Tommaso Campanella, Poesie non comprese nella "Scelta", n. 99

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Sonetto fatto sopra un che morse nel Santo Offizio in Roma

Anima, ch'or lasciasti il carcer tetro
di questo mondo, d'Italia e di Roma,
del Santo Offizio e della mortal soma,
vattene al Ciel, ché noi ti verrem dietro.

Ivi esporrai con lamentevol metro
l'aspra severitate, che ne doma
sin dalla bionda alla canuta chioma,
talché, pensando, me n'accoro e 'mpetro.

Dilli che, se mandar tosto il soccorso
dell'aspettata nova redenzione
non l'è in piacer, da sì dolente morso

toglia, benigno, a sé nostre persone,
o ci ricrei ed armi al fatal corso
c'ha destinato l'Eterna Ragione.

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