Tommaso Campanella, Monarchia di Francia, p. 546

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3. Presentaneo e certo modo di tener il Papa seco e farli fare ogni
cosa, sarebbe ceder il luoco al nepote del Papa, prefetto di Roma, in
cappella, tanto dal Papa desiderato, perché il Re in ciò perde nulla e
guadagna assai, mostrandosi obsequente al gusto del Pontefice. E li
Spagnoli, che pretendono astutamente con questa cession di luoco
guadagnarsi l’animo del Papa e molte altre grazie, come han proposto
già, secondo è solito loro con vani titoli e croci e grandati e pecorelli
di cavaglieria comprar l’animi e le forze di principi e di ecclesiastici, e
dar il niente e ricever l’ente, restarebbeno delusi con l’arti loro.
Art. 7
Modo d’assicurar gli altri principi d’Italia, che non temano, ma sperino
certamente di Francia, e destaccarli da Spagna.

Agli altri principi col Papa insieme bisogna mandar patti giurati
dal Re e da ministri, ch’il Re non solamente non vuol un passo di terra
in Italia; ma spartir a loro quel che si piglierà da Spagnoli. E perché non
facilmente lo credeno, metter la ricompensa che ne vuol il re di Francia.
Abbiasi il Papa il regno di Napoli e di Sicilia, con patto di dar al re di
Francia lo stato d’Avignone e il ius di far soldati in Italia e Sicilia e di
preparar armate navali contra Turchi in ricuperazion di Terra Santa: il
che i Franchi perpetuamente han tentato e desiderato. Il duca di Savoia
s’abbia il Monferrato e il Canavese, o quel che il re di Spagna promese in
dote e non donò mai, e doni al re di Francia la Savoia,

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