). Durante le feste di Pasqua si manifesta nel Campanella un subitaneo e violento accesso di pazzia; particolarità e motivi del fatto; il Sances, alcuni giorni dopo, fa spiare il Campanella da due scrivani, i quali sorprendono due volte il Campanella in dialoghi notturni con fra Pietro Ponzio; relazione di questi dialoghi (84). Vita intima del Campanella nel carcere fin da principio della sua venuta in Napoli; poesie da lui composte per dare animo agli amici, le quali oggi si pubblicano per la prima volta; rassegna di queste prime poesie, cercando di ognuna la data e rilevandone l'importanza (89). Difese da lui scritte che non giunge in tempo a presentare, "1a Delineatio" e "2a Delineatio, Articuli prophetales"; analisi di esse e commenti; inoltre l'"Epistola ad amicum pro apologia" con ogni probabilità diretta a fra Dionisio per giustificarsi: infine la ricomposizione del libro della Monarchia di Spagna, eseguita mentre rimaneva sospesa la spedizione della causa della congiura ed il filosofo continuava a mostrarsi pazzo (97). Premii dati frattanto a Lauro e Biblia; concessioni fatte e posto di Consigliere del Collaterale dato più tardi al Principe della Roccella; posto di Capitano della cavalleria pesante dato allo Spinelli, avendo per aggiunto e successore il suo nipote Marchese di San Donato poco dopo nominato Duca; promozione di Don Carlo Ruffo da semplice Barone a Duca di Bagnara; nomina dello Xarava a Consigliere, e pensione accordata a fra Cornelio; la nomina del Leonardis a Consigliere, avuta dopo il passaggio a Fiscale, non reca alcun cenno del servizio prestato nella causa della congiura (113).

Cap. V. - Sèguito de' processi di Napoli e della pazzia del Campanella p.119
B. - Processo dell'eresia (maggio 1600 a settembre 1602 ) p. 119
I. Viene risoluto da Sua Santità che il processo dell'eresia si faccia in Napoli dal Nunzio, dal Vicario Arcivescovile e dal nuovo Vescovo di Termoli, che il Tragagliolo già Commissario del Santo Officio in Roma; notizie sul Tragagliolo e sul Vicario (119). La parte principale deferita al Vescovo di Termoli, e il Nunzio spesso manda in vece sua alle sedute il Reverendo Antonio Peri fiorentino suo Auditore; Mastrodatti è Giovanni Camillo Prezioso, Notaro della Curia Arcivescovile; comincia il processo offensivo coll'esame del Pizzoni, che dichiara di avere avuto minacce dal Campanella, conferma le cose già deposte in Calabria con varianti di minor conto, e sostiene avere già prima, denunziato il Campanella per lettere al Padre Generale, e di persona a fra Marco e fra Cornelio (121). Sono esaminati fra Marco e fra Cornelio che negano quanto ha asserto il Pizzoni; é interrogato per lettere il Padre Generale Beccaria che risponde negando del pari; è esaminato il Petrolo, che conferma le cose già, deposte con poche varianti e dichiara di avere anche avute minacce dal Campanella (122). Si esamina il Campanella che sèguita a mostrarsi pazzo ed è rinviato; si esamina fra Pietro di Stilo che attenua le cose già deposte; si esamina il Lauriana che dice occorrergli soltanto di manifestare che ha continue minacce dal Campanella, ed attenua di molto unicamente le cose già deposte contro il Pizzoni, evidentemente per concerti presi tra loro; si esaminano inoltre fra Paolo della Grotteria e il Bitonto che fanno deposizioni negative (123). È presentata una denunzia contro il Campanella da fra Agostino Cavallo circa le sue passate relazioni con l'ebreo Abramo; sono esaminati per questo il denunziante ed anche fra Giuseppe Dattilo (125). Il Vescovo di Termoli privatamente raccoglie informazioni anche presso fra Cornelio, Xarava, Fabio di Lauro, Don Pietro de Vera, e le comunica al Cardinale di Santa Severina; ritiene che al Campanella debba amministrarsi la tortura, ma sa che non la teme; da Roma gli si mandano i sommarii de' processi di Calabria cioè di Monteleone, di Gerace, di Squillace (126); Sono riesaminati fra Paolo, il Bitonto, il Petrolo, fra Pietro di Stilo e il Lauriana; fra Pietro Ponzio invia al Vescovo una lettera del Lauriana al Pizzoni sorpresa da fra Dionisio; sono esaminati diversi su tale incidente; il Lauriana nega con giuramenti, ma risulta indubitato che egli ed il Pizzoni agivano d'accordo ed in falso (128). Sono riesaminati il Pizzoni, il Lauriana ed il Petrolo, su varie circostanze; il Nunzio, tornando dalla sua Chiesa di Troia, si convince per via della pessima vita de' frati in relazione co' banditi e ne scrive a Roma (130). Sono ancora riesaminati nuovamente il Lauriana, il Petrolo, fra Pietro di Stilo, il Pizzoni e poi anche il Bitonto; cominciano a rivelarsi i modi iniqui usati da fra Marco e fra Cornelio in Calabria, ma le cose deposte non sono smentite (133). Quattro esami successivi di fra Dionisio, che nega di avere avuto mai scandalo dal Campanella per cose di eresia, parla di dimanda di perdono direttagli dal Lauriana, fornisce ampie spiegazioni e cerca di ribattere tutte le accuse; esame di Giulio Contestabile, che sostiene essergli il Campanella divenuto nemico per aver lui divulgato che era stato già condannato all'abiura (135). Esame di Giulio Soldaniero, fatto venire da terra d'Otranto ove si era ritirato ed era stato carcerato ad istanza del Santo Officio; egli ha dimenticate troppe cose e si contradice su varie circostanze (138). Avuto l'assenso da Roma si dà un'ora di corda al Campanella che continua a mostrarsi pazzo; poi sono esaminati suo padre Geronimo e suo fratello Giovanni Pietro; poi è ricondotto il Campanella innanzi a' Giudici, e mostrasi sempre pazzo (139). Nuovo esame del Soldaniero, cui si fanno notare le contradizioni nelle quali è caduto; esame di Giuseppe Grillo; nuove dimande a fra Dionisio e al Pizzoni circa la loro andata a Soriano (141). Il tribunale emana i decreti occorrenti per passare al processo ripetitivo; ma sono ancora esaminati il priore e il lettore di Soriano come pure Valerio Bruno, ed inoltre fra Giovanni Battista di Placanica e fra Francesco Merlino fatti venire da Calabria per chiarimenti; al tempo stesso in Squillace si compie un supplimento d'informazione commesso dal Vescovo di Termoli (142). Il Processo ripetitivo; maniera di farlo; il fiscale della Curia Reverendo Andrea Sebastiano dà gli articoli solamente contro i tre imputati principali, il Campanella, il Pizzoni e fra Dionisio; il Reverendo Attilio Cracco è assegnato quale avvocato di officio; particolari degli articoli del fiscale e degl'interrogatorii presentati dall'avvocato (149). Si comincia dalle ripetizioni contro il Campanella, e sono esaminati il Soldaniero, il Pizzoni, il Lauriana, il Petrolo e fra Pietro di Stilo; riescono attenuate le deposizioni del Soldaniero, false quelle del Lauriana, sempre gravi quelle del Pizzoni e del Petrolo favorevoli quelle di fra Pietro di Stilo; unanimi le dichiarazioni di mala condotta de' primi processanti (153). Seguono gli esami ripetitivi contro il Pizzoni; sono esaminati il Soldaniero, il Lauriana, il Bruno e il Petrolo; le accuse riescono attenuate, e rimane il grave sospetto contro di lui principalmente per le troppe rivelazioni fatte e le sue stesse discolpe trovate false (157). Esami ripetitivi contro fra Dionisio; sono esaminati il Bruno, il Soldaniero, il Pizzoni, il Lauriana, il Petrolo e fra Pietro di Stilo: anche per lui le accuse riescono attenuate, e sempre son posti in rilievo i modi iniqui di fra Marco e fra Cornelio (159). Perplessità del Vescovo di Termoli, quali si rilevano da una lista di varianti e di contradizioni da lui compilata; sollecitazioni del Governo perchè si possa terminare la causa della congiura; i Giudici per l'eresia deliberano di venire alla spedizione; maniera di procedervi (163). Assegno del termine di 8 giorni per le difese; avvocati Grimaldi e Montella, il quale ultimo è sostituito poi dallo Stinca; Giovanni Battista dello Grugno avvocato pel Campanella; notizie intorno a costoro (166). Processo difensivo; esami difensivi per fra Dionisio; alcuni articoli vengono presentati in fretta, acciò siano esaminati sopra di essi alcuni de' carcerati per la congiura che stanno per uscire in libertà; 18 interrogatorii dati dal fiscale; sono così esaminati Geronimo Marra, Francesco Paterno e Minico Mandarino, ma infruttuosamente (168). Articoli completi per fra Dionisio al numero di 58, con oltre 60 testimoni e varii documenti in suo favore; notizie su' testimoni Spinola, Castiglia, Capece e Giustiniano (170). Sono esaminati dapprima il Castiglia e il Contestabile, poi il Capece, Cesare Forte, lo Spinola, il Giustiniano e il Grillo; ne risulta che il Lauriana era stimato falso testimone, come pure il Bruno, e che il Soldaniero medesimo avea fatto intendere le cose passate tra lui, il priore di Soriano e fra Cornelio (176). Sono ancora esaminati il carceriere Martines, Nardo Rampano, Marcello Salerno, Cesare Bianco, Geronimo Campanella, Giovanni Battista Ricciuto e Tommaso Tirotta; di poi fra Paolo, fra Pietro di Stilo, il Petrolo e il Bitonto; infine il Barone di Cropani e Geronimo di Francesco; ne risultano sempre più messe in rilievo le tristi qualità del Lauriana, del Bruno, del Soldaniero ed anche del Pizzoni, oltreché la malvagità de' primi Inquisitori (179). Contemporaneamente si menavano innanzi gli esami difensivi pel Pizzoni, che avea presentato 34 articoli con molti testimoni scelti senza alcuna avvedutezza; erano esaminati dapprima fra Paolo, il Petrolo, il Lauriana; poi fra Pietro di Stilo, il Bitonto, lo Spinola, il Contestabile, il Castiglia e il Di Francesco; ne risulta il Pizzoni niente affatto difeso, e circa le qualità sue abbastanza aggravato (187). Pel Campanella, avendo il suo procuratore dichiarato non potersi compilare gli articoli difensivi perchè pazzo, ed avendo anzi dimandato un termine per provare detta pazzia, si procede a una informazione, e 10 testimoni, compreso il carceriere, attestano il Campanella esser pazzo; particolari della pazzia (196). Fra Pietro Ponzio comunica le istanze fattegli già dal Lariana per essere perdonato delle falsità deposte, e consegna anche una lettera analoga scritta dal medesimo a suo fratello Ferrante; perizia calligrafica circa la lettera (201). II Vescovo di Termoli non nasconde le sue perplessita circa, i meriti della causa, fa note a Roma le tante irregolarita commesse e finisce con dichiarare che dovrebbero gl'inquisiti esser tradotti a Roma per potere scoprire la verità; trasmette anche un memoriale analogo di fra Dionisio, mostrandosi animato dalle più caritatevoli intenzioni (202).
