Tommaso Campanella, Monarchia di Francia, p. 424

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belgi; pochi e infelici furo spagnoli e germani, qual Valdestain, Gonsalvo
di Corduba, Marradas, el Feria, gente di poco prezzo. Aggiungi
a questi il Santacroce, el Fonte. Il duca d’Alba più ha perduto che
acquistato. Gonsalvo, detto vanamente il Gran Capitano, con astucia
conquistò il regno di Napoli, usando le forze di Francesi e Italiani, e
poi ingannò quelli. E nel conflitto contra loro duellare di 13 a 13
oppose 13 Italiani, non Spagnoli. Item tradio il re di Napoli, fingendo
d’aiutarlo, e poi li Francesi, coi quali si partia il regno. E di più giurò
al figlio del re Federico, sopra l’Eucaristia, che non l’averia posto in
carcere, se discendesse dal castel di Taranto, e poi disceso lo carcerò. E
tutto con inganno e forza d’altro fece. E il re suo, dubitando della sua
fede, andò in Napoli e lo condusse seco in Ispagna.
Dalle predette cose si vede, che né forza, né valore, né senno ci è
nei Spagnoli, se non astuzia servile, e certo

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