Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 104

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rovinò la Fiandra sotto il duca d’Alba. Li meridionali vogliono strettezza
severa, come li Vandaluzzi. Gli Italiani vogliono mediocrità,
come anco i Portughesi e Biscaglini. E nel Mondo nuovo deve <il
Re> vedere sotto che clima stanno, perché quelli dell’equinoziale
temperata legge, quelli dei tropici severa e dura, così quelli che sono
sotto i poli per zenith. Ma gli altri, secondo che sono più al freddo
vicini, vogliono leggi più larghe; quei che più lontani, che stanno
vicini ai tropici, come nel regno d’Oran, leggi dure amano e con religione
reverende; quei del mezzo, come Italiani, si accostan alla natura
di quei dell’equinozio.
Quando si spopula un paese perché è d’altra religione, subito si
deve mandar nova legge per mano di un vescovo e di un capitano
grande, e quivi colonia porre di gente opposta. Onde in Africa Fiandresi,
<in Fiandra Italiani, nel Mondo nuovo Spagnoli, Italiani e Fiandresi>
si devono mandare ad abitare. E questo è quando iure belli si
vince. Ma quando cede, a poco a poco le sue leggi devonsi mutare,
come si deve fare in Fiandra, quando i popoli a Spagna si donano. Ma
conviene a loro usare la lingua per instrumento d’imperio, più che la
spada, e l’inquisizione dell’eresia deve sotto altro titolo e nome quivi
cominciare, e più alla larga.
Ma quando si prende città o paese della religione cattolica, basta a
mandar gente paziente spagnola per le fortezze, e

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