III. Morte del Vescovo di Termoli con grave danno de' frati; insistenze continue del Governo perché la causa dell'eresia abbia termine; è nominato Giudice il Vescovo di Caserta Don Benedetto Mandina; notizie intorno a costui (206). Istruzioni del Cardinale di Santa Severina a nome di Sua Santità; si prescrivono visite mediche e il tormento della veglia per chiarire la pazzia del Campanella, inoltre nuove diligenze in Squillace; articoli del fiscale ed interrogatorii dell'avvocato per esse; è esaminato Geronimo di Francesco in tal senso (209). Le sedute del tribunale son sospese; fraPietro Ponzio dimanda inutilmente di essere giudicato o rilasciato; fra Dionisio fa sapere a Roma che fra Cornelio era partito per Madrid; il Nunzio costretto a confermarlo, dolendosi di lui ma dicendosi anche de' giudizii molto severi che avea sempre manifestato il Vescovo di Termoli contro di lui e contro fra Marco (212). Il Pizzoni, rimasto leso nel braccio dietro la tortura avuta, muore nel carcere; i preparativi per la veglia da darsi al Campanella mettono in agitazione i frati; fra Pietro di Stilo manda a' Giudici alcune carte già dategli dal Campanella, che sono le proprie Difese con gli Articoli profetali scritte per la causa della congiura; fra Dionisio manda una lettera del Petrolo che chiede di essere riesaminato (215). Senza aspettare le fedi de' medici si dà al Campanella il tormento della veglia; notizie intorno a questo tormento; particolari del tormento sofferto per 36 ore; durante l'amministrazione di esso si prescrive a fra Dionisio che consigli il Campanella a rispondere adeguatamente, ma il Campanella persiste a mostrarsi pazzo (217). Conseguenze del tormento sofferto; il chirurgo Scipione Cammardella curante di fra Tommaso (222). Esami di fra Dionisio e poi di fra Pietro di Stilo circa le comunicazioni fatte a' Giudiei; fedi de' medici Vecchione e Jasolino, che sebbene perplessi inclinano a ritenere essere la pazzia simulata; esame di un aguzzino che fa conoscere alcune parole dette dal Campanella dopo il tormento; condizione giuridica del Campanella in sèguito di tutte queste prove (225). Nuova sospensione delle sedute del tribunale; accade una rissa tra i Ponzii, il Bitonto e Petrolo da una parte, e il Soldaniero, il Santa Croce, il Gagliardo e Adimari da un'altra parte, risultando ferito fra Dionisio; dietro denunzia de' laici si procede dagli ufficiali del Castello ad una ricerca di carte, e si trovano scrittura di sortilegi presso fra Dionisio, ma non appartenenti a lui, diverse lettere appartenenti a fra Pietro di Stilo, una raccolta di poesie del Campanella presso fra Pietro Ponzio, uno scritto del Campanella che il fratello di lui butta dalla finestra al momento della venuta degli ufficiali (230). Le carte sono portate al Viceré; fra Dionisio, rinchiuso in un torrione al pari di fra Pietro Ponzio, scrive a' Giudici di voler essere esaminato circa le carte trovate nella sua cassa, e prega che si dia agio a fra Pietro di poter presentare capi di accusa contro i feritori; l'Adimari si querela di uno schiaffo avuto da fra Pietro, ed anche il Lauriana reclama di voler essere riesaminato (233). Il Viceré si ammala e muore; suo secondogenito Don Francesco de Castro rimane Luogotenente generale; la causa dell'eresia languisce; languiscono anche i frati in desolante miseria, e il Nunzio chiede nuovi sussidii per loro da' conventi di Calabria (235).
IV. Dietro sollecitazioni del Cardinale di Santa Severina si ripigliano le sedute del tribunale; si riesamina fra Dionisio circa le carte trovate nella sua cassa; si fa richiesta delle carte al Governo; fra Pietro Ponzio denunzia i feritori e qualche altro loro compagno in materia di Santo Officio (237). S'inizia un processo secondario specialmente contro il Santa Croce e il Gagliardo; dall'elenco dei testimoni presentati per questa causa si rileva che parecchi carcerati, tra gli altri il padre e probabilmente anche il fratello del Campanella, erano stati allora rilasciati; cominciano gli esami pel detto processo, ma poi questo è interrotto per dar termine al processo principale (240). S'intima a fra Dionisio un termine perentorio per le difese; così pure agli altri frati i quali vi rinunziano; si abilita il Soldaniero a starsene in una casa in Napoli loco carceris, e i carcerati, frati e laici, dichiarano appartenere a lui le carte trovate nella cassa di fra Dionisio (242). Il Governo manda le carte richieste; rassegna di queste carte; le lettere di fra Pietro di Stilo mostrano in che maniera i frati giudicassero le cose loro; carte di sortilegi e poesie in dialetto calabrese del Gagliardo; come il Teologo qualificatore abbia giudicate le poesie del Campanella; lo scritto buttato dalla finestra del Campanella risulta essere una copia della Filosofia epilogistica su cui l'autore lavorava (243). Dietro ordine del Cardinale di Santa Severina il tribunale si occupa delle carte avute; esami del sergente Alarcon, di fra Pietro di Stilo, di fra Dionisio, del Bitonto; si viene a conoscere che vi sono altre carte trovate presso il Gagliardo fin da che stava nel Castello dell'uovo (250). È esaminato il Gagliardo, e poi fra Pietro Ponzio e il Bitonto, il quale esibisce una nuova carta di sortilegio scritta dal Gagliardo per un Napolella carcerato; il Napolella ed alcuni testimoni sono interrogati per questo, e poi sono esaminati di nuovo fra Pietro Ponzio, fra Pietro di Stilo, il Bitonto e il Napolella medesimo a sua richiesta (254). Continua l'informazione sulle carte avute, con gli esami del Santa Croce e poi di fra Pietro Ponzio circa la provenienza delle poesie del Campanella trovate presso di lui, inoltre con l'esame anche di fra Paolo della Grotteria; da ultimo sono esaminati il Figueroa e il Navarro circa le carte trovate nel Castello dell'uovo; rassegna di queste carte; un'altra poesia del Gagliardo in dialetto calabrese, due lettere di un capo di fuorusciti, tre prologhi di commedie, molti versi sciolti sempre del Gagliardo (259). Rimangono in causa solamente il Santa Croce e il Gagliardo, a'quali si fa un processo separato che è commesso al Vicario Arcivescovile; brevi cenni su questo processo; Croce finisce per essere abilitato ad uscire dal carcere e se ne parte per la Calabria senza licenza; il Gagliardo è sottoposto a tortura, e finisce egli pure per essere abilitato e partirsene senza licenza, venendo poi, due anni dopo, ripigliato e giustiziato in Napoli per un omicidio commesso in Calabria (269). Circa il processo principale, si provvede alle miserie de'frati col danaro venuto di Calabria, ma se ne dispone di una parte per pagare il Mastrodatti; nel tempo medesimo, facendo cessare le tergiversazioni, s'intima a fra Dionisio un brevissimo termine per le nuove difese (272). Tre nuovi articoli difensivi di fra Dionisio, attestanti le ritrattazioni fatte dal Pizzoni in punto di morte, i replicati desiderii di ritrattarsi mostrati dal Petrolo l'aver fatto il Soldaniero porre scritti proibiti nella sua cassa per rovinarlo definitivamente; varii testimoni esaminati, sopra di ciò, e notizie sopra di loro; gli esami non riescono vantaggiosi a fra Dionisio; in ispecie il Petrolo dichiara di aver detto volersi ritrattare per sottrarsi alla persecuzione de'frati, ma non aver nulla a ritrattare (275). Nuovi ritardi del tribunale per la stagione estiva, con raddoppiate lagnanze del Governo Vicereale; Valerio Bruno è abilitato a stare fuori carcere per essere poi nuovamente interrogato e quindi spedito; fra Pietro Ponzio fa nuove istanze perché la sua causa sia spedita, ma inutilmente (281).
