Tommaso Campanella, La Città del Sole, p. 6

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Appresso poi s’arriva al secondo piano, ch’è dui passi o
tre manco, e si vedono le seconde mura con li rivellini in fuora
e passeggiatòri; e dalla parte dentro, l’altro muro, che serra
i palazzi in mezzo, ha il chiostro con le colonne di sotto, e di
sopra belle pitture.
E così s’arriva fin al supremo e sempre per piani. Solo
quando s’entrano le porte, che son doppie per le mura interiori
ed esteriori, si ascende per gradi tali, che non si conosce,
perché vanno obliquamente, e son d’altura quasi insensibile
distinte le scale.
Nella summità del monte vi è un gran piano e un gran
tempio in mezzo, di stupendo artifizio.
Ospitalario. Di’, di’ mo, per vita tua.Genovese. Il tempio è tondo perfettamente, e non ha muraglia
che lo circonda; ma sta situato sopra colonne grosse e
belle assai. La cupola grande ha in mezzo una cupoletta con
uno spiraglio, che pende sopra l’altare, ch’è un solo e sta nel
mezzo del tempio. Girano le colonne trecento passi e più, e
fuor delle colonne della cupola vi sono per otto passi li chiostri
con mura poco elevate sopra le sedie, che stan d’intorno
al concavo dell’esterior muro, benché in tutte le colonne interiori,
che senza muro fraposto tengono il tempio insieme,
non manchino sedili portatili assai.
Sopra l’altare non vi è altro ch’un mappamondo assai
grande, dove tutto il cielo è dipinto, e un altro dove è la terra.
Poi sul cielo della cupola vi stanno tutte le stelle maggiori del
cielo, notate coi nomi loro e virtù, c’hanno sopra le cose terrene,
con tre versi per una; ci son i poli e i circoli signati
non del tutto, perché manca il muro a basso, ma si vedono

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