Tommaso Campanella, Monarchia di Francia, p. 440

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è la Spagna, dove casa d’Austria insertata per matrimonio tirò a sé in
uno la Fiandra, la Borgogna e d’Italia una parte; il capo del valore è il
regno di Napoli, dal quale ha li soldati buoni e capitani, piloti, il ferro,
il legname, la pece, i cavalli, i denari, bombarde, archibugi e tutti
necessarii strumenti della monarchia; oltre le tratte di vini, frumenti,
oglio, cannavi, lini, sale, seta, frutti della terra d’ogni sorte per sostegno,
e uomini d’ingegno per tutte l’arti di guerra e di pace. Di più,
può aver un altro capo in America, perché si può dire capo della
fama; perch’è famosa questa Monarchia, come posseditrice di duoi
mondi, e a tutti regi dell’universo communica per li vastissimi Oceani,
che cingeno il Mondo nuovo e il Mondo vecchio. E pare come corpo
di serpente, che dalli tre capi d’Europa s’estende a torno tutta la terra
per trenta due mila e quattro cento miglia, dove abbraccia infiniti
regni nel continente, e nell’isole innumerabili. Or questo gran corpo è
unito coi suoi capi per mezzo della navigazione e delle flotte, che son
città portatili, che portano le ricchezze e i beni di duoi emisferii, e
questa chiama Isaia Onus iumentorum Austri. E chi vede l’insegne di
Spagna nel teatro del mondo, conoscerà la lionessa, il leon, la vipera,
il basilisco volante, etc., che son l’arme di suoi stati, guida di questi
iumenti marini, e li cameli marini son li vascelli d’alto bordo. E poi le
teste son unite con corpi non suoi: che è Genua e la Valtellina, chiavi
di questo Imperio. Vero è che le città di Piccardia (non che la Valtellina)
situate in mare, e particolarmente Doncherchen, colligano la
Spagna con questo suo membro, ch’è la Fiandra, ma con difficultà.
Or io dico che, sendo questi ligami infedeli, e non avendo questo
serpente giganteo il busto onde pendano le membra e in cui si
uniscano, è facilissimo a rompersi in tanti

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