V. Opere composte dal Campanella in questo lungo periodo di tempo; dopo gli Articoli profetali, composizione o meglio ricomposizione della Monarchia di Spagna; fasi e successo di questo libro (283). Al tempo medesimo Poesie; esse rivelano la vita intima del Campanella, e conviene ricercare la data almeno delle principali; sonetti profetali, ed anche al Principe di Bisignano, all'Italia, a Genova, a Venezia, a Roma; commenti (285). Altri sonetti sul monte di Stilo e su temi religiosi; altre poesie indirizzate a persone dimoranti nel Castello ed anche fuori, come lo Spinola e il Castiglia carcerati, il Signor Troiano Magnati, Donna Ippolita Cavaniglia, la Signora Olimpia, Donna Anna; notizie circa queste persone (288). Sonetti al Signor Francesco Gentile, alla Signora Maria, alla Signorina Giulia, a Flerida, a Dianora; sonetti composti dopo il tormento della veglia, specialmente quelli al Signor Petrillo; commenti (293). Ritorno alle opere filosofiche; compimento della Filosofia epilogistica o Epilogo magno, con l'aggiunta degli Aforismi politici e dell'Economica, istaurata anche l'Etica; poco dopo, al cominciare del 1602, composizione della Città del Sole, quindi composizione della Metafisica, con altre poesie di tempo in tempo (297).

Cap. VI. - Esiti de' due processi, fine della pazzia e conchiusione
(dal settembre 1602 al novembre 1604 e seguenti) p. 306.
I. Giusta gli ordini avuti, il tribunale per l'eresia procede finalmente alla discussione de' meriti della causa e alla votazione; Sommarii del Processo e Riassunti degl'indizii co' voti de' Giudici per fra Pietro Ponzio, fra Paolo, il Bitonto, fra Pietro di Stilo, il Petrolo e il Lauriana; lo stesso per fra Dionisio un po' più tardi; commenti (306). Fuga di fra Dionisio e del Bitonto dal Castello insieme col carceriere; ordini da Roma e poi da Madrid perché i fuggiaschi siano ripigliati; inchiesta ordinata dal Governo, e singolare profferta dello Xarava per tale inchiesta; ma il tribunale non avea mancato di decretare provvedimenti (314). Viene da Roma la risoluzione presa dalla Sacra Congregazione al cospetto di Sua Santità nella causa di eresia del Campanella e socii; il Campanella è condannato al carcere perpetuo ed irremissibile nel Santo Officio di Roma; altri frati sono condannati all'abiura dopo un tormento; per fra Paolo è ordinato il rilascio con penitenze salutari; per fra Pietro Ponzio il rilascio senza condizioni; commenti in particolare sulla condanna riportata dal Campanella (316). Il tribunale spedisce la causa secondo la risoluzione venuta da Roma; la sentenza è partecipata al Campanella; sono tormentati e fatti abiurare fra Pietro di Stilo, il Lauriana e il Petrolo (320). Non potendo dare fideiussione, i frati si obbligano invece a tre anni di galera e così possono andar via rimanendo in carcere il Campanella; poco dopo anche Valerio Bruno, e più tardi il Soldaniero, carcerato di nuovo in Calabria, sono rilasciati con fideiussione eleggendo il loro domicilio in casa di Carlo Spinelli; in tal modo finisce il lungo processo di eresia (325).
II. Il tribunale della congiura pe' laici è tenuto sempre aperto, anche dopo finita la causa di eresia; primo gruppo di carcerati abilitati a tornare in Calabria si conosce essere stato quello de' carcerati di Catanzaro; secondo gruppo quello de' già carcerati in Gerace col Pisano, dietro torture anche atroci; con esso fu abilitato egualmente il padre del Campanella e con ogni probabilità anche il fratello, ma restarono in carcere il Santa Croce e il Gagliardo per conto del Santo Officio (327). Intorno a' forgiudicati, si hanno notizie del Baldaia, del Dolce, del D'Alessandria, del Tranfo; pel solo Del Dolce, catturato insieme con Desiderio Lucane suo ricettatore, si conosce che fu condannato a parecchi anni di carcere e trovavasi ancora carcerato il 1610; notizie circa gli altri anzidetti e circa diversi già rilasciati che ripigliarono la mala vita (328). Quanto al tribunale della congiura per gli ecclesiastici, dopo la liberazione di molti e lo svolgimento delle cause degli altri lasciandone sospesa la spedizione, finisce per condannare Giulio Contestabile a 5 anni di esilio, e poi tratta la causa del Pittella nuovamente carcerato; particolari di questa causa, difesa del Leonardis, condanna egualmente a 5 anni di esilio (333). L a spedizione della causa degli altri frati è impedita definitivamente dal matrimonio di Don Pietro De Vera con la sorella del Duca di San Donato; opposizioni del Nunzio, tergiversazioni del De Vera; giunge intanto la nuova che fra Dionisio, capitato a Costantinopoli in casa del Cicala e fattosi maomettano, erasi imbarcato sull'armata turca che veniva verso il Regno; ciarle di fra Dionisio in Costantinopoli nocive al Campanella; fatti dell'armata turca dal 1600 in poi, e sua rinunzia ad ogni impresa nell'anno in corso pel cattivo stato delle navi (336). Sua Santità ordina che il Nunzio dia termine per sé solo alla causa, rimanendo il De Vera qual semplice assistente; impossibilità di tale pretensione; il Nunzio si sforza di farla accettare, il Viceré finge, il De Vera temporeggia; s'intima a'frati un ultimo termine per le difese, ma il Campanella era stato già da un pezzo separato dagli altri frati e posto nel torrione (341). Fatti del Campanella dopo la sua condanna per l'eresia; visita avuta dal Marchese di Lavello cui consegna la sua Metafisica; relazioni acquistate col Conte Giovanni di Nassau, Cristoforo Pflugh e Geronimo Toucher venuti prigioni nelle carceri del Castello; lo Pflugh, o Flugio, e da lui convertito al Cattolicismo, gli rimane amico, e più tardi poi gli procura il patrocinio de' Fuggers e di Gaspare Scioppio (346). Posto, dopo 6 mesi, nel torrione, il Campanella si occupa a scrivere l'Astronomia, e più tardi De' Sintomi della futura morte del mondo per fuoco; testimonianze che lo provano; suoi importanti colloquii col Gagliardo in questo tempo, credenze che gli svolge ed orazioni che gl'insegna con riscontro delle cose scritte nella Città del Sole; altre testimonianze; scene di evocazione di spiriti (348). Essendosi poi scoperto un disegno di evasione, è trasportato nel Castel Sant'Elmo; indagini su questo disegno di evasione; il Marchese di Lavello è carcerato probabilmente per esso (354). Il Nunzio e il De Vera vanno in Castello per la spedizione della causa, e si trovano d'accordo nel condannare il Petrolo a tre anni di galera, e rilasciare fra Pietro, fra Paolo e il Lauriana con l'esilio dalla Calabria per un tempo a beneplacito di Sua Santità; ma il De Vera vuol continuare a figurare come giudice, il Viceré interpellato s'infinge, Roma insiste, il Campanella rimane dimenticato in Sant'Elmo; il Viceré fa poi sapere che nominerà un'altra persona invece del De Vera, ed essa fu il Ruiz de Baldevieto che approvato da un altro Breve ebbe a sottoscrivere la sentenza; ma pel Campanella dice doversene pel momento sospendere la spedizione (358). Gli amici, parenti e discepoli del Campanella presentano un memoriale al Nunzio per lui; indagini su questo documento oggi perduto; affermazioni equivoche del Campanella circa questo periodo importante della sua vita; durissimi trattamenti sofferti in Sant'Elmo (361).
