Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 454
[LIBRO SESTO
[DISCORSO PRIMO]
Della communicatione della mente e dello spirito
nella conoscenza.
Ma perché non s'abandonino, volle Dio che dallo spirito
la mente sapesse ogni cosa: et perché questo del
corpo non tenesse poca cura, da lui volle ch'entrassero
le scienze, sì che dal sentimento - ch'è uno ma
risiede in più ordegni di sentire sopra narrati, li quali non
sono altro che parti delicate et pertugiate di esso corpo,
per potervi entrar cose utili et necessarie a sapersi - avviene
che lo spirito scienziato diventi et commova l’anima,
in modo che la fa de la Divinità ricordarsi, sendo che ogni
cosa di quella vestigio et imagine si vede. Non sente il
caldo lo spirito s'egli non è scaldato, né il freddo s'egli non