Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 10

Precedente Successiva

10
Parallelo del proprio e comune amore


Questo amor singolar fa l'uomo inerte,
ma a forza, s'e' vuol vivere, si finge
saggio, buon, valoroso: talché in sfinge
se stesso annicchilando alfin converte
(pene di onor, di voci e d'òr coverte).
Poi gelosia nell'altrui virtù pinge
i proprii biasmi, e lo sferza e lo spinge
ad ingiurie e rovine e pene aperte.

Ma chi all'amor del comun Padre ascende,
tutti gli uomini stima per fratelli
e con Dio di lor beni gioie prende.

Tu, buon Francesco, i pesci anche e gli uccelli(a)
frati appelli (oh beato chi ciò intende!);
né ti fûr, come a noi, schifi e rubelli.

Commento dell'Autore

Questo sonetto ci avvisa che l'amor proprio ci fa schifar la fatica, e però divegniamo inabili. E poi, perché ci amiamo troppo, vedendo che le virtù son quelle che conservan l'uomo, ci fingiamo almeno virtuosi; e questo fingersi quel che non siamo, è un annicchilamento di quel che siamo, assai penoso. Ma questa pena è coverta d'onori falsi, d'adulazione e da ricchezze di fortuna, ne' principi più che in altri. Dopo, conoscendo essi che gli veri virtuosi son come testimoni della falsa virtù loro, entrano in gelosia di Stato, e vengono ad uccider ed ingiuriar le genti buone, ed insidiarle, e rovinare quelle e sé e la repubblica. All'incontro, l'amor universale vero, divino, stima più il mondo che la sua nazione, e più la patria che se stesso: tutti tiene per fratelli, gode del ben d'altri, vi cessa la penosa invidia e gelosia; e così viene a goder d'ogni bene come del proprio, a far bene a tutti ed esser poi signor di tutti per amore ed innocenza, non per forza. E porta l'esempio di san Francesco, che chiamava i pesci e gli uccelli fratelli suoi, e gli liberava quando erano presi; onde arrivò a tanta innocenza, che l'ubbidivano gli animali. Così a san Biagio ed altri santi; e così sarebbe stato nel secolo d'oro, se Adamo non peccava.

Note di GLP

(a) Correzione autografa di: Buon Francesco, i pesci anche e gli uccelli (Scelta 1622, 9).

Precedente Successiva

Schede storico-bibliografiche