III. Fine palese della pazzia del Campanella in Sant'Elmo; dopo 5 mesi egli manda a far proposte al Viceré, dicendo aver concetti tali da dare vantaggi mirabili al Regno ed al Re, ma non trova ascolto; dopo altri 6 mesi manda a dire al Nunzio e al nuovo Vescovo di Caserta di volersi confessare, ed espone loro studii fatti, visioni avute, concetti capaci di difendere il Cristianesimo in tutto il mondo, facoltà di far miracoli etc.; quanto a' concetti, egli si riferiva ad opere che diceva dover comporre e forse stava già componendo a fine di uscire dalla sua trista posizione (365). Rassegna di queste opere; lasciando imperfetta l'Astronomia, e continuando a comporre di tempo in tempo poesie come il Sonetto nel Caucaso, la Lamentevole orazione profetale e poi le Canzoni in dispregio della morte, egli ricompone l'opera del Senso delle cose; poi compone gli opuscoli Del Governo del Regno e la Consultazione per aumentare le entrate del Regno, in tre discorsi, de' quali si danno gli ultimi due finora inediti (367). In sèguito, rivolgendosi a Roma, compone Ia Monarchia del Messia, aggiuntovi un capitolo Dei dritti del Re di Spagna sul nuovo mondo, inoltre la Ricognizione della vera religione, detta più tardi Ateismo debellato; considerazioni su queste opere e specialmente sull'ultima; composizione di un altro opuscolo e poi ricomposizione ampliata degli Articoli profetali; ancora gli Antiveneti, e poi i Discorsi a' Principi d'Italia del pari ampliati, tutte opere di occasione; infine parecchi opuscoli specialmente a richiesta di Gaspare Scioppio e Giovanni Fabre da lui conosciuti in tal tempo (373). Racconto particolareggiato delle mosse del Campanella presso il Viceré, poi presso il Nunzio e il Vescovo di Caserta, poi ancora presso il Papa; sue promesse mirabili ed esito delle proposte fatte con le Consultazioni; discorso fatto al Nunzio e al Vescovo di Caserta in Sant'Elmo, promesse sue anche in tale circostanza; non gli si crede e dopo altri 10 mesi scrive lettere al Papa Paolo V, a modo di appello, con affermazioni di comparsa del diavolo e rivelazioni avutene circa Venezia e avvenire del Papato (378). Commenti su quest'ultima mossa del Campanella, e principalmente sulla comparsa del diavolo che si rannoda alle evocazioni di spiriti fatte dal Gagliardo; essa è una delle parecchie sue finzioni, e fra le altre quella della pazzia sofferta, a proposito della quale non manca poi di dichiarare che egli ammetteva il mendacio quando trattavasi di un alto fine; onde malamente la sua riputazione è stata bistrattata da coloro i quali non hanno voluto darsi la pena di studiarlo bene (384).
IV. Sèguito de' tentativi del Campanella per uscire dalla fossa di Sant'Elmo; scrive anche a' Cardinali D'Ascoli, Farnese e San Giorgio, e manda l'elenco delle promesse fatte e de' libri composti; poco dopo acquista la protezione de' Fuggers, e con essa quella di Gaspare Scioppio e Giovanni Fabre, mediante Cristoforo Pflugh; notizie intorno a costoro (392). Lettere tra lo Scioppio e il Campanella; venuta dello Scioppio a Napoli per favorirlo, certamente non per missione del Papa come si disse di poi; richiesta da lui fatta di tutte le opere del Campanella; costui scrive un'altra lettera al Papa, a guisa di un 2.° appello, poco dopo scrive una lettera latina al Papa ed a' Cardinali da doversi presentare dallo Scioppio, il quale non la presenta perché vi si dicea di voler fare miracoli (395). Venuta anche del Fabre a Napoli; parecchi quesiti sono diretti da lui e dallo Scioppio al Campanella, e danno occasione a parecchi opuscoli epistolari; finita, la trascrizione delle opere, il Campanella ne fa l'invio con una lettera premessa all'Ateismo debellato, ma non manda gli Articoli profetali maggiormente desiderati dallo Scioppio (398). Commendatizie procurate dallo Scioppio al Campanella, ma non presso il Papa; lettera del Campanella a Monsignor Querengo in tale occasione; lettere a Cristoforo Pflugh e poi al Re di Spagna, all'Imperatore, agli Arciduchi di Austria, da doversi presentare dallo Scioppio facendo anche vedere le sue opere, ad occasione della andata di lui in Germania qual Consigliere di casa d'Austria presso la Dieta di Ratisbona; in queste lettere ai Sovrani il Campanella, narrando i suoi guai a modo suo, chiede di essere ascoltato (401). Partenza dello Scioppio per la Germania con fermata a Venezia, dove consegna le opere del Campanella al Ciotti perché le stampi e costui non se ne cura; è poi imprigionato per due giorni ed obbligato a sfrattare, venendo sequestrata dal Consiglio de' Dieci opera degli Antiveneti del Campanella; invio di Daniele Stefano in Napoli da parte di Giorgio Fugger per fare evadere il Campanella a qualunque spesa; nocumento di questi tentativi preveduto dallo Scioppio (403). In Germania lo Scioppio presenta la lettera del Campanella all'Imperatore, che trova mal prevenuto; manda la lettera al Re di Spagna e confida meglio nell'Arciduca Ferdinando, ma si duole de' sospetti continui del Campanella, il quale a sua volta si duole di non vedere le sue opere ne stampate ne presentate (405). Ferdinando scrive più volte a favore del Campanella dimandandone perfino la liberazione; in fondo egli, come il Fugger, riponeva grandi speranze nella dottrina e nel fervore del filosofo per propugnare in Germania la causa Cattolica contro gli eretici, oltreché ne attendeva ottimi consigli nelle cose di Stato; ma alla fine, abbandonando la persona del filosofo, chiede al Viceré che gli faccia compiere i libri della Matematica, de' Profetali e della Metafisica, gli faccia dire anche qualche segreto che ha in favore di Spagna ed Austria, e mandi a Gratz libri e segreti (407). Si raffredda il favore di Giorgio Fugger pel Campanella, dopo di aver conosciute le cause vere della prigionia sua, e i garbugli da lui messi innanzi per acquistare la libertà; lo Scioppio e il Fabre finiscono per dileggiarlo, dopo di averne espilate le opere; deve poi dirsi smentito che la Curia Romana abbia partecipato a' tentativi di liberazione, i quali non potevano neanche esser visti da essa di buon occhio (412). Malgrado l'abbandono da parte de' suoi protettori, il Campanella continuò sempre a mostrarsi grato verso di loro; sua inerzia di qualche anno durante gli ultimi tentativi infruttuosi di liberazione; pochi opuscoli scritti in tal tempo e diverse poesie di dolore e di sdegno, di alcune delle quali è possibile determinare la data; importanza delle sue Poesie in complesso e delle note aggiuntevi in sèguito, rivelatrici de' casi del filosofo da lui ingarbugliati per necessità in altre sue opere; ricerca della data in cui usci dalla fossa rimanendo in Sant'Elmo, per poi passare al Castel nuovo e quindi al Castello dell'uovo; interpetrazione del suo rassomigliarsi a Prometeo nel Caucaso (415). Si discute perché il Governo Vicereale abbia voluto comportarsi cosi brutalmente col Campanella, e la Curia Romana non si sia curata di esigere il rispetto dell'immunità ecclesiastica in persona di lui; ragioni abbastanza chiare che spiegano questi fatti; lo Stato e la Chiesa contribuirono egualmente al martirio del Campanella risparmiandone la vita (420). Due tribunali in regola, entrambi istituiti da Roma, aveano trovato il Campanella colpevole verso lo Stato e verso la Chiesa; le denegazioni posteriori sorsero abbastanza tardi dietro un sentimento di pietà e varii apprezzamenti inesatti; la benevolenza di Urbano VIII cominciò sol quando costui piegò verso Francia e volle far dispetto agli spagnuoli, oltreché ebbe bisogno de' consigli e conforti del Campanella per la sua salute, ma cessate o modificate tali condizioni il Campanella fu abbandonato alla persecuzione de' suoi rivali e alla più desolante miseria in terra straniera; così ben pochi meritano quanto lui la nostra ammirazione e gratitudine (426).

INDICE DEL VOL. III.

