Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 53

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53
Invitato a scriver comedie,
rispose con questo sonetto pur profetico


Non piaccia a Dio che di comedie vane
siam vaghi noi, ne' tragici lamenti
studiosi, e nelle scuole di tormenti,
del fine instante delle cose umane.

Il giorno vien che le sètte mondane
batte e riversa, e mette gli elementi
sottosopra per far lieti e contenti
gli spirti, vòlti alle rote sovrane.

Vien l'altissimo Sire in Terrasanta
a tener corte e sacro consistoro,
come ogni salmo, ogni profeta canta.

Ivi spander di grazie il suo tesoro
vuol nel suo regno, proprio seggio e pianta
del divin culto e dell'età dell'oro.

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