Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 66

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VIII
Quello che resta a dire
della prudenza e opportunità

S’è visto come la prudenza prima deve accordare col fato divino;
or resta a dire di tutte l’altre parti della prudenza, la quale è ogni virtù
massime <nella politica e diremo di lei insieme> con l’opportunità,
essendo proprio della prudenza sapersi servire dell’occasione, già che si
è visto sotto che auspicii e con qual confederazione con il papa la
monarchia di Spagna debba crescere, per quanto la penna comporta,
che i più secreti di stato non si scrivono.
Ed essendo manifesto che
l’occasione di Spagna consiste in ciò, che ella ha i nemici deboli, disgionti
di religione e stato, e ha lontani potenti, li quali sempre seguitano
ad essere uniti, dopo che la vittoria del vicino si è acquistata
come avvenne a Romani nella..., ed ha la navigazione meravigliosa
e l’ammirando giro di tutto il mondo, il quale se sarà ben
conosciuto lo farà patrone di tutto il mondo. E mi pare agevolissimo
se si congiungeranno le cose, come diremo, ad una ad una per regola
universale della prudenza politica, e poi verremo all’azioni particolari
sopra le regioni sue e strane. Ma prima bisogna che si fortifichi la
politica di Spagna, e si scemi la straniera che si ha a vincere, ed entro
con questo principio.
Cause onde mancare e aumentare può la Monarchia di Spagna:
le cagioni onde può mantenersi e augmentarsi la Monarchia di
Spagna sono queste:
1 / La virtù del Re;
2 / La bontà delle leggi opportunamente fatte;
3 / La sapienza del Consiglio;

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