DOCUMENTI

I . Documenti de' tempi anteriori alla congiura e relativi processi
n. 1. Gli antenati e congiunti di fra Tommaso Campanella pag. 1
n. 2. Gli antenati e la nobiltà di Maurizio de Rinaldis pag. 6
n. 3. Lettera di Giulio Battaglino Agente di Toscana all'Usimbardi, 4 settembre 1592 pag. 12
n. 4. Lettera del Campanella al Tragagliolo, edita; riveduta; 21 dicembre 1595 pag. 13
II . Documenti de' tempi della congiura e de' processi
A . – Carteggio Vicereale con la Corte di Madrid
nn. 5.-43. [Da luglio 1599 al luglio 1603. Sono Documenti 38 inediti. Il n. 7, pag. 15, rappresenta la denunzia di Lauro e Biblia; il n. 19, pag. 28, rappresenta la dichiarazione scritta dal Campanella al momento della sua cattura] pag. 14
B . – Carteggio del Nunzio Pontificio in Napoli con la Corte di Roma
nn. 44.-158. [Dall'agosto 1599 all'agosto 1604. Sono Documenti 114, de' quali soltanto 32 editi, e generalmente editi in parte e senza indirizzi determinati] pag. 47
C . – Carteggio dell'Agente Toscano in Napoli col suo Governo
nn. 159.-169. [Dall'agosto 1599 al giugno 1601. Sono Documenti 11, de' quali soltanto 5 editi e qualcheduno di essi in parte] pag. 83
D . – Carteggio del Residente Veneto in Napoli col suo Governo
nn. 170.-194. [Dal marzo 1599 al febbraio 1604. Sono Documenti 25, de' quali soltanto 10 editi, e taluni in parte] pag. 86
E . – Carteggio dell'Ambasciatore Veneto in Roma col suo Governo
nn. 195.-196. [Del settembre 1599 ed aprile 1600. Sono Documenti 2 inediti] pag. 98
F . – Carteggio del Bailo da Costantinopoli ed Avvisi di Levante
nn. 197.-201. [Dal marzo 1599 all'agosto 1603. Sono Documenti 5 inediti] pag. 98
G . – Gazzettini ed Avvisi di Roma
nn. 202.-204. [Sono tre serie di Avvisi; la 1 a del Vialardi in servigio del Gran Duca di Toscana; la 2 a in servigio del Duca di Modena; la 3 a in servigio del Duca di Urbino] pag. 100
H . – Atti amministrativi e giudiziarii esistenti nel Grande Archivio di Napoli
n. 205. Denunzia fatta da 5 cittadini di Catanzaro; edita , riveduta; agosto 1599 pag. 106
n. 206. Assegni a Carlo Spinelli e suoi ufficiali in partenza per la Calabria; agosto 1599 pag. 107
n. 207. Lettera Vicereale allo Spinelli circa i fuorusciti della Calabria; ottobre 1599 pag. 108
n. 208. Lettera Vicereale all'Audienza di Calabria circa ciò che ha fatto lo Spinelli; ottobre 1599 pag. 108
n. 209 Lettera Vicereale che deputa Marco Antonio De Ponte e Don Giovanni Sances per le cause de' laici incriminati di congiura; novembre 1599 pag. 109
n. 210. Lettera Vicereale che deputa il Montoya per l'omicidio del fratello del Biblia denunziante; dicembre 1599 pag. 110
n. 211. Lettera Vicereale al Montoya per le spese nel prendere l'informazione anzidetta; dicembre 1599 pag. 111
n. 212. Lettera Vicereale che deputa il Ruiz de Valdevieso per l'informazione anzidetta; gennaio 1600 pag. 112
n. 213. Lettera Vicereale sullo stesso oggetto; aprile 1600 pag. 113
n. 214. Lettera Vicereale al Governatore di Calabria circa i guidati e indultati dallo Spinelli; gennaio 1600 pag. 113
n. 215. Lettera Vicereale all'Audienza di Calabria circa le elezioni di Catanzaro fatte dallo Spinelli; gennaio 1600 pag. 114
n. 216. Biglietto circa la riunione del tribunale della congiura per gli ecclesiastici; gennaio 1600 pag. 115
n. 217. Lettera Vicereale al tribunale della congiura pe' laici circa la forgiudicazione di più contumaci; dicembre 1599 pag. 115
n. 218. Lettera Vicereale allo stesso tribunale per la forgiudicazione di Giovanni Gregorio Prestinace; ottobre 1600 pag. 115
n. 219. Lettera Vicereale all'Audienza di Calabria circa Geronimo Baldaia già nominato nella congiura; ottobre 1603 pag. 116
n. 220. Lettera Vicereale al Governatore di Calabria sullo stesso oggetto; dicembre 1603 pag. 116
n. 221. Lettera Vicereale all'Audienza sullo stesso oggetto; luglio 1604 pag. 117
n. 222. Lettera Vicereale al Governatore di Calabria circa Tolibio Dolce forgiudicato per la congiura; ottobre 1604 pag. 117
n. 223. Lettera Vicereale al Capitano di Stilo circa Giovanni Antonio Lucane ricettatore del Dolce; giugno 1604 pag. 117
n. 224. Pagamento pel vitto a Tolibio Dolce carcerato; maggio 1610 pag. 118
n. 225. Lettera Vicereale all'Auditore Barbuto per informazione circa Giovanni Francesco d'Alessandria inquisito della congiura; luglio 1600 pag. 118
n. 226 Lettera Vicereale all'Auditore Lanfranco contro Barbuto per l'informazione circa il D'Alessandria; dicembre 1606 pag. 119
n. 227. Lettera Vicereale al Capitano di Stilo circa Fabrizio Campanella; febbraio 1606 pag. 119
n. 228. Dispacci intorno alla relegazione del D'Alessandria; anno 1615 pag. 120
n. 229. Concessione a Fabio di Lauro denunziante; aprile 1600 pag. 120
n. 230. Ufficio di percettore della gabella della seta a Giovanni Battista Biblia denunziante; dicembre 1600 pag. 120
n. 231. Grado e titolo di nobiltà a Giovanni Battista Biblia e suoi discendenti; giugno 1602 pag. 120
n. 232. Lettera Regia per informazione circa il premio dimandato da Carlo Spinelli; settembre 1600 pag. 121
n. 233. Lettera Regia per informazione circa il premio proposto per Don Luise Xarava; ottobre 1602 pag. 122
n. 234. Lettera Regia circa la fuga di fra Dionisio e del Bitonto dal Castel nuovo; febbraio 1603 pag. 122
n. 235. Nomina dello Xarava all'ufficio di Consigliere; novembre 1603 pag. 123
n. 236. Lettera Regia circa una proposta del Consigliere Xarava per la fuga di fra Dionisio e la causa dell'eresia; giugno 1603 pag. 124
n. 237. Lettera Regia circa i provvedimenti contro l'armata turca essendosi fra Dionisio fatto intimo del Cicala; settembre 1603 pag. 124
I . – Atti delle esecuzioni registrate nell'Archivio de' Bianchi di Giustizia
n. 238. Esecuzione di Cesare Pisano; gennaio 1600 pag. 124
n. 239. Esecuzione di Maurizio de Rinaldis; febbraio 1600 pag. 125
K . – Difese di laici
n. 240. La Difesa di Giovanni Paolo e Muzio di Cordova; edita ; frammenti pag. 125
L . – Atti giudiziarii circa gli Ecclesiastici incriminati di congiura esistenti nell'Archivio di Firenze
n. 241. Elenco degli ecclesiastici incriminati; edito pag. 127
n. 242. Breve di Clemente VIII per la costituzione del tribunale; edito ; 8 gennaio 1600 pag. 128
n. 243. Biglietto da parte del Vicerè per la nomina del Fiscale e Mastrodatti; edito ; 16 gennaio 1600 pag. 129
n. 244. Riassunto degl'indizii contro il Campanella pag. 129
n. 245. La Difesa del Campanella scritta da Giovanni Battista Leonardis pag. 144
n. 246. La Replica del Fiscale Don Giovanni Sances contro il Campanella pag. 149
n. 247. Riassunto degl'indizii contro fra Dionisio pag. 151
n. 248. Riassunto degl'indizii contro fra Pietro di Stilo pag. 160
n. 249. Riassunto degl'indizii contro fra Pietro Ponzio pag. 161
n. 250. Riassunto degl'indizii contro fra Giovanni Battista di Pizzoni pag. 161
n. 251. Riassunto degl'indizii contro fra Silvestro di Lauriana pag. 164
n. 252. Riassunto degl'indizii contro fra Domenico Petrolo pag. 165
n. 253. Riassunto degl'indizii contro fra Giuseppe Bitonto pag. 167
n. 254. Riassunto degl'indizii contro fra Paolo della Grotteria pag. 169
n. 255. Riassunto degl'indizii contro fra Giuseppe di Jatrinoli pag. 170
n. 256. Riassunto degl'indizii contro fra Scipione Pliti pag. 172
n. 257. Riassunto degl'indizii contro fra Francesco da Tiriolo pag. 172
n. 258. Riassunto degl'indizii contro fra Pietro Musso pag. 172
n. 259. Riassunto degl'indizii contro Don Domenico Pulerà pag. 173
n. 260. Riassunto degl'indizii contro Don Marco Petrolo pag. 173
n. 261. Riassunto degl'indizii contro Don Giovanni Battista Cortese e Don Antonio Milano pag. 173
n. 262. Riassunto degl'indizii contro il Santaguida, l'Ursetta e il Samà pag. 174
n. 263. Riassunto degl'indizii contro Giulio Contestabile pag. 174
n. 264. La Difesa di Giulio Contestabile pag. 175
n. 265. Riassunto degl'indizii contro Marco Antonio Pittella pag. 181
n. 266. La difesa di Marco Antonio Pittella scritta da Giovanni Battista Leonardis pag. 183
