Tommaso Campanella, Monarchia di Francia, p. 426

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sendo stati sempre servi, né avendo mai Re spagnolo, non si può dir
ch’abbino arte di regnare e di governare, ma di perder e disfar il
genere humano, come ogni servo esaltato suol fare: però dice Salomone,
che la ruina del mondo son più cose, ma praecipue servus cum
regnaverit
.
Così nelle religioni di frati crudelissima è l’osservanza di
Conventuali ritirati. Dunque s’è provato, che con le forze e col senno
strano si sostengono, e tolto quello che non è loro, cadeno non sostentati
da loro.
Art. 4
Argomento quarto, perché la religion in loro è finta, non vera: e chi nel
finto si fonda, cade l’edificio.

Quarto, di più si prova, perché essi, come è l’uso di tutte nazioni
timide, si mantengon con l’ipocrisia, fingendosi religiosissimi e dependenti
da Dio e zelanti della fede. Or quando si conoscerà che essi son
destruttori della fede catolica e che lasciano quel ch’a loro è proprio e
dato da Dio, e voglion contra il voler di Dio quel che non fu loro
dato, necessariamente caderanno.
Che li Spagnoli si serveno di Dio e della fede catolica romana, ma
non serveno a Dio, né alla fede: si vede che Carlo V spagnolizato,
potendo nella dieta d’Agosta estinguer Lutero che separò dalla Chiesa
quasi 40 regni, o con farlo morire secondo fece Sigismondo imperatore
e come il

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