Luigi Guerrini, Schede (2010), scheda 18

Th. Campanellae | de | monarchia | hispanica | Discursus. | [Marca] | harderuici, | anno domini, | m.dc.xl. [12], 415, [1] p. 12°

Edizione pubblicata, con falso luogo di stampa, lo stesso anno della prima latina stampata ad Amsterdam con ogni probabilità da Ludovico Elzevier. Si tratta di una delle più note opere campanelliane, tramandata da un gran numero di testimonî manoscritti e tradotta, fin dal primo Seicento, in più lingue volgari, tra cui due versioni tedesche (1620 e 1623, le sole effettivamente apparse durante la vita di Campanella e sulle quali egli stesso ricevette notizie controverse), a dimostrazione della sua inequivocabile forza espressiva e attualità temporale. Dopo alcuni dubbî e tentennamenti, si è oggi propensi a credere, sebbene i termini della sua effettiva generazione rimangano ancora abbastanza imprecisati, che l’opera sia stata in prima stesura vergata dall’autore durante l’età giovanile e quindi rivista e rifondata durante la carcerazione, seguita alla congiura calabrese. Con essa Campanella intese provare la derivazione divina della monarchia spagnola, la sua destinazione universale, e il compito riservatole di unificare, sotto un solidale e unitario dominio, tutti i regni cristiani. La prima diffusione dell’opera risale al 1607 e ha per protagonista Kaspar Schoppe, al quale Campanella affidò una sua stesura manoscritta, la quale egli copiò e arricchì di un cospicuo corpo di citazioni riprese dalle opere di Giovanni Botero. Poiché tali interpolazioni si fissarono immediatamente, per ragioni diverse, all’originale lettera campanelliana, divenendone parte integrante, tutte le edizioni antiche della Monarchia di Spagna offrono il testo che le riporta. Soltanto in tempi relativamente recenti esse sono state sistematicamente individuate ed espunte, permettendo finalmente il riconoscimento della pura lezione originale. Nella seconda edizione della versione tedesca, l’opera figura accompagnata da una scrittura sulla monarchia universale dei regni cristiani, che seguirà spesso le varie riproposizioni della Monarchia, e che talora sarà anche impropriamente attribuita allo stesso Campanella. Come parte integrante della Monarchia compare anche il cosiddetto Discorso sui Paesi Bassi, una precoce scrittura campanelliana, composta intorno al 1595, che conobbe anche un’autonoma fortuna e circolazione, venendo tradotta in diverse lingue. La prima edizione latina risale forse al 1602, inserita in una raccolta di scritti epigrafata De rebus hispanici, lusitanicis, aragonicis, indicis & aethiopicis, con il titolo di Discursus de Belgio sub Hispanicam potestatem redigendo, ovvero De Belgio subiugando. La prima edizione italiana della Monarchia fu estratta dallo studioso campanelliano Alessandro D’Ancona direttamente dal manoscritto VIII. 6 della Collezione Magliabechiana della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (la cui lezione, ampiamente interpolata con citazioni boteriane, egli emendò alla luce del testo latino, corrompendola), ed edita nel II tomo della sua raccolte di opere dello Stilese, stampata a Torino nel 1854.

Luigi Firpo, Bibliografia degli scritti di Tommaso Campanella, Torino, Tipografia Vincenzo Bona, 1940, n. 5, pp. 56-67.
Tommaso Campanella, Opere di Tommaso Campanella. Scelte, ordinate ed annotate da A. D’Ancona e precedute da un discorso del medesimo sulla vita e le dottrine dell’autore, Torino, Cugini Pomba e Comp. Editori, 1854, II, pp. 77-229.
Tommaso Campanella, La Monarchia di Spagna. Prima stesura giovanile. A cura di Germana Ernst, Napoli, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, 1989.
Tommaso Campanella, Monarchie d’Espagne et Monarchie de France. Textes originaux introduits, édités et annotés par Germana Ernst. Traduction par Nathalie Fabry et Serge Waldbaum, Paris, PUF, 1997 (prima edizione non interpolata dai passi boteriani).

Milano, Biblioteca di via Senato