n. 267. Altro Breve di Clemente VIII per la sostituzione del Ruiz al De Vera; edito; 27 ottobre 1604 pag. 186
M ., e M . bis – Apologie
n. 268. Apologia del Campanella. Dalla Casanatense pag. 188
n. 268. bis Detta <Apologia del Campanella> Dalla Nazionale di Napoli pag. 189
N . – Processo di eresia con gli allegati e poesie del Campanella, ed altre scritture d'inquisizione
1 – Primo processo fatto da fra Marco da Marcianise e fra Cornelio di Nizza in Monteleone
n. 269. Atti institutivi del processo co' capi d'accusa; 1° settembre 1599 pag. 194
n. 270. Una lettera del Vescovo ed un'altra del Governatore di Catanzaro; 25 agosto e 2 settembre 1599 pag. 197
n. 271. Ordine per la cattura del Pizzoni e del Lauriana, e consegna di essi a Don Carlo Ruffo; 3 e 4 settembre 1599 pag. 197
<salto nn. 272.-277.>
n. 278. Formola del precetto per gli esami, ed esame di fra Giovanni Battista di Pizzoni; 4 settembre pag. 197
n. 279. Esame di Giulio Soldaniero fuoruscito, rifugiato nel convento di Soriano; 5 settembre pag. 203
n. 280. Esame di fra Silvestro di Lauriana; 6 settembre pag. 207
n. 281. Esame di fra Pietro di Stilo; 14 settembre pag. 211
n. 282. Esame di fra Domenico Petrolo; 14 settembre pag. 211
n. 283. Esame di fra Alessandro di San Giorgio; 8 settembre pag. 215
n. 284. Esame di fra Vincenzo Rodino di San Giorgio; 8 settembre pag. 216
n. 285. Decreto di rilascio di fra Alessandro e fra Vincenzo dietro cauzione; 9 settembre pag. 218
n. 286. Allegato: Lettera di fra Dionisio Ponzio a fra Vincenzo Rodino; 21 luglio pag. 218
n. 287. Altro allegato: Scartafaccio trovato a fra Paolo pag. 219
n. 288. Ultimo allegato: Cifra tra il Campanella e il Pizzoni; carattere di fra Cornelio pag. 220
n. 289. Relazione del Teologo qualificatore sul detto Scartafaccio; (20 febbraio 1602) pag. 221
2 – Informazione contro Cesare Pisano nelle carceri di Castelvetere
n. 290. Atto Istitutivo dell'informazione, ed esame di Felice Gagliardo; 13 settembre 1599 pag. 221
n. 291. Esame di Geronimo Conia; 13 settembre 1599 pag. 223
n. 292. Esame di Giovanni Angelo Marrapodi; 13 settembre 1599 pag. 224
3 – Processo di Gerace (Monsignor Vincenzo Bonardo e i due frati anzidetti inquisitori)
n. 293. Lettera del Cardinale di Santa Severina a fra Cornelio; 17 settembre,  pag. 224
n. 294. Esame di fra Pietro Ponzio da Nicastro; 13 ottobre pag. 225
n. 295. Esame di fra Paolo Jannizzi della Grotteria; 13 ottobre pag. 226
n. 296. Esame di fra Pietro Presterà di Stilo; 16 ottobre pag. 228
n. 297. Esame di fra Giuseppe Bitonto di San Giorgio; 16 ottobre pag. 231
n. 298. Esame di fra Giovanni Battista di Pizzoni; 16 ottobre pag. 234
n. 299. Esame di fra Silvestro di Lauriana; 16 ottobre pag. 235
n. 300. Esame di fra Domenico Petrolo di Stignano; 16 ottobre pag. 235
n. 301. Esame di Giulio Soldaniero possidente (fuoruscito); 18 ottobre pag. 236
n. 302. Esame di Cesare Pisano, clerico; 19 ottobre 1599 pag. 237
n. 303. Esame di Giovanni Tommaso Caccia, clerico (fuoruscito); 19 ottobre 1599 pag. 243
4 – Ricognizione de' carcerati nel Castel nuovo di Napoli, fatta dal Reverendo Antonio Peri fiorentino Auditore del Nunzio
n. 304. Ricognizione di fra Tommaso Campanella; 23 ottobre 1599 pag. 246
n. 305. Ricognizione di fra Pietro di Stilo; 23 ottobre 1599 pag. 247
5 – Appendice. Altre scritture di Santo Officio del primo trimestre 1600
a – Ultime dichiarazioni di Cesare Pisano condannato a morte
n. 306. Due esami e una tortura del Pisano; 15 e 16 gennaio 1600 pag. 248
b – Ultime dichiarazioni di Maurizio de Rinaldis condannato a morte
n. 307. Esame di Maurizio de Rinaldis; 3 febbraio 1600 pag. 253
6 – Processo in Napoli; parte prima; processo offensivo
n. 308. Tre lettere del Cardinale di Santa Severina per la costituzione del tribunale; aprile 1600 pag. 256
n. 309. Esame di fra Giovanni Battista di Pizzoni; 10 maggio 1600 pag. 258
n. 310. Esame di fra Marco da Marcianise e fra Cornelio di Nizza come testi; 15 maggio pag. 260
n. 311. Esame di fra Domenico Petrolo; 15 maggio pag. 261
n. 312. Esame del Campanella, che si mostra pazzo; 17 maggio pag. 263
n. 313. Esame di fra Pietro di Stilo; 17 maggio pag. 264
n. 314. Esame di fra Silvestro di Lauriana; 17 maggio pag. 265
n. 315. Esame di fra Paolo della Grotteria; 17 maggio pag. 266
n. 316. Esame di fra Giuseppe Bitonto di San Giorgio; 17 maggio pag. 266
n. 317. Altro esame di fra Paolo della Grotteria; 19 maggio pag. 268
n. 318. Altro esame di fra Giuseppe Bitonto; 19 maggio pag. 269
n. 319. Altro esame di fra Domenico Petrolo; 19 maggio pag. 270
n. 320. Altro esame di fra Pietro di Stilo; 19 maggio pag. 272
n. 321. Altro esame di fra Silvestro di Lauriana; 19 maggio pag. 273
n. 322. Memoriale di fra Pietro Ponzio con una letttera del Lauriana pag. 274
n. 323. Esame di fra Pietro Ponzio sul detto incidente; 26 maggio pag. 275
n. 324. Esame di fra Silvestro di Lauriana; 26 maggio pag. 275
n. 325. Esame di fra Aquilio Marrapodi, teste; 26 maggio pag. 276
n. 326. Esame di Cesare Bianco di Nicastro, teste; 26 maggio pag. 277
n. 327. Altro esame di fra Giovanni Battista di Pizzoni, 26 maggio pag. 279
n. 328. Denunzia ed esame di fra Agostino Cavallo sulle relazioni del Campanella coll'Ebreo Abramo; 17 e 18 maggio pag. 281
n. 329. Esame di fra Giuseppe Dattilo sull'istesso oggetto; 1° giugno pag. 282
n. 330. Lettera del Cardinale di Santa Severina che a nome di Sua Santità autorizza a dare la corda al Campanella; 9 giugno pag. 284
n. 331. Lettera del Padre Generale che nega di aver ricevuto denunzia dal Pizzoni; 14 giugno pag. 284
n. 332. Esami di fra Dionisio Ponzio; dal 21 giugno al 13 luglio pag. 284
n. 333. Esame del clerico Giulio Contestabile; 13 luglio pag. 295
n. 334. Esame di Giulio Soldaniero; 18 luglio pag. 296
n. 335. Atto del tormento della corda dato al Campanella; 18 luglio pag. 298
n. 336. Esame di Geronimo padre del Campanella; 18 luglio pag. 300
n. 337. Esame di Giovanni Pietro fratello del Campanella; 20 luglio pag. 301
n. 338. Altro esame del Campanella; 20 luglio pag. 301
n. 339. Due esami di fra Domenico di Polistina; 8 ed 11 agosto pag. 302
n. 340. Esame di Valerio Bruno; 21 agosto 1600 pag. 303
n. 341. Decreto che dà un Curatore ed Avvocato e i Capitoli al Campanella; ed atto di consegna de'Capitoli; 31 luglio pag. 306
7 – Parte 2 a ; processo ripetitivo
n. 342. Interrogatori da farsi a' testimoni, dati dall'Avvocato Attilio Cracco pel Campanella; 16 agosto 1600 pag. 306
n. 343. Posizioni ed Articoli dati dal Fiscale Andrea Sebastiano contro il Campanella pag. 309
n. 344. Ripetizione di Giulio Soldaniero contro il Campanella; 21 agosto pag. 311
n. 345. Ripetizione del Pizzoni contro il Campanella; 22 agosto pag. 313
n. 346. Ripetizione del Lauriana contro il Campanella; 22 agosto pag. 318
n. 347. Ripetizione del Petrolo contro il Campanella; 23 agosto pag. 320
n. 348. Ripetizione di fra Pietro di Stilo contro il Campanella; 23 agosto pag. 324
n. 349. Supplimento alla ripetizione del Petrolo; 29 agosto pag. 326
n. 350. Allegato: Relazione di due dialoghi notturni tra il Campanella e fra Pietro Ponzio spiati dagli scrivani pag. 327
n. 351. Esame aggiunto di fra Giovanni Battista di Placanica; 30 agosto pag. 329
n. 352. Esame aggiunto di fra Francesco Merlino; 30 agosto; pag. 331
n. 353. Ripetizione di fra Francesco Merlino; 2 settembre pag. 332
n. 354. Ripetizione di fra Giovanni Battista di Placanica; 2 settembre pag. 335
n. 355. Esame di fra Vincenzo di Lungro, lettore di Soriano, nella causa di fra Dionisio e del Campanella; 5 settembre pag. 337
n. 356. Dichiarazione di fra Dionisio di volersi difendere; 6 ottobre pag. 339
n. 357. Giuramento di Giovanni Battista dello Grugno Avvocato assegnato al Campanella per le difese; 13 ottobre pag. 339
n. 358. Note ed appunti su questo processo, di mano di Monsignor di Termoli pag. 340
8 – Parte 3 a ; processo difensivo
n. 359. Interrogatorii da farsi a' testimoni, dati dal fiscale Sebastiano contro gli articoli di fra Dionisio pag. 341
