Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 59

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59
Sopra la statua di Daniele


Babel disfatta, che fu l'aurea testa,
venne l'argenteo petto, Persia; a cui
ventre e cosce di rame siete vui,
Macedoni; a cui Roma ultima resta.

Fûr due gambe di ferro note in questa;
ma le dita han di terra i piedi sui,
significando i regni or sparti e bui,
di chi fu schiava, ed or donna funesta.

Ahi, terra arsiccia, donde sempre fuma
vanagloria, superbia e crudeltate,
che infetta, acceca, annegrica e consuma!
Ma voi la Bibbia e Daniel negate
per schifar questo: ch'è vostra costuma
coprirvi di menzogna e falsitate.

Commento dell'Autore

Qui legit, intelligat.

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