Tommaso Campanella, Monarchia di Francia, p. 388

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IV
Risposta a predetti argomenti, e che l’essenza di tal Monarchia più presto
è di Francia che di Spagna.

Con tutto ciò si può affirmar con non minor certezza che li Spagnoli
stanno per ruinare, e che la monarchia di Cristo non sarà da essi
in tutto il mondo stabilita, ma d’altre nazioni, alle quali essi fan
preambolo. E però è scritto: Brachia mea populos iudicabunt, e a Spagnuoli
fu promesso quel che siegue: Me insulae expectabunt et brachium
meum sustinebunt. Questo è il novo Mondo, isolato dal nostro, ch’aspettò
fin ora la legge del Messia e sta soggetto al brachio nominato in
particolare per l’isole. Ed esso Campanella apporta molte profezie, che
questo principe universale sarà del sangue di Pepino, del qual non è,
come si vanta, casa d’Austria. E scrisse il Campanella avanti che Dio
rinovasse in casa Borbona la gloria di Francia, non pensando a quel
che fece poi Dio.
Al primo, concedo al Campanella che a Jafet appartengono l’imperii;
ma consideri, che questo al primogenito che fu Gomer, onde
vengono i Francesi, più si conviene ex iure naturali (prior tempore, potior
est in iure) che non a Spagnoli, che derivano da Tubal quintogenito di
Jafet. E però intanto ponno aspirare i Spagnoli al primato, in quanto i
Francesi per l’eresia cadessero dalla primogenitura, come Giuda,
cadendo Ruben: però il vacillamento di Francia fu l’esaltazione di
Spagna. E quando li Francesi risurgeno, li

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