n. 360. Alcuni articoli in propria difesa, dati da fra Dionisio pag. 342
n. 361. Articoli completi in propria difesa, dati da fra Dionisio pag. 344
n. 362. Esame difensivo di Geronimo Marra per fra Dionisio, 30 settembre pag. 358
n. 363. Esame difensivo di Don Francesco di Castiglia per fra Dionisio; 6 novembre pag. 360
n. 364. Esame difensivo di Giulio Contestabile per fra Dionisio 6 novembre pag. 361
n. 365. Esame difensivo di fra Antonio Capece cavalier gerosolimitano per fra Dionisio 7 novembre pag. 364
n. 366. Esame difensivo di Cesare Forte per fra Dionisio 7 novembre pag. 366
n. 367. Esame difensivo del signor Cesare Spinola per fra Dionisio 7 novembre pag. 367
n. 368. Esame di Alonso Martines carceriero per fra Dionisio; 8 novembre pag. 369
n. 369. Esame difensivo di Geronimo Campanella per fra Dionisio; 8 novembre pag. 370
n. 370. Esame difensivo di fra Paolo della Grotteria per fra Dionisio; 9 novembre pag. 371
n. 371. Esame difensivo di fra Pietro di Stilo per fra Dionisio; 9 e 10 novembre pag. 373
n. 372. Esame difensivo di fra Domenico Petrolo per fra Dionisio; 9 e 10 novembre pag. 379
n. 373. Esame difensivo di Antonino Sersale Barone di Cropani per fra Dionisio; 16 novembre pag. 381
n. 374. Allegato: Lettera del Lauriana a Ferrante Ponzio (10 ottobre 1599) pag. 383
n. 375 Esame di fra Pietro Ponzio sulla lettera precedente a Ferrante Ponzio; 21 novembre 1600 pag. 384
n. 376. Allegato d'officio: Relazione sullo scambio di note tra il Campanella e il Pizzoni pag. 386
n. 377. Altro allegato: Copia dell'indulto concesso dallo Spinello al Soldaniero e al Bruno pag. 388
n. 378. Copia dell'esame del Pizzoni nel tribunale per la congiura pag. 389
n. 379. Confrontazioni del Pizzoni con Campanella e poi con fra Dionisio, come pure di fra Dionisio con Lauriana, fatte nel tribunale per la congiura pag. 390
n. 380. Due esami del Petrolo nel tribbunale per la congiura pag. 391
n. 381. Due cartoline trovate al Campanella, quando ebbe il tormento del polledro nel tribunale della congiura pag. 394
n. 382. Due fedi di Assistenti a ben morire circa il Vitale e il Caccia giustiziati pag. 395
n. 383. Fedi di carcerati intorno a una dichiarazione del Pizzoni in punto di morte pag. 396
n. 384. Articoli e testi difensivi dati dal Pizzoni pag. 397
n. 385. Esame difensivo di fra Paolo della Grotteria pel Pizzoni; 14 novembre pag. 402
n. 386. Esame difensivo del Petrolo pel Pizzoni; 14 novembre pag. 404
n. 387. Esame difensivo del Lauriana pel Pizzoni; 14 novembre pag. 406
n. 388. Esame difensivo di fra Pietro di Stilo pel Pizzoni; 15 novembre pag. 408
n. 389 Esame difensivo del Bitonto pel Pizzoni; 15 novembre pag. 411
n. 390. Esame difensivo di Giulio Contestabile pel Pizzoni; 15 novembre pag. 413
n. 391. Esame difensivo di Geronimo di Francesco pel Pizzoni; 15 novembre pag. 414
n. 392. Dichiarazione del procuratore del Campanella, ed informazione sulla pazzia; 6 novembre 1600 pag. 415
9 – Appendice. Sommari de' processi e Riassunti degl'indizii
n. 393. Sommario del processo contro il Campanella redatto da Monsignor di Caserta pag. 421
n. 394. Sommario degli appunti fatti a fra Marco e fra Cornelio; redatto da Monsignor di Caserta pag. 446
n. 395. Riassunti degli indizii contro i frati incriminati; redatti da Monsignor di Caserta pag. 457
10 – Parte 4 a ; ultimi atti del processo di Napoli
n. 396. Lettera del Cardinal di Santa Severina a Monsignor di Caserta, che succede a Monsignor di Termoli; marzo 1601 pag. 470
n. 397. Elenco di nuovi capi d'investigazioni circa il Campanella pag. 471
n. 398. Articoli addizionali contro il Campanella, ed interrogatorii dati dall'Avvocato per essi pag. 473
n. 399. Memoriale di fra Dionisio con lettera del Petrolo; giugno 1601 pag. 474
n. 400. Memoriale di fra Pietro di Stilo che invia al tribunale carte dategli già dal Campanella ed esame per tale invio; giugno 1601 pag. 475
n. 401. Le difese del Campanella scritte da lui medesimo pag. 478
a – Prima delineatio defensionum fratris Thomae Campanellae pag. 478
b – Seconda delineatio defensionum fratris Thomae Campanellae; articuli profetales inserendi in defensionibus Campanellae pag. 489
n. 402. Atto del tormento della veglia data al Campanella; 4 giugno pag. 498
n. 403. Fedi de' medici Vecchione e Jasolino sulla pazzia del Campanella pag. 502
n. 404. Esame di un aguzzino circa il contegno del Campanella dopo la veglia; 20 luglio pag. 503
n. 405. Nuovo memoriale ed esami di fra Dionisio per certe carte trovate dopo una rissa tra carcerati pag. 504
n. 406. Memoriale de' frati che chiedono qualche sovvenzione pag. 506
n. 407. Lettera di sollecitazione del Cardinal Santa Severina; gennaio 1602 pag. 507
n. 408. Copia dell'esame del Pisano nel tribunale per la congiura pag. 507
n. 409. Lettera del Cardinal Santa Severina circa le carte trovate presso i frati; marzo 1602 pag. 509
n. 410. Lettera di Sertorio del Buono trovata presso fra Dionisio pag. 509
n. 411. Quattro lettere di fra Pietro di Stilo trovate nella cerca fatta pag. 510
n. 412. Nuova comparsa di fra Dionisio per nuovi esami; aprile 1602 pag. 513
n. 413. Esame de' testi presentati sulle volute ritrattazioni del Pizzoni vicino a morire; maggio 1602 pag. 514
n. 414. Esame del Petrolo circa i voluti suoi desiderii di ritrattarsi pag. 518
n. 415. Dichiarazione del Gagliardo e del Bitonto circa le carte trovate pag. 519
n. 416. Ordini di consegna della copia degli atti e di citazione a fra Dionisio ad dicendum; maggio e agosto 1602 pag. 520
n. 417. Esame del sergente Alarcon circa le carte trovate presso i frati; marzo  pag. 521
n. 418. Esame di fra Pietro di Stilo circa le sue lettere trovate dagli ufficiali; marzo 1602 pag. 522
n. 419. Esame di fra Dionisio circa le carte trovate nella sua camera; marzo 1602 pag. 524
n. 420. Esame di fra Pietro Ponzio sullo stesso oggetto; 19 marzo pag. 525
n. 421. Altro esame di fra Pietro Ponzio sullo stesso oggetto; 19 marzo pag. 526
n. 422. Esame del Figueroa circa le carte già trovate al Gagliardo in Castello dell'ovo; aprile 1602 pag. 527
n. 423. Esame del Moya circa le carte trovate nel Castel nuovo; maggio 1602 pag. 528
n. 424. Citazione dell'Avvocato di fra Dionisio ad dicendum; settembre 1602 pag. 531
n. 425. Decisione nella causa di fra Dionisio pag. 531
n. 426. Ordine che sieno arrestati fra Dionisio e il Bitonto fuggiti pag. 531
n. 427. Sentenza pel Campanella e promulgazione di essa; 8 gennaio 1603 pag. 532
n. 428. Atto del tormento dato a fra Pietro di Stilo, in vigore della condanna avuta; 8 gennaio 1603 pag. 533
n. 429. Atto del tormento dato al Lauriana; in vigore della condanna avuta; 8 gennaio 1603 pag. 535
n. 430. Atto del tormento dato al Petrolo; in vigore della condanna avuta; 8 gennaio 1603 pag. 537
n. 431. Sentenza ed atto di abiura del Petrolo pag. 540
n. 432. Memoriale e dichiarazione de' frati circa la loro relegazione; marzo pag. 543
n. 433. Ultimo esame ed abilitazione di Valerio Bruno; luglio e agosto 1603 pag. 544
n. 434. Lettera di Carlo Spinelli che raccomanda il Soldaniero; gennaio 1604 pag. 546
11 – Alcuni degli allegati del processo dell'eresia
a – Lettere trovate presso Felice Gagliardo
n. 435. Due lettere di un capo di fuorusciti al Gagliardo pag. 547
b – Le Poesie del Campanella, raccolte da fra Pietro Ponzio, trovate nell'agosto 1601, emerse in processo nel 1602
n. 436. La gran Donna ch'a Cesare comparse. Edito . Sullo stato d'Italia pag. 549
n. 437. Il fato dell'Italia hoggi dipende. Sull'istesso stato d'Italia pag. 549
n. 438. Spesso m'han combattuto (io dico anchora). A sè stesso pag. 550
n. 439. Legato e sciolto, accompagnato, e solo. Edito . A sè stesso pag. 550
n. 440. Vergine, che ravvivi il sangue santo. Alla Beata Orsola pag. 550
n. 441. Veggio spirti rivolti al Creatore. In lode di carcerati e tormentati ec. pag. 551
n. 442. Generoso Rinaldi. Madrigale in lode di Maurizio Rinaldi pag. 551
