Tommaso Campanella, Narratione della istoria, p. 296

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per ammazzar il Polistena. Però con tutti parlava di
mutazione di secolo e del Regno. Poi, stando lettor in Taverna, dove
fe’ nemicizia col Nizza e poi ruppe la testa a un converso, ebbe
ordine del Padre Marcianise, visitatore della provincia, di cui Nizza
era compagno, d’andarsi sotto pena di galera a Celico, casal di
Cosenza, confinato; e lui non volse andare, ma andò in Oppido,
dove era suo fratello governatore, e poi a Stilo al Campanella, il
quale li consigliò che si accordasse col Visitatore; e lui, disperato di
questo e timoroso di non esser ammazzato, tornò a trattar d’uscir
in campagna per vendicarsi col Polistena, che per mezzo del Nizza
pur lo maltrattava, tanto piú che ci erano altri monaci in campagna
e lui sparlava delle mutazioni e signali del Campanella, abusando
le parole per suo disegno.

6. Poco avanti erano stati in convento di Stilo Maurizio Rinaldi
e Marc’Antonio Contestabile per trattar la pace tra Carnelevari e
Contestabili, e fra Dionisio, sendo di passaggio, intervenne a questi
trattati e strinse amicizia con Maurizio e trattò d’uscir in campagna;
e dimandavano il Campanella, essi e molti altri, di quella
cometa di Calabria e terremoti e segnali della rinnovazione, e li
dimandavano, se venia ruina alla provincia, come parea, da ponente,
secondo il corso della cometa (come proprio venne Carlo Spinello,
che la travagliò), che cosa averiano da fare; e lui diceva mettersi
su le montagne con le armi, come fecero li Veneziani nelle lacune,
quando venne Attila, e li Spagnoli in Asturia, quando intraro
li Mori in Ispagna: e questo dicea per modo di ragionamento e
mischiava li segni del giudizio universale col particolare della provincia,
secondo s’usa; e ognuno pensava a cose nove, e sparlavano
in diversa guise.

7. Dopo, Campanella trattava la pace in Stilo tra li predetti, e fra
Dionisio andò a Catanzaro per accordarsi col Visitatore per mezzo

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