Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 61

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61
Di se stesso


Sciolto e legato, accompagnato e solo,
gridando cheto, il fiero stuol confondo:
folle all'occhio mortal del basso mondo,
saggio al Senno divin dell'alto polo.

Con vanni in terra oppressi al ciel men volo,
in mesta carne d'animo giocondo;
e, se talor m'abbassa il grave pondo,
l'ale pur m'alzan sopra il duro suolo.

La dubbia guerra fa le virtù cónte.

Breve è verso l'eterno ogn'altro tempo,
e nulla è più leggier ch'un grato peso.1

Porto dell'amor mio l'imago in fronte,
sicuro d'arrivar lieto, per tempo,
ove io senza parlar sia sempre inteso.2

Commento dell'Autore

1 Mira quante contraposizioni sono in questo sonetto!

2 In Paradiso non si parla se non con l'intendenza. Vedi la Metafisica.

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