n. 443. Vilissimo Rinaldi. Madrigale di palinodia pag. 551
n. 444. Cantai l'altrui virtuti, hor me ne pento. In lode di fra Dionisio pag. 552
n. 445. Qual di Vigliena il sir, sperando al frutto. In lode del medesimo pag. 552
n. 446. Qual feroce leon, ch'in più chatene. In lode del medesimo pag. 553
n. 447. La favella, el commercio vi si nega. A tutti i carcerati pag. 553
n. 448. Valor, senno, bontate, io adoro in cielo. In lode de' tre fratelli Ponzii pag. 553
n. 449. Sino all'inferno un cavalier seguìo. In lode di fra Pietro di Stilo pag. 554
n. 450. Dunque furor divin, ch'al volgo appare. In lode del medesimo pag. 554
n. 451. Venuto è 'l tempo homai che si discuopra. In lode del Petrolo pag. 554
n. 452. Campanella d'heretici, e rubelli. Contro Don Aloise Sciarava pag. 555
n. 453. Mentre l'albergo mio non vede esangue. Contro il medesimo pag. 555
n. 454. Veggio in candida robba il Padre santo. Edito . Sulle profezie pag. 555
n. 455. Tu sei del sommo Iddio Vicario in terra. Al Papa pag. 556
n. 456. Toglie i dì sacri il Tebro, e calca Roma. Sonetto con coda su' segni pag. 556
n. 457. Sciarava m'incitò ch'io maledica. In lode di spagnuoli pag. 557
n. 458. Anima, ch'or lasciasti il carcer tetro. Per uno morto nel Santo Officio pag. 557
n. 459. Gli affetti di Pluton portano al core. Edito . Contro i G...<Gesuiti> pag. 558
n. 460. Bellissimo fanciullo hoggi è comparso. Al signor Petrillo pag. 558
n. 461. Spirto ben nato la bellezza è un fiore. Al medesimo pag. 558
n. 462. Pompa della natura, honor d'Iddio. In lode del signor Cesare Spinola pag. 559
n. 463. Glorioso signor, ch'il nome porti. In lode del signor Troiano Magnati pag. 559
n. 464. Á i spirti illustri del seculo antico. Al signor Giovanni Leonardi pag. 559
n. 465. D'amor ogetto, e di bontà evidenza. Alla signora Maria pag. 560
n. 466. Se à gl'altri sei con sincopata voce. Alla signora Donn'Anna pag. 560
n. 467. Per conquistar d'Ausonia il più bel Regno. A Donna Ippolita Cavaniglia pag. 560
n. 468. Hyppolita magnanima, in cui serba. Alla medesima pag. 561
n. 469. Donna, ch'Olimpia, dal monte onde Giove. Alla signora Olimpia pag. 561
n. 470. Gioia, idea, vita, luce, idolo, amore. Alla signora Giulia pag. 561
n. 471. Quando parla huom mortale. Madrigale a Flerida pag. 562
n. 472. Madonna, han scritto, che l'humana testa pag. 562
n. 473. Convenir troppo l'effetto, e l'affetto pag. 562
n. 474. Il biondo Apollo, el choro di Parnasso pag. 563
n. 475. Tutta leggiadra e bella. Madrigale alla signora Maria pag. 563
n. 476. Amor nei gesti vaghi, e riverenti pag. 563
n. 477. Bastava che pietosa. Madrigale alla signora Donna Ippolita pag. 564
n. 478. Stia pur giù Lia e Rachele. Madrigale alla signora Giulia pag. 564
n. 479. Sorgi Flerida mia. Madrigale pag. 564
n. 480. Queste d'ira, e di sdegno accese carte. Ottave. Sdegno amoroso pag. 564
n. 481. Donna dissi tal'hor, che gl'occhi vostri. Sonetto di sdegno pag. 566
n. 482. Quando primieramente nel bel volto. Sul laberinto d'Amore pag. 567
n. 483. Qual gratia, o qual destin alto et eterno. Ad Amore pag. 567
n. 484. Non fu pinsier villano. Madrigale pag. 568
n. 485. Le stampe delle perle, donde il fiato. Per un presente di pere pag. 568
n. 486. La faccia di Madonna, che di Dio. Sopra un bagno mandatogli pag. 568
n. 487. Segnando sua fortuna sopra un punto. Sul giuoco de' dadi pag. 569
n. 488. D'Italia, e Spagna, e dell'altro emispero. Al Principe di Bisignano pag. 569
n. 489. Temendo il tuo signor possente, e forte. A Misuraca pag. 569
n. 490. Gl'occhi vostri, diss'io, quivi perdei. Orazio di G. a G. d'A. pag. 570
n. 491. L'arbor vittorioso di Castiglia. In lode del Castiglia pag. 570
n. 492. Tasso i leggiadri, e gratiosi detti. Su Dante, Tasso e Petrarca pag. 570
n. 493. Voi peregrini ingegni, anime belle. All'Accademia d'Avviati pag. 571
n. 494. Non piaccia a Dio, che di comedie vane. Edito . Per richiesta di commedia pag. 571
n. 495. Ò di novella pianta hor hor inserta. A un nuovo Religioso pag. 571
n. 496. Spirti ben nati nella santa schola. A' difensori della Filosofia greca pag. 572
n. 497. La scola inimicissima del vero. Edito . Contro le scuole mondane pag. 572
n. 498. Mentre l'aquila invola, e l'urso freme. Edito . Profezia comminatoria pag. 573
n. 499. In stile io canterei forsi non basso. Per invito a dire di Cesare pag. 573
n. 500. Con tante spesse reti, e stretti nodi. Sopra un laccio di capelli pag. 573
n. 501. Donna, ch'in terra fai vita celeste pag. 574
n. 502. Monte di magna Grecia, ch'al gran seme. Sul monte di Stilo pag. 574
n. 503. Come và al centro ogni cosa pisante. Edito . Al carcere pag. 574
n. 504. Grecia tre spanni di mar, che di terra. Edito in Madrigali pag. 575
n. 505. Ò tu, ch'ami la parte più, che'l tutto. Edito pag. 576
n. 506. Quinci impara a stupirti in infinito. Edito pag. 577
n. 507. Morte stipendio della colpa antica. Edito pag. 577
n. 508. Titulo di vittoria, pan di vita pag. 578
n. 509. Populo, che di Dio la sepultura pag. 578
n. 510. Se sol sei hore in croce stette Christo. Edito pag. 578
n. 511. Io ch'oggi d'Artemisia lascio il nome pag. 579
n. 512. Le Nimfe d'Arno, e l'Adriatica Dea. Edito . A Genova pag. 579
n. 513. Da le arme ai corpi, et dagli corpi alle alme. A Roma p.580
n. 514. Tu, chi t'opponi alla promessa eterna. A Cesare d'Este. pag. 580
n. 515. Nuova Arca di Noè, che mentre inonda. Edito . A Venezia pag. 580
n. 516. Parve a me troppo, ma alla cortesia pag. 581
n. 517. Viveano senza di natura il lume. Roma a Germania pag. 581
12 – Appendice. Un'altra scrittura di Santo Officio
n. 518. Brani delle ultime dichiarazioni del Gagliardo condannato a morte per omicidio; luglio 1606 pag. 582
O. – Opuscoli
n. 519. Due altri discorsi inediti del Campanella sopra l'aumento dell'entrate del Regno di Napoli pag. 591
P. – Lettere
n. 520. Le promesse fatte dal Campanella per riacquistare la libertà. Lettera al Cardinal San Giorgio. Edita pag. 596
III. Documenti de' tempi posteriori
n. 521. Provvedimenti pel vitto al Campanella carcerato: novembre 1613 pag. 603
n. 522. Dispaccio Vicereale intorno all'opera della Metafisica del Campanella; novembre 1614 pag. 603
n. 523. Pagamento pel vitto al Campanella carcerato; febbraio 1624 pag. 603
n. 524. Lettera del Campanella al Cardinal Trexo, e brano di risposta; giugno 1624 pag. 603
n. 525. Provvedimento del Consiglio Collaterale circa la liberazione del Campanella; anno 1626 pag. 606
n. 526. Due Avvisi di Roma circa la partenza del Campanella per Parigi; anno 1634 pag. 606
n. 527. Due brani di lettere del Naudeo a Cassiano del Pozzo sulla fuga del Campanella e sul suo Panegirico a Urbano VIII; anni 1634-1635 pag. 606
ILLUSTRAZIONI
I Cenni della Città del Sole e delle Quistioni sull'ottima repubblica , in rapporto alle cose emerse ne' processi della congiura e dell'eresia pag. 609
II Schema del processo della congiura, desunto dalle citazioni dei folii del processo registrate negli Atti giudiziarii e in altri documenti pag. 612
III Indice de' processi ecclesiastici di eresia contro fra Tommaso Campanella e socii, dell'anno 1599 e seguenti, con altre scritture di Santo Officio relative a' detti processi, secondo la copia fattane dall'autore pag. 621
IV Elenco degl'incriminati laici finoggi noti, condannati, perseguitati, o esplicitamente nominati pe' fatti della congiura pag. 644
V Nota sopra Antonio Serra l'economista, voluto complice nella congiura del Campanella pag. 646
VI Nota sulla voluta nascita di Giovanni Alfonso Borrelli dal Campanella pag. 649
VII Catalogo delle opere del Campanella pel tempo contemplato nella narrazione, con le date e fasi rispettive pag. 653

ERRATA
pag. 158; penultimo verso: Gioseppe Pascolone – leggi Pascalone
pag. 174; verso 33: Fabritio Priecipato – leggi Principato
pag. 194; verso 23: 1° settembre 1699 – leggi 1599
pag. 356; verso 39: Giulio Constabile – leggi Contestabile

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